L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il nostro modo di cercare informazioni online, con sempre più persone scelgono strumenti come ChatGPT al posto dei motori di ricerca tradizionali (Google in primis) cambiando radicalmente le dinamiche della scoperta digitale. Un recente sondaggio condotto da Adobe su un campione di 1.000 persone negli Stati Uniti (tra cui 800 consumatori e 200 marketer e piccoli imprenditori) offre uno spaccato dettagliato di questa trasformazione.

La crescita della “ricerca conversazionale”

Il primo dato significativo riguarda l’utilizzo diretto di ChatGPT come alternativa a Google. Il 77% degli intervistati ha infatti dichiarato di utilizzare ChatGPT come motore di ricerca, mentre quasi uno su quattro (24%) lo considera la prima scelta. In particolare, la Generazione Z è quella che guida questo cambiamento, con un 28% che inizia le proprie ricerche su ChatGPT.

Il fenomeno attraversa tutte le fasce d’età: l’80% degli utenti della Generazione X lo utilizza, seguiti da Gen Z (77%), Millennial (75%) e perfino i baby boomer (74%), segno che la ricerca tramite IA sta diventando un comportamento trasversale e consolidato. Ma cosa cercano gli utenti con ChatGPT? La maggior parte pone domande quotidiane (55%) oppure lo utilizza per attività creative e di brainstorming (53%), ma una parte significativa si affida all’IA anche per consigli finanziari (21%) o per shopping online (13%).

ChatGPT Google

Se da un lato cresce l’utilizzo, dall’altro gli utenti vogliono risposte affidabili; non deve quindi stupire se la chiarezza, l’utilità e la velocità delle risposte sono le caratteristiche più apprezzate. Il 54% degli intervistati ha scelto ChatGPT perché capace di riassumere rapidamente argomenti complessi, mentre un terzo ha apprezzato la minore quantità di clic necessaria rispetto a Google per arrivare a un’informazione utile.

La grande forza dell’IA sembra però risiedere nella sua capacità di gestire domande aperte e creative, con l’81% degli utenti che dichiara di preferire ChatGPT in questi casi. Inoltre, il 77% percepisce le risposte dell’IA come più personalizzate rispetto a quelle fornite dai motori di ricerca tradizionali.

Questo approccio più “umano” ha anche effetti concreti sulle scelte d’acquisto, tanto che il 36% degli intervistati ha scoperto un nuovo prodotto o brand grazie a ChatGPT, percentuale che sale al 47% per la Gen Z e al 37% per la Gen X. Un dato che conferma l’emergere dell’IA come nuovo canale di scoperta commerciale. Anche il livello di fiducia si sta spostando, con tre persone su dieci che dichiarano di fidarsi di ChatGPT più che di Google.

Piccole imprese e marketing: la corsa alla visibilità IA

Il cambiamento non riguarda solo i consumatori. Sempre più marketer e imprenditori stanno infatti includendo ChatGPT nelle loro strategie promozionali; il 47% degli intervistati in questo gruppo già lo utilizza per attività di marketing, come la scrittura di descrizioni prodotto, post per i social media e articoli per blog.

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Inoltre, due terzi dei professionisti dichiarano che nel 2025 aumenteranno l’attenzione sulla visibilità IA, con l’obiettivo di far apparire il proprio brand nelle risposte generate da strumenti come ChatGPT. Il concetto di “posizionamento” non riguarda quindi più solo Google: essere presenti nelle risposte dell’IA è ora un obiettivo prioritario.

Tra i formati più efficaci per ottenere visibilità, spiccano i contenuti basati sui dati (57%) e le guide pratiche (51%). Questi formati si prestano a essere interpretati come risposte utili e pertinenti dagli algoritmi conversazionali, migliorando le probabilità di “apparire” in contesti rilevanti.

Il quadro che emerge dal sondaggio di Adobe è insomma quello di un cambiamento radicale nelle abitudini digitali. ChatGPT e strumenti simili non vengono più percepiti solo come assistenti virtuali, ma come portali di accesso alla conoscenza, alla creatività e persino al commercio.

I consumatori li usano per chiedere, scoprire e decidere, mentre i brand più lungimiranti stanno già adeguando le proprie strategie, trattando l’IA generativa alla stregua di un nuovo canale di visibilità accanto ai tradizionali motori di ricerca.

(Immagine in apertura: Shutterstock)