Il 5G è un cambiamento epocale non solo nella trasmissione dati, ma più in generale nell’intera visione del mondo, ovviamente grazie alla tecnologia che lo rende possibile.

È questo il messaggio che Qualcomm lancia dal palco virtuale del 5G Summit 2021, che si è svolto online dal 19 al 21 maggio.

L’azienda a suo tempo fondata da Andrew Viterbi è al centro dell’evoluzione che le reti 5G e il cloud propongono ovunque nel mondo, ma prima nelle nazioni economicamente più sviluppate.

Il device di riferimento nell’evento è la piattaforma Snapdragon 778G 5G, ma molto è stato raccontato sull’evoluzione delle infrastrutture sociali, lavorative, agricole e industriali.

Smart City già reale nel Qualcomm Smart Campus

Nelle smart city, Qualcomm ha già disponibile una intera IoT suite implementata nel suo Smart Campus. Una console centrale permette il controllo di ciò che succede.

Il numero di situazioni sotto controllo è enorme: dall’energia ai rifiuti, dai parcheggi agli edifici, dalla collaborazione ai digital twin e molto altro. I dati relativi vengono registrati da sensori e videocamere sia fisse sia su robot. Il 5G ridefinisce il concetto di territorio e Qualcomm nasconde la relativa complessità.

 

Lo smart working riparte dal Pc 5G

Parlando di collaborazione è centrale l’effetto del 5G sul lavoro a distanza, più o meno smart. “Niente sostituisce il contatto diretto”, ha detto Beth Kuen Monge, Direttore dell’Engineering in Qualcomm, “ma con una rete potente possiamo fare molte cose meglio di prima”. Il centro del contatto tra azienda e dipendente resta il personal computer, ma anche questo sta cambiando. Il 5G promette connessioni molto più affidabili di quelle attuali, senza che ciò influisca sulla durata delle batterie. Anzi è vero il contrario: usando i chipset Qualcomm e applicazioni nel cloud, la batteria dura molto di più di quanto siamo abituati a pensare.

Il terzo caposaldo è la sicurezza: affidarsi alla bassissima latenza del 5G permette di intercettare la gran parte degli attacchi che oggi creano problemi.

Reti virtuali: massima flessibilità

La corsa allo spettro può sembrare un incubo, viste le enormi differenze che ci sono tra le varie aree geografiche, ma l’espansione è visibile su scala planetaria.

Il corretto sfruttamento della nuova infrastruttura sarà reso possibile dall’ultimo passo nella virtualizzazione, ovvero il virtual Radio access network (vRan). La virtualizzazione della rete e del relativo software ha già semplificato l’introduzione di hardware specializzato per le singole necessità, ma il vRan porta la flessibilità e convenienza dello sviluppo di reti ad un punto molto più alto rispetto al livello abituale.

Si tratta di una combinazione piuttosto complessa da organizzare, ma le soluzioni Qualcomm hanno rimosso gran parte delle barriere tecniche ed industriali che bloccavano l’adozione sistematica di soluzioni efficienti nelle fabbriche del futuro e in un certo numero di situazioni che possono essere organizzate come fabbriche stesse.