Apple è finita nuovamente nel mirino della giustizia americana. Un giudice federale della California ha infatti stabilito che l’azienda di Cupertino ha violato un’ingiunzione emessa in precedenza per favorire una maggiore concorrenza nell’App Store, in particolare riguardo alle modalità di download e pagamento delle app. Secondo la giudice distrettuale Yvonne Gonzalez Rogers, Apple non ha rispettato i termini della sentenza pronunciata nel contesto della causa antitrust intentata da Epic Games, creatore di Fortnite, e sarà ora segnalata ai procuratori federali per una possibile indagine per oltraggio penale alla corte.

In una decisione di 80 pagine, la giudice ha criticato duramente Apple e in particolare il vicepresidente finanziario Alex Roman, la cui testimonianza è stata definita “piena di depistaggi e menzogne”. “I tentativi continui di Apple di ostacolare la concorrenza non saranno tollerati. Questa è un’ingiunzione, non una trattativa. Non ci sono seconde possibilità quando una parte ignora volontariamente un ordine del tribunale”, ha scritto la giudice.

Apple ha dichiarato di “disaccordarsi fermamente” con la decisione, precisando che si adeguerà all’ordinanza ma presenterà ricorso. Epic Games, invece, ha accolto con favore la sentenza. Il CEO Tim Sweeney l’ha infatti definita una vittoria significativa per sviluppatori e consumatori, spiegando che ora Apple è costretta a competere con altri sistemi di pagamento, anziché bloccarli. Epic ha inoltre annunciato l’intenzione di riportare Fortnite sull’App Store già dalla prossima settimana.

L’origine del contenzioso risale al 2020, quando Apple rimosse Epic dal suo store dopo che quest’ultima aveva consentito agli utenti iPhone di aggirare il sistema di pagamento proprietario di Apple per ottenere sconti. La giudice Gonzalez Rogers aveva già stabilito nel 2021 che Apple violava le leggi californiane sulla concorrenza, imponendo all’azienda di permettere agli sviluppatori di reindirizzare gli utenti verso metodi di pagamento alternativi. Un’ingiunzione che Apple ha tentato senza successo di far annullare dalla Corte Suprema.

Epic ha quindi sostenuto che Apple stava violando l’ordine giudiziario, imponendo una nuova commissione del 27% sugli acquisti effettuati fuori dall’App Store, rispetto al 30% tradizionale applicato sugli acquisti interni. Inoltre, Apple avrebbe mostrato avvisi dissuasivi agli utenti che cercavano di utilizzare link esterni, definendo questi metodi potenzialmente pericolosi, un comportamento che Epic ha definito “commercialmente inutilizzabile”.

Apple, dal canto suo, ha affermato di aver fatto sforzi considerevoli per conformarsi all’ingiunzione, cercando al tempo stesso di mantenere intatta la propria struttura commerciale e di tutelare i consumatori. Tuttavia, la giudice ha sottolineato che le modifiche apportate da Apple sembrano avere come unico obiettivo quello di soffocare la concorrenza.

app store apple

Nel nuovo provvedimento, la giudice ha ordinato ad Apple di cessare immediatamente ogni tentativo di impedire agli sviluppatori di comunicare con gli utenti e ha vietato l’imposizione di commissioni sugli acquisti effettuati al di fuori delle app. Ha anche respinto la richiesta di Apple di sospendere la sua sentenza, citando i ritardi accumulati e la gravità del comportamento dell’azienda.

Infine, pur senza esprimersi sull’avvio o meno di un procedimento penale, la giudice ha rimandato la decisione al Dipartimento di Giustizia, osservando che spetterà all’esecutivo valutare se Apple debba essere privata dei benefici ottenuti attraverso la violazione dell’ingiunzione.

Apple ha dichiarato che intende presentare ricorso presso la Corte d’Appello del Nono Circuito, con sede a San Francisco. L’iter d’appello potrebbe procedere rapidamente, poiché gran parte delle questioni antitrust complesse coinvolte nella causa è già stata affrontata e risolta nei procedimenti precedenti. Tuttavia, Apple potrebbe trovarsi ad affrontare un percorso in salita: la corte di primo grado ha infatti raccolto un ampio quadro probatorio a sostegno delle accuse di Epic Games e le corti d’appello tendono spesso a dare fiducia al giudizio dei tribunali inferiori in questi casi.

Dopo la decisione del Nono Circuito, entrambe le parti avranno comunque la possibilità di chiedere un riesame alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

C’è anche il caso Spotify

Non c’è però solo Epic Games. Spotify ha infatti inviato ad Apple un aggiornamento della propria app per iOS con un collegamento esterno per acquistare abbonamenti, in linea con la recente sentenza della giudice Yvonne Gonzalez. In una lettera indirizzata ad Apple, Spotify ha confermato l’intenzione di modificare la versione statunitense della propria app per conformarsi all’ordine della corte, che vieta a Apple di applicare la nuova commissione anche per gli acquisti effettuati al di fuori dell’App Store.

“È assurdo non aver potuto offrire servizi così basilari, autorizzati dalla corte già quattro anni fa”, ha scritto Spotify in un post sul proprio blog. Da parte sua, Apple non ha commentato la notizia, ma ha già espresso in precedenza forte disaccordo con la sentenza, pur dichiarandosi disposta a rispettarla e pronta a fare ricorso.

Spotify e Apple sono impegnate da anni in un’accesa disputa sulle politiche dell’App Store, che secondo la società svedese penalizzano la concorrenza e ostacolano il proprio modello di business. In Europa, Spotify ha aggiornato la propria app nell’agosto 2024 per mostrare i prezzi dei propri piani e servizi, dopo che Apple aveva inizialmente bloccato l’iniziativa.

(Immagine di apertura: Shutterstock)