Ieri Apple ha inaugurato la sua annuale Worldwide Developers Conference (WWDC) con un approccio cauto e incrementale, scegliendo di concentrare le proprie presentazioni su aggiornamenti concreti e funzionalità pratiche, piuttosto che su rivoluzioni tecnologiche dirompenti. Questo orientamento, che si potrebbe definire quasi “conservativo”, riflette la necessità di Apple di rispondere alle pressioni di un mercato in rapida evoluzione, dove giganti come Google e Microsoft stanno rapidamente guadagnando terreno grazie a un’offerta di funzionalità IA più ricca e visibile.

La prima novità ha riguardato la denominazione dei sistemi operativi. Con l’annuncio di iOS 26, iPadOS 26 e macOS 26, Apple ha infatti abbandonato la tradizionale numerazione sequenziale (ad esempio, iOS 18, iOS 19) in favore di una nomenclatura basata sull’anno di rilascio, uniformando così le versioni di tutti i dispositivi e semplificando la comunicazione agli utenti.

Dal punto di vista dell’esperienza utente, con Apple ha presentato un nuovo linguaggio di design comune ai nuovi sistemi operativi chiamato Liquid Glass, ispirato all’interfaccia traslucida del visore Vision Pro. Questo stile introduce elementi visivi più eleganti e dinamici, con superfici che riflettono la luce e si adattano in tempo reale ai movimenti e alle modalità chiare o scure.

Il nuovo design coinvolge pulsanti, slider, controlli multimediali, barre di navigazione e altri elementi chiave delle interfacce, segnando il cambiamento estetico più significativo dai tempi di iOS 7. Gli sviluppatori potranno accedere a nuove API per adattare le proprie app a questa evoluzione, che verrà implementata entro la fine dell’anno.

Sul fronte dell’IA, Apple ha dovuto ammettere che molte delle funzionalità annunciate nel corso della precedente edizione della WWDC, tra cui importanti miglioramenti all’assistente vocale Siri, sono state posticipate all’anno successivo. Nonostante ciò, Apple ha comunque introdotto alcune delle funzionalità promesse, come una suite di strumenti per la scrittura e la generazione di immagini, sebbene queste si basino ancora, almeno in parte, su collaborazioni con partner esterni come OpenAI.

Uno degli annunci più rilevanti della conferenza riguarda l’apertura di Apple Intelligence agli sviluppatori di terze parti. Apple ha infatti deciso di rendere accessibile il proprio modello fondazionale di IA, consentendo così agli sviluppatori di integrare funzionalità intelligenti e rispettose della privacy direttamente nelle loro applicazioni, anche in modalità offline. Questa apertura rappresenta un tentativo di colmare il divario con i rivali e di stimolare un ecosistema di app più ricco e innovativo, sfruttando la vasta base di dispositivi attivi (oltre due miliardi) che costituisce uno dei principali punti di forza dell’azienda.

Tra le funzionalità IA più innovative annunciate, spiccano la traduzione in tempo reale di conversazioni su messaggi, chiamate telefoniche e FaceTime grazie a modelli IA eseguiti direttamente sul dispositivo. Questa funzione, disponibile anche su Apple Watch e iPad, permette di abbattere le barriere linguistiche senza la necessità di una connessione internet costante. L’app Messaggi viene ulteriormente arricchita con la possibilità di personalizzare gli sfondi delle chat e di organizzare i messaggi da mittenti sconosciuti in cartelle dedicate, facilitando la gestione dello spam. Il telefono, invece, introduce una nuova funzione di screening delle chiamate, che consente di identificare potenziali truffe e di gestire le chiamate in attesa in modo più efficiente.

Per quanto riguarda gli strumenti destinati agli sviluppatori, Apple ha integrato la generazione di codice assistita dall’IA direttamente in Xcode, il proprio ambiente di sviluppo. Questa integrazione offre suggerimenti, aiuta a individuare e correggere errori e semplifica il processo di testing, con la possibilità di incorporare modelli esterni come ChatGPT. È stato inoltre potenziato Image Playground, che ora consente di generare immagini sfruttando la tecnologia di OpenAI, sempre nel rispetto della privacy degli utenti, i cui dati non vengono condivisi senza esplicito consenso.

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Un’ulteriore innovazione è rappresentata dalla funzione Visual Intelligence, che permette agli utenti di ottenere informazioni contestuali sugli elementi visualizzati sullo schermo dell’iPhone, come la possibilità di cercare prodotti simili su piattaforme come Google o Etsy a partire da una semplice immagine. Apple Pay, invece, integra ora Apple Intelligence per monitorare gli ordini anche per acquisti effettuati al di fuori del circuito Apple Pay, ampliando così la portata dei servizi offerti.

Nonostante queste novità, la conferenza ha anche evidenziato alcune assenze di peso. Su tutte spicca la mancata presentazione di una versione profondamente rinnovata di Siri ha suscitato perplessità tra analisti e osservatori, che considerano l’assistente vocale un elemento chiave per il futuro dell’ecosistema Apple. L’azienda ha spiegato che i lavori di miglioramento su Siri richiedono più tempo per raggiungere gli standard qualitativi desiderati, rimandando ulteriori aggiornamenti al prossimo anno.

Intanto, sul piano regolatorio, Apple si trova ad affrontare la prospettiva di una progressiva apertura dell’App Store, con le corti statunitensi ed europee pronte a smantellare le barriere che finora hanno garantito ricavi elevati grazie alle commissioni sulle app. Anche tra gli storici sostenitori dell’azienda emergono dubbi sulla legittimità di tali commissioni, mentre Donald Trump ha minacciato l’imposizione di dazi del 25% sugli iPhone, aggravando ulteriormente le difficoltà che Cupertino si trova ad affrontare.

Dal punto di vista finanziario, il titolo Apple ha subito una flessione superiore al 40% dall’inizio dell’anno, una performance peggiore rispetto a quella di Google e ben distante dai guadagni trainati dall’IA registrati da Microsoft. Gli analisti sottolineano come la capacità di Apple di mantenere il proprio appeal dipenderà proprio dalla riuscita integrazione delle nuove funzionalità IA e dalla percezione di innovazione che saprà trasmettere agli utenti.

E non è un caso se, a emergere da questa WWDC 2025, siano state soprattutto le novità legate ad Apple Intelligence che non quelle dei nuovi sistemi operativi.