Huawei e il principale produttore di chip cinese hanno realizzato un processore avanzato a 7 nanometri per il nuovo smartphone top di gamma di Huawei (il Mate 60 Pro), segno che la Cina sta compiendo progressi nell’intento di combattere gli sforzi degli Stati Uniti per contenere la sua ascesa.

Secondo un’analisi approfondita dello smartphone condotta da TechInsights per Bloomberg, il Mate 60 Pro di Huawei è alimentato dal nuovo SoC Kirin 9000S fabbricato in Cina da Semiconductor Manufacturing International Corp (SMIC) e si tratta del primo chip a utilizzare la tecnologia a 7 nm del produttore; ciò suggerisce che il governo cinese stia facendo concreti passi avanti per creare un ecosistema di chip nazionale il più avanzato possibile.

Molto rimane comunque da scoprire sui progressi di SMIC e Huawei, tra cui la possibilità e la capacità di produrre chip in volumi o a costi ragionevoli. Resta il fatto che questo nuovo SoC solleva interrogativi sull’efficacia di una campagna globale guidata dagli Stati Uniti per impedire l’accesso della Cina a tecnologie all’avanguardia, per il timore che possano essere utilizzate per potenziare le capacità militari cinesi.

Con i controlli sulle esportazioni effettuati lo scorso anno, l’amministrazione Biden, oltre ad aver inserito nella sua lista nera proprio Huawei e SMIC, ha cercato di impedire alla Cina l’accesso ai chip a 14 nm, tecnologia produttiva ormai vetusta se confrontata con quelle attuali. Ora la Cina ha dimostrato di poter produrre almeno quantità limitate di chip a 7 nanometri (quindi più avanzati di quelli a 7 nm), avvicinandosi sempre di più al suo obiettivo di autosufficienza nel settore critico dei semiconduttori.

“È una dichiarazione molto importante per la Cina” ha dichiarato Dan Hutcheson, vicepresidente di TechInsights. “I progressi tecnologici di SMIC sono notevoli e sembrano aver risolto i problemi di impatto sul rendimento della loro tecnologia a 7 nm”.

huawei mate 60 pro

Huawei Mate 60 Pro

Quella di TechInsights rappresenta l’analisi più autorevole e approfondita dei componenti del Mate 60 Pro da quando la sua improvvisa presentazione ha scatenato parecchie speculazioni. La scorsa settimana Huawei ha annunciato lo smartphone senza fornire dettagli sulle specifiche principali, come il design del processore o la velocità della connessione 5G. Il tutto è avvenuto, tra l’altro, durante una visita in Cina del Segretario al Commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo, la cui agenzia ha imposto alla Cina molti controlli sulle esportazioni.

Il Mate 60 Pro potrebbe quindi “resettare” la gara tra USA e Cina per la supremazia tecnologica, in quanto suggerisce che Huawei è in grado di avvicinarsi, anche se non del tutto (i più recenti SoC Snapdragon di Qualcomm sono decisamente più performanti a livello computazionale), ai dispositivi mobili più veloci utilizzando un chip progettato e prodotto in Cina.

Questo smartphone solleva inoltre dubbi sulla conformità di SMIC alle norme statunitensi, che prevedono che qualsiasi azienda che intenda rifornire Huawei utilizzando tecnologia americana (presente in tutte le attività di SMIC) debba ottenere l’approvazione di Washington. Dal canto loro i rappresentanti di Huawei e SMIC non hanno risposto a diverse richieste di commenti sulle specifiche dello smartphone.

Resta il fatto che la produzione di chip cinesi ha ancora un netto gap di prestazioni da colmare: il processore del Mate 60 Pro è infatti indietro di due generazioni rispetto alle tecnologie più recenti, secondo l’analisi di TechInsights. Basti pensare che i SoC degli attuali iPhone sono costruiti a 4 nm e che per la gamma iPhone 15 Apple presenterà la prossima settimana un chip a 3 nm.

Per andare oltre i 7 nm e avvicinarsi quindi agli attuali chip più evoluti, Huawei e SMIC dovrebbero impiegare macchine avanzatissime che però è assolutamente vietato importare in Cina e non è nemmeno chiaro il numero di unità del nuovo dispositivo che Huawei sarà in grado di produrre. Dispositivo che tra l’altro sembra essere stato accolto con un’esplosione di fervore patriottico sui social media cinesi.