Un gruppo di imprenditori tecnologici europei ha lanciato l’iniziativa Eurosky, un ambizioso progetto per costruire infrastrutture dedicate ai social media su suolo UE puntando a diminuire il controllo esercitato dai giganti tecnologici statunitensi. Il debutto ufficiale è avvenuto martedì scorso, accompagnato da una visione che coniuga sovranità digitale, moderazione decentralizzata dei contenuti e risposta alle esigenze espresse dagli utenti europei

La spinta all’azione è arrivata anche da un sondaggio YouGov commissionato da associazioni come People vs Big Tech e WeMove Europe, dal quale emerge un forte sostegno popolare in paesi chiave come Francia, Germania e Spagna, dove il 95% degli intervistati preferisce piattaforme social europee rispetto a quelle statunitensi. Questo consenso popolare ribadisce che la “fiducia digitale” è diventata un tema di rilievo per cittadini e istituzioni e che gli europei preferiscono uno spazio informativo regolato in base ai valori, leggi e regole europee, non in base a interessi privati o a governi stranieri .

Al cuore del progetto c’è un sistema di moderazione decentralizzato, ispirato alla piattaforma che ha reso celebre Bluesky e il suo protocollo AT. Questa tecnologia consente alle singole piattaforme social di agganciarsi a un servizio di moderazione non-profit gestito da Eurosky, esternalizzando così la gestione di contenuti problematici (illegalità, pornografia infantile, hate speech) a un sistema condiviso.

Bluesky ha introdotto un modello modulare basato su moderazione a “stack”, con strati differenti che permettono alle comunità di scegliere regole personalizzate oppure affidarsi a quelle di default. Con Ozone, strumento open source, qualsiasi soggetto può operare come “labeler”, applicando etichette sui contenuti e consentendo un sistema trasparente, interoperabile e democratico.

eurosky social

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Secondo Sherif Elsayed-Ali, uno dei promotori di Eurosky, l’approccio cooperativo e la natura non profit del servizio di moderazione “outsourcing” permetteranno alle startup e ai nuovi social network europei di superare agilmente la barriera più complessa, rappresentata dalla sicurezza e dalla conformità normativa. Questo faciliterebbe l’ascesa di nuove realtà, riducendo lo strapotere tecnologico delle piattaforme americane come Facebook e Instagram.

Il progetto ha ottenuto un forte riscontro politico, con quattro governi europei che avrebbero espresso interesse iniziale nel sostenere l’iniziativa, pur senza renderlo pubblico per motivi diplomatici. Tra i firmatari di Eurosky si evidenziano nomi già noti come Sebastian Vogelsang, creatore di Flashes (un competitor Instagram basato su Bluesky), e Robin Berjon, ex data strategist del New York Times.

Nel frattempo, Reuters ha diffuso dati secondo cui una parte degli utenti europei sta già migrando verso motori di ricerca e provider e-mail europei, citando la crescente preoccupazione per l’uso dei dati, le politiche fiscali aggressive delle Big Tech USA e i legami con ambienti politici conservatori oltreoceano.

Le sfide che attendono Eurosky non sono però poche. Tanto per cominciare, l’infrastruttura richiede risorse per restare operativa e aggiornata; inoltre, saranno necessari sia accordi tra Stati membri per regolare contenuti sensibili, privacy, responsabilità legale, sia applicazioni concrete e userbase attive per competere con le piattaforme consolidate.