Se mai ci fosse stato qualche dubbio sul futuro della gestione unificata degli endpoint (UEM) come componente chiave delle strategie di mobilità aziendale, il passaggio ormai permanente a modelli di lavoro ibridi e remoti ne ha sancito il definitivo successo. Questa pratica è infatti diventata una parte fondamentale degli sforzi delle aziende per gestire questo ambiente complesso.

L’indagine Infrastructure Hardware 2022 Business Technographics di Forrester Research mostra che il 28% dei responsabili delle decisioni relative alla tecnologia hardware dell’infrastruttura investirà nell’UEM nei prossimi 12 mesi. “Questo dato è in linea con gli anni precedenti e continuiamo a vedere una crescita stabile del mercato UEM” afferma Andrew Hewitt, analista senior di Forrester. “Oggi la maggior parte delle organizzazioni dispone di una soluzione UEM. Moltissime offerte odierne non sono nuove, ma piuttosto sostituzioni di vecchi investimenti nella gestione degli endpoint”.

Secondo Dan Wilson, vicepresidente e analista di Gartner, sono diverse le forze che stanno influenzando l’attuale mercato UEM. Una di queste è che il lavoro remoto e ibrido ha sostituito definitivamente il lavoro esclusivamente in ufficio, il che ha sottolineato l’importanza dell’UEM per la gestione di tutti i dispositivi endpoint utilizzati in un’organizzazione. Un’altra forza è l’integrazione con gli strumenti di endpoint analytics e di endpoint security per costruire difese proattive e resilienti contro avversari più abili. Inoltre, c’è una maggiore attenzione per l’intelligenza artificiale e l’automazione con lo scopo di aumentare l’efficienza operativa e migliorare l’esperienza digitale dei dipendenti (DEX).

Tendenze nell’UEM

Una delle tendenze più evidenti nell’utilizzo dell’UEM è stata l’adozione di funzionalità analitiche per il monitoraggio dei dispositivi endpoint, afferma Phil Hochmuth, program vice president enterprise mobility di IDC. “Questa adozione riguarda più l’automazione del supporto agli utenti finali che non la scoperta di ciò che i dipendenti fanno in termini di produttività”, afferma Hochmuth.

A tal proposito, Hewitt sostiene che gli strumenti DEX stiano facendo un notevole passo avanti in questo settore. Conosciuti anche come strumenti di gestione dell’esperienza dell’utente finale (EUEM) o di gestione digitale dell’esperienza dei dipendenti (DEEM), i software DEX misurano, analizzano e valutano la soddisfazione dei dipendenti nei confronti della tecnologia del luogo di lavoro, fornendo alle aziende indicazioni per i miglioramenti. “Le funzionalità di monitoraggio dell’esperienza digitale dei dipendenti stanno diventando comuni in tutto il settore”, afferma Hewitt. “Continuiamo a vedere fornitori che investono nella raccolta di telemetria sull’endpoint per favorire la visibilità, il benchmarking e i casi d’uso di rimedio”. Secondo Hewitt, questo non solo aiuta gli amministratori IT a migliorare l’esperienza sull’endpoint, ma riduce anche i costi grazie all’automazione dei problemi legati all’esperienza.

Forrester continua a vedere una pressione al ribasso sui prezzi dell’UEM, a causa della “mercificazione del mercato e della pressione esercitata dalla suite Microsoft 365, che include la gestione di Intune”, afferma Hewitt. “I componenti aggiuntivi per l’esperienza digitale dei dipendenti a un costo più elevato sono una delle nuove tendenze di prezzo”. Secondo Hochmuth, i prezzi continuano a spostarsi verso un modello di canone mensile basato sull’utente e si allontanano dai prezzi basati sul dispositivo che sono stati tradizionalmente applicati nell’UEM. “Questo è un vantaggio per le aziende, dato che la maggior parte degli utenti nelle organizzazioni utilizza probabilmente due o più dispositivi nel proprio spazio di lavoro digitale quotidiano”, afferma Hochmuth.

