Nelle ultime settimane si è assistito a un vero e proprio assalto alla diligenza ai danni di Flash, il tanto odiato e vituperato software di Adobe per la riproduzione di contenuti multimediali sul web (ma non solo). I motivi di così tanto risentimento sono sempre quelli, ovvero la scarsa sicurezza (l’individuazione delle ultime e gravi falle zero day risale a un mese fa), le prestazioni sui dispositivi mobile (Flash è tutt’altro che leggero da far girare) e l’affidabilità.

Alcuni giganti dell’industria tecnologica come Facebook, Google, YouTube e in minor parte Mozilla hanno già attuato piani (o li stanno attuando) per sbarazzarsi definitivamente di Flash a favore di HTML 5 e a questi quattro si è aggiunto recentemente anche Amazon.

A partire dal 1 settembre infatti il sistema di advertising di Amazon non utilizzerà più il software Adobe e questo cambiamento, come recita lo stringato annuncio del colosso mondiale dell’e-commerce, “assicurerà ai clienti un’esperienza positiva su Amazon e siti affiliati, oltre a garantire funzionamento e performance ottimali per i messaggi pubblicitari visualizzati online”.

Sempre nel comunicato di Amazon si legge che si tratta di “una scelta dettata dai recenti aggiornamenti delle configurazione del browser Google Chrome, e di quelle esistenti di Mozilla Firefox e Apple Safari, che limitano la rappresentazione di contenuto Flash sulle pagine Web”.

Quest’ultimo di Amazon è l’ultimo tassello di un progressivo e forse inevitabile abbandono di Flash, che però non sembra ancora destinato a una morte istantanea. Basti pensare che realtà importanti come Spotify e HBO non sembrano per ora intenzionate a mollare il software di Adobe, che tra l’altro rappresenta ancora una fetta importantissima di tutta la scena videoludica dei browser-game, ovvero di quei videogiochi da giocare direttamente sul web.