Abbiamo praticamente vissuto (e lavorato) in video negli ultimi 20 mesi circa ed è logico che siano sorti problemi più o meno grandi sul coinvolgimento dei dipendenti e sulla gestione e necessità di strumenti di conversazione laterale. Quando si pensa alle dimissioni di massa che hanno colpito tantissime aziende (soprattutto negli USA) in seguito allo sconvolgimento pandemico, vedo emergere un’altra questione.

Le persone che praticano il lavoro a distanza non sviluppano relazioni forti tra di loro e, di conseguenza, sono meno fedeli al loro datore di lavoro. È un problema sorto sulle basi di altre preoccupazioni come un mentoring efficace e un collasso quasi completo dei programmi di tirocinio.

La mancanza di un social network

Ci sono molti vantaggi secondari nel lavorare in un ufficio che spesso diamo per scontati. Questi includono la creazione di mentori, lo sviluppo di nuove amicizie, la consapevolezza di opportunità inedite, le opportunità di stage e persino l’essere parte del “pettegolezzo interno” dell’ufficio (in modo da sapere cosa succede dietro le quinte).

Molte persone sono state in grado di mantenere relazioni lavorando da remoto. Ma quelle relazioni che sono state spesso definite da un pranzo o da una chiacchierata in sala pausa stanno diventando sempre meno frequenti e in certi casi non avvengono più. Ad esempio, la pratica di andare a cena a casa dei colleghi è del tutto svanita. Inoltre, di solito sono poche persone chiave in ufficio che organizzano attivamente feste di compleanno, eventi di gruppo e che generalmente costruiscono il cameratismo fondamentale per un’azienda sana e funzionante.

Con la fine di questi mini-eventi, gli organizzatori si sentono inefficaci e insoddisfatti e le aziende possono perdere il collante umano che tiene uniti i team. È un dilemma difficile da risolvere; sappiamo che alcune persone se ne vanno quando viene chiesto loro di tornare in ufficio, mentre altre potrebbero andarsene proprio perché non lavorano più in ufficio e non hanno più i legami profondi di prima che le legavano all’azienda.

Social media o MMORPG in soccorso?

Sarebbe bello se i social media, che inizialmente sembravano progettati per affrontare questo tipo di problemi, potessero essere davvero una risposta. Ma realtà come Facebook sono diventate pozzi neri di divisioni e sproloqui politici. Questa evoluzione sembra allontanare le persone, rendendo i social network (con LinkedIn come unica possibile eccezione) più un problema che un vantaggio.

reskilling formazione

I videogiochi, in particolare i giochi di ruolo online multiplayer di massa (MMORPG), sono diventati un modo per mantenere coinvolti alcuni membri del team. Tuttavia, questi mezzi probabilmente favoriscono solo coloro che stavano già giocando (e gli uomini in particolare), lasciando gli altri in disparte; cosa che, a sua volta, può portare a problemi con l’avanzamento professionale e il mentoring.

C’è poi una classe di giochi chiamata Party Games. Il Jackbox Party Pack è un esempio che potrebbe essere utilizzato per piccoli team building, ma non è stato presentato in questa luce e non sembra essere ampiamente utilizzato. Questi giochi sono inclusivi e divertenti e potrebbero essere sfruttati man mano che i dipendenti diventano sempre meno legati al loro attuale impiego.

Mentre le aziende intensificano gli sforzi di acquisizione dei dipendenti per far fronte a quella che sembra essere una carenza cronica di lavoratori, diventa fondamentale trovare un modo per impegnarsi nuovamente in modo sociale e sicuro per coinvolgere e trattenere i dipendenti remoti.

Relazioni a distanza?

Mentre proseguiamo in questa nuova normalità, in cui il lavoro a distanza è più la norma che l’eccezione, dobbiamo trovare nuovi modi per creare relazioni con i nostri colleghi. Queste reti sono fondamentali per la soddisfazione, la lealtà, l’avanzamento, il mentoring, il tirocinio dei dipendenti e sono una delle difese più efficaci contro il rischio di esodi di massa da parte dei lavoratori. Tali connessioni umane tendevano ad accadere organicamente in passato e, purtroppo, le davamo per scontate.

Ora invece accadono raramente, lasciando i dipendenti meno legati alle loro aziende di quanto non fossero una volta. Se non diamo la priorità a risolvere questo problema, vedremo senza dubbio conseguenze sempre più negative a lungo termine sulla produttività legata alla collaborazione. Le persone che non si conoscono bene non tendono a lavorare bene insieme e abbiamo bisogno che questa collaborazione sia produttiva e di successo.