mobilità aziendale

I principali fornitori del mercato non sono cambiati nell’ultimo anno, aggiunge Hochmuth. Il mercato infatti si concentra ancora in gran parte su Microsoft e VMware, ma anche su Ivanti, BlackBerry, Google e IBM. Gartner ritiene che l’UEM sia un mercato maturo e stabile e, secondo Wilson, la crescita dei ricavi dei venditori tende a essere trainata dall’espansione dei clienti esistenti, mentre i principali fattori trainanti del mercato sono la modernizzazione della gestione degli endpoint e del patching, l’automazione e il miglioramento in ambito DEX.

“Anche se Gartner continua a vedere un aumento dell’adozione dell’UEM, consigliamo ancora ai clienti di essere metodici nella transizione dagli approcci tradizionali”, afferma Wilson. “Questo vale soprattutto per chi ha un debito tecnico e una complessità significativi e per chi ha policy e processi più rigidi”. Le aziende dovrebbero inoltre evitare di aspettare lo strumento UEM perfetto che risponda a tutti i requisiti, “perché raramente esiste”, afferma Wilson. “Scegliete se mai uno strumento UEM che soddisfi la maggior parte dei requisiti e poi cercate di colmare le lacune con strumenti complementari”.

Guardare al futuro

Secondo Wilson, la rapida evoluzione delle funzionalità software-as-a-service e l’emergere degli strumenti DEX offrono uno sguardo alla prossima evoluzione della gestione degli endpoint oltre l’UEM. “Nei prossimi tre-cinque anni, prevediamo che l’incapacità dei leader IT aziendali e dei provider di servizi gestiti di scalare i livelli di personale e le competenze per soddisfare le crescenti esigenze aziendali e di cybersecurity catalizzerà l’adozione di intelligenza e automazione”, afferma Wilson. Gartner chiama la prossima fase gestione autonoma degli endpoint (AEM).

Ci sarà anche un allineamento più stretto tra UEM e sicurezza aziendale. “Uno dei principali sviluppi che stiamo vedendo è l’integrazione dei ruoli di sicurezza e gestione degli endpoint in molte grandi aziende”, afferma Hochmuth di IDC. “Le aziende stanno iniziando a far convergere la sicurezza della gestione degli endpoint in un’unica unità di personale di supporto, o almeno a far interagire e collaborare più strettamente questi due gruppi precedentemente separati”. La maggiore attenzione alla sicurezza e alla conformità come funzione dell’UEM è alla base di questa tendenza, così come la maggiore consapevolezza delle minacce come il ransomware e la compromissione dei dispositivi endpoint tramite phishing.

Un’altra tendenza è la crescente necessità di sviluppare “policy di auto-guarigione” per i dispositivi endpoint in grado di riportarli a uno stato predefinito in caso di problemi, afferma Hewitt. “Per consentire questo tipo di workflow, alcuni fornitori UEM stanno investendo per rendere disponibile l’orchestrazione low-code in modo nativo nel prodotto. Se questo approccio avrà successo, gli amministratori IT potranno realizzare una maggiore quantità di automazione all’interno delle loro piattaforme”.

DEX continuerà a essere un’altra priorità per i fornitori. Secondo Hewitt, un anno fa non erano molte le piattaforme UEM che avevano adottato le funzionalità DEX. “Ora la maggior parte lo fa. Un numero maggiore di piattaforme ha fatto progressi anche sul fronte della sicurezza degli endpoint. Ci aspettiamo che le piattaforme di gestione degli endpoint seguano queste due strade nei prossimi anni. Tra due anni, l’UEM come lo conosciamo oggi sarà molto diverso. Ci aspettiamo che il cloud, l’automazione, l’esperienza e la conformità giochino un ruolo molto più importante”.