La riapertura mondiale post-pandemia sta assumendo contorni imprevisti. Probabilmente il lavoro da remoto resterà parte delle nostre abitudini a lungo, almeno in una parte significativa. Svariate forme di collaborazione inclusiva sono già oggi disponibili e si propongono come piattaforme di servizi aziendali.

I luoghi virtuali di collaborazione, con funzionalità più estese di una videoconferenza, ma in certi casi anche più di un evento in presenza, esistono già. Il passato dei mondi virtuali e dei social media, però, insieme alle promesse di alcuni venditori di servizi, confondono il messaggio e trattengono dagli usi già concreti.

Qualunque cosa sia, non chiamiamolo metaverso, ma collaborazione immersiva. È questo quel che chiede DXC nella prima presentazione alla stampa della sua piattaforma di collaborazione sviluppata con Virbela, in cui comunque il termine ricorre spesso.

DXC-metaverse-journey

Teletrasporto e sicurezza

Dopo le piattaforme di social media, ecco quelle di collaborazione immersiva. Numerosi i servizi: incontri più o meno ludici, riunioni con proiezioni di slide, grafiche o video, permettono di immaginare strumenti futuri che la fisica reale non permette.

DXC-SalaRiunione

Alcuni esempi vengono subito alla mente: il teletrasporto e l’audio controllato. Nel metaverso puoi spostarti con un clic, quindi senza alcun imprevisto né ritardo in una lista comunque lunga di appuntamenti successivi. Inoltre esistono sale private nelle quali i contenuti, come la voce o le immagini, non oltrepassano le porte o le finestre, come succede nel mondo reale.

Certo tutto ciò è vero a meno di un tentativo malevolo, ovviamente di tipo informatico. Come ogni cosa nuova, infatti, anche per il metaverso ci si pongono dubbi e timori sulla effettiva sicurezza.

Su questo punto è stato chiaro Mark Huges, Global Security Leader: “il metaverso è sicuro quanto qualsiasi altro strumento di business”, parlando di aspetti fisici, di identità e di privacy, anche se rispetto alle soluzioni classiche il numero e tipo di device è aumentato (si pensi all’IoT).

I tre principali benefici di questa nuova collaborazione sono l’abbattimento dell’impronta ecologica, la più completa collaborazione e l’abitudine al cambiamento culturale.

Nuovi contenuti e nuovo valore

La proposta di DXC, per aggiungere valore sulla piattaforma, comprende l’ottimizzazione del posto di lavoro, la creazione di spazi e oggetti 3D come nuovi contenuti, gestione dell’esperienza (la meta-versione della customer satisfaction) e l’integrazione in digitale con tutti i system of records. Queste novità vanno aggiunte a una gamma di servizi di gestione e supporto in continuo adattamento alle nuove forme di collaborazione.

DXC-expo

Grazie a questo approccio, DXC si propone quindi come fornitore agnostico di collaborazione nel metaverso. I suoi dipendenti sono entusiasti della piattaforma, ma non c’è certo da stupirsi. È però rilevante notare che il 46% di loro ritiene già oggi il metaverso come un chiaro differenziatore nel business: le aziende che ne fanno uso, insomma, sono avvantaggiate, frenate da meno lacci rispetto al passato.

DXC-Soccer

E un altro laccio del quale liberarsi è quello che ci lega al presente, impedendoci di pensare al futuro. L’ambiente virtuale può essere determinante per attrarre talenti, come evidenziano alcuni dati proposti da Anne-Marie Wallace, Early Careers and Skills Development Lead.

L’80% della Generazione Z vuole essere a stretto contatto con la tecnologia più avanzata; per il 91% di loro, la tecnologia è un punto d’influenza nella scelta del posto di lavoro;

È una generazione che non vede come netta la differenza tra metaverso, AR e VR. Il futuro è loro.