Il metaverso protagonista al Techno-Urology Meeting che si è svolto in aprile al San Luigi Gonzaga di Orbassano presso Torino. Per la prima volta chirurghi di tutto il mondo hanno condiviso e sperimentato questa tecnologia insieme alle innovazioni tecnologiche in ambito clinico e di ricerca sviluppate dal team guidato da Francesco Porpiglia, dell’Università di Torino. Sedici gli interventi chirurgici, in tempo reale, pianificati in questo modo. Un paziente affetto da neoplasia renale è stato operato in Belgio da Alexandre Mottrie presso l’Olv Hospital di Aalst e l’intervento è stato condiviso e discusso nel metaverso tra il chirurgo belga e gli altri colleghi – fisicamente presenti nell’Auditorium del San Luigi Gonzaga di Orbassano – riuniti all’interno di una stanza virtuale con i loro avatar che interagivano con il modello 3D del paziente. In totale erano i 250 i chirurghi presenti all’Auditorium dell’Ospedale di Orbassano e oltre cinquecento quelli collegati da remoto.

Organi in 3D

La pianificazione di un intervento urologico, con il ricorso al metaverso, viene pianificata partendo dalle immagini radiologiche tradizionali da cui, grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale, si ottengono modelli virtuali in 3D ad alta risoluzione che riproducono fedelmente l’organo del paziente. Questi vengono poi condivisi e studiati anche da utenti a distanza, che hanno la possibilità di navigare all’interno degli stessi analizzando con estrema precisione i dettagli anatomici dell’organo da operare.

A oggi le applicazioni più promettenti in ambito chirurgico urologico sono quelle della pianificazione della chirurgia conservativa renale e prostatica per patologia oncologica. Infatti, un attento studio preoperatorio dell’anatomia vascolare renale e dei rapporti del tumore con le strutture anatomiche sane (per quanto riguarda la neoplasia renale) o per la preservazione delle strutture neurovascolari (per quanto riguarda la neoplasia della prostata) permette di eseguire interventi chirurgici sempre più precisi con l’obiettivo di trattare la malattia oncologica e ottenere la massima preservazione dell’organo sano nell’ottica di quella che viene chiamata chirurgia di precisione.

Oltre all’anteprima mondiale dell’adozione del metaverso in urologia, in questa edizione del Techno-Urology Meeting sono stati anche presentati e utilizzati nuovi modelli 3D degli organi del paziente – HA3D, Hyper Accuracy 3D Model – che offrono dettagli anatomici senza precedenti e consentono una pianificazione operatoria estremamente precisa, e l’intelligenza artificiale applicata agli interventi chirurgici, in cui il modello virtuale dell’organo viene sovrapposto automaticamente all’anatomia del paziente per ottenere immagini di realtà aumentata in grado di guidare il chirurgo durante le fasi più critiche dell’intervento e garantire così un minimo impatto sulla funzionalità dell’organo.

Attualmente – spiega Porpiglia – siamo nella prima fase della nuova era del metaverso in cui le sue applicazioni vengono sperimentate e sono purtroppo gravate da limitazioni all’accessibilità e da elevati costi. A breve è atteso l’avvento di una seconda fase che coinciderà con una più facile fruizione di questa tecnologia e con il raggiungimento di un maggior numero di utenti grazie al miglioramento dei software e dei visori di realtà aumentata. Si apriranno quindi le porte a nuovi scenari assistenziali quali la creazione dei cosiddetti meta-ospedali dove gli avatar dei pazienti di tutto il mondo possono eseguire consulti con specialisti di ogni parte del mondo in modo immersivo”.

L’utilizzo in oncologia

Intanto, sempre in Piemonte, l’IRCCS di Candiolo vuole utilizzare il metaverso contro il cancro. L’obiettivo è di migliorare gestione e assistenza multidisciplinare dei pazienti oncologici grazie a un investimento di due milioni di euro per entrare nel metaverso in un’area dedicata di duemila mq, applicando ai tumori urologici, come il carcinoma alla prostata e quello al rene, le possibilità offerte dalla condivisione virtuale dei casi clinici e dalla gestione del preoperatorio e del follow-up attraverso telemedicina e telemonitoraggio applicate al metaverso.

Negli ultimi due decenni abbiamo assistito a una vera rivoluzione digitale, accelerata dalla pandemia che oltre ad accrescere l’alfabetizzazione digitale di pazienti e medici ha anche portato a una nuova consapevolezza del potenziale delle nuove tecnologie di realtà virtuale – spiega Antonino Sottile, direttore generale IRCCS di Candiolo – La sinergia fra la telemedicina, l’accesso a reti wireless 5G che consentono una trasmissione dei dati sempre più rapida e precisa, l’intelligenza artificiale con la possibilità di gestire grandi quantità di dati, stanno aprendo infatti prospettive promettenti per medici e pazienti che nel mondo virtuale trovano già nuove opportunità per una gestione migliorata delle patologie, quelle oncologiche in primis“.

Grazie ai visori dedicati che permettono agli utenti di immergersi nel metaverso virtuale, per esempio, è possibile per i medici incontrare gli avatar di colleghi ovunque in Italia e nel mondo così da condividere le informazioni cliniche e le decisioni d’intervento, fruendo di contenuti digitali come le immagini da Tac e risonanza magnetica o addirittura di modelli di nuova generazione che ricostruiscono in tre dimensioni l’anatomia degli organi del singolo paziente. “Possiamo insomma immaginare una stanza virtuale con un tavolo attorno al quale si siedono specialisti che possono essere ovunque, per valutare e osservare tutti assieme i dati di ogni caso clinico nel mondo virtuale e nella più completa multidisciplinarietà, che sappiamo essere il mezzo migliore per offrire ai nostri pazienti, specialmente i più complessi, l’approccio di cura migliore”, precisa Sottile.

Applicazioni concrete del metaverso sono già realtà all’Istituto Oncologico di Candiolo. “I chirurghi avranno già da aprile la possibilità di allenarsi su modelli virtuali specifici realizzati a partire dai dati anatomici e clinici del singolo paziente, migliorando così le loro competenze ma soprattutto l’esito degli interventi nella realtà, perché potranno esercitarsi virtualmente tutte le volte che sarà necessario prima di intervenire sul paziente in carne e ossa – afferma Anna Sapino, direttore scientifico. “Allo stesso tempo sarà sperimentata una piattaforma che consentirà anche ai pazienti di entrare in stanze virtuali dove potranno interagire con i medici a distanza vivendo nell’ambiente del metaverso, e potranno fruire di opportunità come una consulenza preoperatoria virtuale in cui vengano visualizzati i modelli 3D dell’organo interessato” precisa Felice Borghi, direttore Area Chirurgica IRCCS di Candiolo.

Per l’assistenza postoperatoria, i chirurghi potranno visitare i pazienti in una sorta di clinica virtuale nel metaverso, sfruttando la possibilità offerta dai dispositivi di telemedicina e telemonitoraggio che sono già disponibili con il progetto “HealthLine Nuovo Paradigma di Cure Integrate and Digital & Conversational Triage” e che consentono di eseguire un esame fisico completamente virtuale che include osservazione, auscultazione e la raccolta dei segni vitali. Anche se il metaverso è ancora in fase sperimentale, quindi, le sue potenzialità sono grandi sia per i pazienti sia per i medici perché potrà aiutare a migliorare la qualità del sistema sanitario in termini di accesso alle cure, condivisione dell’esperienza clinica e formazione chirurgica standardizzata, aiutando tutti gli specialisti a ottimizzare la qualità dell’assistenza.