In un momento in cui le imprese sono chiamate a innovare e cambiare i propri processi di lavoro con sempre più urgenza, i risultati di un nuovo studio commissionato da VMware a Vanson Bourne mostrano che, per il 66% della comunità IT in Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA), sono i dipendenti a spingere per una maggiore mobilità, un dato che in Italia si ferma al 55%.

Circa un terzo degli intervistati (29% in EMEA, 32%in Italia) ritiene che una mancanza di mobile working freni la produttività. Soddisfare la domanda di mobilità significa, naturalmente, rendere il personale più agile possibile, ma le aziende hanno bisogno di trovare un modo per fare questo, al tempo stesso mantenendo il controllo dei processi di sicurezza.

La pressione per aumentare la produttività si fa sentire a tutti i livelli. Secondo la ricerca, che ha coinvolto circa 1700 decision maker IT e 3500 impiegati di aziende con oltre mille dipendenti provenienti tra gli altri da UK, Francia, Germania, Olanda, Belgio e Italia, il 22% dei dipendenti bypassa frequentemente le policy aziendali relative alla mobility per essere più produttivi. Una percentuale che nel nostro Paese raggiunge il 28%.

solo il 44% dei dipendenti conosce le policy per la mobility che la propria organizzazione ha in atto

Il 35% dei responsabili IT in EMEA e ben il 44% in Italia hanno dichiarato di ricevere pressioni dai C-level per accedere ai dati aziendali dai propri dispositivi mobili, anche quando questo accesso va contro le politiche aziendali. Il concedere l’accesso è al centro della questione; alla domanda Perché la vostra organizzazione non adotta il BYOD o il CYOD, il 42% degli intervistati in EMEA e il 43% in Italia ha risposto di essere preoccupato che vi sia un rischio aggiuntivo per la sicurezza aziendale, con più di un terzo che considera il BYOD il rischio maggiore per un attacco informatico.

“Non ci può essere trasformazione digitale senza mobility. Ciò significa che le aziende sono sempre più sotto pressione per innovare e stanno correndo dei rischi a breve termine in materia di sicurezza, al fine di rendere il personale e le operazioni più agili possibile. La buona notizia è che non ci deve essere un compromesso tra mobilità e la sicurezza, ma queste due visioni devono coesistere. Con un’architettura software-defined la sicurezza può essere incorporata nell’applicazione, all’interno della rete, a livello di utente e di contenuto” ha commentato Ian Evans, Vice President End User Computing EMEA & Managing Director, AirWatch EMEA di VMware.

I dipendenti stessi ammettono che non sono altrettanto rigorosi nel proteggere i dati aziendali sui propri dispositivi quanto i dati personali. Un terzo degli intervistati ha dichiarato di avere una maggiore cura nel proteggere i dati sul proprio dispositivo personale rispetto alle informazioni su quello aziendale. Quando si tratta di lavoro mobile infine, solo il 44% dei dipendenti è a conoscenza delle policy per la mobility che la propria organizzazione ha in atto, con la conseguenza che più della metà non è neanche consapevole di una eventuale violazione.