Threads, l’app di microblogging di Meta legata a Instagram di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi, ha raccolto più di 30 milioni di adesioni in circa 18 ore dal suo lancio, emergendo come la prima vera minaccia per Twitter anche grazie all’enorme base utenti del social network di Meta e a un look simile a Twitter.

Soprannominata “Twitter-Killer”, Threads è disponibile al momento per iOS e Android solo in UK e negli USA ed è “il luogo in cui le comunità si riuniscono per discutere di tutto, dagli argomenti che ti interessano oggi a quelli che saranno di tendenza domani”, come si legge nella descrizione sull’App Store e sul Google Play Store. “Qualunque cosa ti interessi, puoi seguire e connetterti direttamente con i tuoi creatori preferiti e con altri che amano le stesse cose, oppure creare un tuo fedele seguito per condividere con il mondo le tue idee, le tue opinioni e la tua creatività”.

Sebbene Threads sia strettamente collegata a Instagram, è un’applicazione indipendente. Gli utenti possono mettere Mi piace, commentare, postare e condividere i post ed è anche possibile scegliere il pubblico a cui rispondere ai propri post: tutti, le persone che si seguono o solo quelle menzionate nel post. Threads non dispone però di hashtag e di funzioni di ricerca per parole chiave, il che significa che gli utenti non possono seguire eventi in tempo reale come su Twitter. Inoltre, non dispone ancora di una funzione di messaggistica diretta e non ha una versione desktop su cui fanno affidamento alcuni utenti, come le organizzazioni aziendali.

Attualmente non ci sono annunci pubblicitari su Threads e il CEO di Meta Mark Zuckerberg ha dichiarato che l’azienda penserà alla monetizzazione solo quando sarà chiaro il percorso per raggiungere 1 miliardo di utenti. Le relazioni pubblicitarie esistenti con Instagram e Facebook dovrebbero comunque aiutare le entrate di Threads, ha dichiarato Pinar Yildirim, professore associato di marketing presso la Wharton School dell’Università della Pennsylvania. “Facebook è una scommessa meno incerta rispetto a Twitter ed è un attore più importante nel mercato degli annunci”.

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Secondo Semafor, che cita una lettera consegnata ieri a Zuckerberg da un avvocato di Twitter, il social media di Elon Musk avrebbe risposto alla mossa di Meta minacciando una causa legale, anche se si tratta di una notizia non confermata. Dal canto suo Meta ha precisato che nessuno del team di ingegneri di Threads è un ex dipendente di Twitter.

È difficile però non pensare a Threads come a un “attacco” a Twitter, soprattutto in questo periodo in cui l’azienda di Musk sta attraversando non poche peripezie (ne abbiamo parlato qui nei giorni scorsi). “Il lancio di Threads da parte di Meta è arrivato nel momento perfetto per darle la possibilità di battere Twitter” ha dichiarato Niklas Myhr, professore di marketing alla Chapman University. “Threads partirà alla grande perché è costruito sulla piattaforma Instagram con la sua enorme base di utenti e se gli utenti adotteranno Threads, gli inserzionisti lo seguiranno a ruota”.

Altri concorrenti di Twitter non hanno per ora riscontrato un grande successo. Mastodon, un’altra applicazione simile a Twitter, ha 1,7 milioni di utenti attivi mensili, mentre Bluesky, sostenuta dal co-fondatore di Twitter Jack Dorsey, ha circa 265.000 utenti. Twitter aveva 229 milioni di utenti attivi mensili nel maggio 2022, secondo una dichiarazione rilasciata prima dell’acquisizione da parte di Musk.

Al momento di scrivere, Threads non è disponibile in Italia e negli altri Paesi europei (UK a parte) e non sappiamo nemmeno quando lo sarà. Sul web circolano già file APK della versione Android, ma bisogna fare attenzione perché potrebbero contenere malware, mentre per quanto riguarda iOS è possibile scaricare Threads ma solo se si ha un ID Apple aperto in USA o UK.