Qual è la situazione attuale del 5G in Italia? Provando a tratteggiarla, si può partire da cinque punti: copertura, tecnologia, industria, OpenRAN e mm-wave. Sono queste le conclusioni dell’Osservatorio 5G & Beyond presentate da Antonio Capone nella seconda edizione dell’evento dedicato al 5G. Il titolo di quest’anno è chiaro: “E’ Il momento di investire”, come dettagliato nei punti salienti.

L’Osservatorio si è posto l’obiettivo di studiare l’evoluzione del mercato 5G, guardando innanzitutto lo sviluppo dell’offerta e lo stato di avanzamento della rete. Valutando la situazione attuale e le prospettive a medio termine, si può dire che nel 2021 il 5G italiano copre meno del 10% del territorio (le città principali) e circa il 90% con tecnologia DSS (che usa le precedenti installazioni 4G)

Per il 2026 si confida in una copertura (obbligata) di quasi tutta la popolazione, ma a 700 MHz, con un buon risultato anche a 3,6 GHz (80% della popolazione). I progetti attivi in Italia si contano sulle dita di una mano, ma forse altri (Giosuè Vitaglione, Fortinet) rientrano nelle voci digital transformation o industria 4.0.

Altre analisi dell’Osservatorio indicano comunque una scarsa comprensione del nuovo paradigma in Italia, a parte l’area industriale che difatti si sta muovendo. Chi frena su questo punto si prepari ad affrontare tempi molto difficili, perché non si tratta di uno step tecnologico, ma di una rivoluzione organizzativa.

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L’infrastruttura non è uniforme

I livelli di copertura del 5G in Italia promessi dagli operatori sono buoni, ma presentano alcune debolezze: scarso backhauling in fibra, aree periferiche trascurate, moltissimo DSS (Dynamic Spectrum Sharing, l’uso di celle 4G per il 5G) e lo scarsissimo impiego di Core 5G. In queste condizioni, e se si aggiunge la sostanziale sconnessione delle reti industriali e infrastrutturali, la copertura sarà raggiunta con una rete non uniforme.

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L’Osservatorio 5G & Beyond, che fa parte degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, ha elaborato un quadro che considera la disomogeneità della situazione. “La tecnologia evolve in fasi”, spiega Capone, indicando che la rete attuale ha soluzioni diverse che richiederanno tempi, investimenti e rischi aggiuntivi nel percorso verso una vera rete Core 5G e Open RAN. Molte delle altre nazioni hanno progetti diversi, ma in queste condizioni è necessario sì partire subito, ma con progetti incrementali.

Diversa è la situazione industriale, dove si hanno a disposizione delle reti Core in release 16 che poco possono avvantaggiarsi dalla rete globale. Queste reti devono puntare sui servizi, partendo dagli elementi differenziali rispetto alle tecnologie precedenti.

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OpenRAN ed mm-wave spostano il baricentro

OpenRAN è la novità architetturale che modifica la relazione tra costruttori di apparati e sviluppatori di applicazioni, introducendo programmabilità (e quindi anche Intelligenza Artificiale e Machine Learning) e virtualizzazione Hardware e Software (con l’introduzione di nuovi partner).

Anche la tecnologia mm-wave scende finalmente in campo, partendo dalle reti FWA (Fixed Wirless Access) con caratteristiche competitive con l’FTTH (Fiber to the Home).

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Il 5G è un cambio di paradigma

E’ sempre bene ripetere che il 5G non è un 4G più veloce, ma una nuova infrastruttura (attenzione alla migrazione 4G/DSS/Core), un cambio di paradigma verso l’ecosistema (coopetizione), un ripensamento dei processi (automazione, AI).

Secondo Fortinet, la sicurezza è possibile, nonostante i nuovi perimetri. L’impronta ecologica è ancora in via di studio: le valutazioni offerte da Alessandro Puglia (CapGemini) sul rapporto ottimizzazione/diffusione fanno ipotizzare che il saldo sarà negativo.

Parlando di investimenti delle aziende private, il concorrente principale del 5G sembra essere l’Edge, più comprensibile. Dal lato pubblico, ovviamente, c’è speranza nel PNRR che dovrà contribuire fortemente al completamento delle infrastrutture.

Ma nulla avverrà senza la collaborazione tra i gestori di telecomunicazione. La abbiamo?