In un apposito evento tenutosi ieri a Monaco di Baviera, Huawei ha presentato i suoi due nuovi smartphone Mate 10 e Mate 10 Pro, sebbene solo quest’ultimo arriverà in Italia a metà novembre a un prezzo di listino di 849 euro (comunque più basso di altri recenti top di gamma Android).

Il Huawei Mate 10 Pro, realizzato con un mix di vetro posteriore e scocca in alluminio, ha un display OLED da 6’’ in 18:9 con design borderless, risoluzione di 2160×1080 pixel e supporto all’HDR10. La batteria da 4000 mAh dovrebbe assicurare un’autonomia molto elevata e, grazie al sistema di ricarica rapida di Huawei, si può arrivare da 0 al 58% di ricarica in soli 30 minuti.

Huawei Mate 10 Pro

Al suo interno spiccano il nuovo SoC proprietario Kirin 970 (+20% di prestazioni per la CPU e +50% per la GPU rispetto al modello precedente), 6 GB di RAM, 128 GB di storage e un modem LTE in grado di toccare gli 1,2 Gbps min download. La particolarità più attesa e curiosa del Kirin 970 è il co-processore NPU dedicato al machine learning e all’intelligenza artificiale, in modo che operazioni come il riconoscimento vocale o quello di un’immagine possano essere fatti in locale e non nel cloud.

Il comparto fotografico, realizzato in collaborazione con Leica, è affidato a un doppio modulo posteriore da 12 e 20 Megapixel con obiettivo molto luminoso f/1.6 (8 Megapixel invece per quello frontale). Il Huawei Mate 10 Pro arriverà sul mercato direttamente con Android 8 Oreo e con la nuova interfaccia proprietaria Emui 8. Molto interessante la possibilità di collegare il phablet a un monitor, un mouse e una tastiera per avere un vero ambiente desktop tramite un cavo USB Type C-HDMI, senza quindi la necessità di dock esterne come nel caso della Samsung Dex Station.

Huawei Mate 10 Pro

Da segnalare infine la certificazione IP67 per la resistenza ad acqua e polvere, l’assenza del jack audio, la connettività Bluetooth 4.2 (niente Bluetooth 5 insomma), 4 antenne per una miglior ricezione anche nelle zone poco coperte dal segnale e un sistema di riduzione del rumore ambientale basato sempre sull’intelligenza artificiale.