La line di difesa di Apple nella procedura giuridica che la vede contrapposta all’FBI, che ha richiesto di “indebolire” la versione di iOS usata sull’iPhone di uno degli attentatori dell’attacco di San Bernardino e poter accedere ai dati cifrati, sta prendendo strane pieghe.

Nella sua memoria difensiva e in dichiarazioni pubbliche, Apple cita i numerosi attacchi, sistemi di jailbreak e persino i ransomware che affliggono i suoi sistemi operativi, desktop e mobile, per sostenere che un qualsiasi modo per indebolire la robustezza del sistema potrà essere usato da numerosi soggetti che hanno interesse nel penetrarne le difese.

Eric Neuenschwander, responsabile per la privacy in Apple, ha affermato che “Apple iOS è probabilmente la piattaforma software più attaccata al momento. Ogni volta che Apple chiude una vulnerabilità, gli attaccanti si mettono al lavoro per trovarne un’altra. Questa è una battaglia continua e perpetua”.

Neuenschwander solleva poi un altro punto, che coinvolge ingegneri e tecnici che sarebbero obbligati a lavorare sul cosiddetto GovtOS (la versione “governativa” di iOS), e la cui sicurezza personale potrebbe essere messa a rischio.

“Questi impiegati Apple, se identificati, potrebbero diventare oggetto di minacce, ricatti e coercizioni da parte di criminali o altri poteri interessati a ottenere GovtOS per scopi nefasti”, ha dichiarato Neuenschwander . “Questo tipo di rischio è il motivo per cui le agenzie di intelligence mantengono il riserbo sui nomi dei propri dipendenti che hanno accesso a informazioni riservate, come GovtOS. La visione semplificata e riduttiva che l’FBI sembra avere sulla questione sembra ignorare questa e altre conseguenze pratiche che la creazione di GovtOS potrebbe avere”.

Apparentemente, diversi impiegati Apple hanno invece molto chiara una cosa: non vogliono obbedire all’eventuale ordine dell’FBI anche se per farlo fossero costretti a dimettersi dalle loro pregiate posizioni in Apple. Lo afferma il New York Times, che ha intervistato alcuni ingegneri e tecnici Apple.

Alcuni di essi non intendono obbedire a una richiesta che considerano immorale e che è volta a compromettere il loro lavoro di anni, e sarebbero pronti a dare le dimissioni.

Nella nota dell’azienda, si legge anche che “Il Governo fa una implicita minaccia ad Apple, che se non obbedisse all’ordinanza potrebbe essere costretta a consegnare il proprio codice sorgente e le chiavi per la firma digitale dei software. Le catastrofiche implicazioni di sicurezza che questa azione avrebbe evidenziano la fondamentale incomprensione, o lo sciagurato disinteresse nei confronti delle tecnologie coinvolte e i rischi di sicurezza che le richieste dell’FBI comporterebbero”.