Dopo tensioni politiche, negoziati opachi e minacce di bando, TikTok compie finalmente la mossa che Washington chiedeva da tempo. ByteDance, il gigante cinese che possiede la piattaforma social, ha raggiunto un accordo per trasferire una quota rilevante delle operazioni statunitensi a un gruppo di investitori americani, ponendo fine a uno dei casi più emblematici di conflitto tra tecnologia globale e sovranità nazionale.

L’intesa prende forma in una nuova entità societaria, definita internamente come una joint venture dedicata esclusivamente al mercato statunitense. Il nome scelto, TikTok USDS Joint Venture LLC, chiarisce già l’obiettivo, ovvero isolare, almeno sul piano operativo e decisionale, il perimetro americano dell’app dal suo gruppo di origine cinese. A emergere con forza, oltre al cambio di assetto proprietario, è la costruzione di una vera e propria architettura di sicurezza pensata per rispondere alle richieste del governo USA.

Il baricentro dell’operazione è rappresentato dal nuovo consorzio di investitori statunitensi, che nel complesso deterrà il 45% delle attività USA. Tra questi spicca Oracle, attore centrale sia come investitore, sia come partner tecnologico e garante della sicurezza. Al suo fianco figurano Silver Lake, nome storico del private equity tecnologico, e MGX, fondo con sede ad Abu Dhabi fortemente focalizzato su intelligenza artificiale e infrastrutture digitali. ByteDance conserverà una quota inferiore al 20%, una presenza significativa ma chiaramente non dominante, che segna una discontinuità netta rispetto al passato.

Crediti: Shutterstock

Crediti: Shutterstock

Il punto cruciale dell’accordo risiede nelle competenze attribuite alla nuova entità. La joint venture sarà infatti responsabile della gestione complessiva dell’app negli Stati Uniti, includendo la protezione dei dati degli utenti, la sicurezza degli algoritmi di raccomandazione, la moderazione dei contenuti e l’integrità del software. Si tratta, in altre parole, di tutte quelle aree che negli ultimi anni sono state al centro delle accuse di potenziale ingerenza straniera e di rischio per la sicurezza nazionale.

In questo contesto, Oracle assume un ruolo strategico ancora più delicato. Una volta completata l’operazione, l’azienda sarà formalmente designata come “trusted security partner”, con il compito di controllare e validare il rispetto delle condizioni di sicurezza nazionale concordate con il governo statunitense. Una chiara scelta politica, visto che affidare a un colosso americano dell’infrastruttura cloud la supervisione dei dati e dei sistemi significa offrire a Washington un interlocutore ritenuto affidabile e allineato.

La data di chiusura prevista, fissata al 22 gennaio 2026, colloca l’accordo in una traiettoria di medio periodo che riflette la complessità dell’operazione. Le somiglianze con il linguaggio e l’impostazione dell’ordine esecutivo firmato da Donald Trump a settembre non sono casuali. Quell’atto aveva già delineato la cornice politica entro cui TikTok avrebbe potuto continuare a operare negli Stati Uniti, subordinando la sua presenza a un sostanziale distacco dal controllo cinese.

Per ByteDance, questa intesa rappresenta infine un compromesso pragmatico. Da un lato, la società rinuncia a una parte significativa del controllo diretto su uno dei suoi mercati più importanti, ma in cambio ottiene ciò che per anni ha cercato di preservare, ovvero la continuità operativa di TikTok negli Stati Uniti.

(Immagine in apertura: Shutterstock)