La situazione attuale di Twitter è a dir poco curiosa e riflette appieno quello scollamento sempre più tipico tra mercati finanziari ed economia reale. Sono notizie dell’ultima ora infatti che il fatturato complessivo di Twitter nel secondo trimestre del 2015 è salito a 502 milioni di dollari, cifra che rappresenta quasi il doppio del risultato dello stesso trimestre del 2014 e che ha stupito positivamente più di un analista.

Eppure, nonostante ciò, il titolo a Wall Street è sceso alla preoccupante cifra di 26 dollari per azione, lo stesso fatto registrare nel novembre del 2013. Se pensiamo che al momento della quotazione iniziale un’azione di Twitter valeva 45 dollari, è facile immaginare un’ondata di vendite del titolo e, di conseguenza, un ulteriore ribasso del valore in borsa della grande T.

Sembra proprio che il social network fondato nove anni fa da Jack Dorsey, Noah Glass, Biz Stone ed Evan Williams continui ad attraversare un momento di evidente difficoltà, culminato a giugno con le dimissioni del CEO Dick Costolo, che è stato sostituito momentaneamente dallo stesso Dorsey, e con l’abbandono di altre importanti figure manageriali della società.

il 95% delle persone nei Paesi sviluppati conosce Twitter, ma solo il 30% lo utilizza veramente

Le cause di questa situazione instabile sono state individuate da numerosi analisti nella difficoltà di Twitter di capitalizzare la sua base utenti, che tra l’altro cresce ancora troppo lentamente e in modo incostante, soprattutto rispetto ad altre piattaforme social più attraenti e forse anche più semplici e intuitive da utilizzare. L’elezione di un nuovo CEO stabile e questo periodo temporaneo con Dorsey alla guida dell’azienda rappresenta per gli investitori un’ulteriore preoccupazione.

Il principale problema di Twitter continua però a essere l’assenza di un business plan capace di trasformare in moneta sonante il numero (comunque ingente) di utenti, a differenza di quanto sta invece facendo Facebook. Basti pensare che un secondo recente dato emerso durante la presentazione degli ultimi conti trimestrali il 95% delle persone nei Paesi sviluppati conosce Twitter, ma solo il 30% lo utilizza veramente.

Una situazione che lo stesso Dorsey ha definito come inaccettabile e che si aggiunge a un altro fatto ormai acclarato. Molti utenti online seguono magari assiduamente i tweet di conoscenti o di personaggi famosi, ma lo fanno dall’esterno senza essere iscritti al servizio e questo rimane un problema non di poco conto per l’azienda californiana.