Google rimanda l’addio ai cookie di terze parti: i marketer tirano un sospiro di sollievo
In una mossa inaspettata, Google ha deciso di abbandonare il progetto, annunciato quattro anni fa, di bloccare i cookie di terze parti nel suo browser web Chrome.
I cookie sono piccoli file memorizzati sul dispositivo dell’utente che consentono agli inserzionisti di monitorare l’attività online e personalizzare la pubblicità. Google, invece di bloccare i cookie di terze parti, perseguirà un nuovo approccio che offrirà agli utenti una “scelta informata applicabile a tutta la navigazione web” e sta discutendo i prossimi passi con le autorità di regolamentazione.
Ciò suggerisce che la grande G non stia abbandonando il suo approccio alternativo alla pubblicità, ma che permetterà a un sistema basato su cookie di terze parti di operare in parallelo. In definitiva, significa che le persone continueranno a vedere in futuro un pop-up che chiede loro di attivare o disattivare i cookie.
I cookie di terze parti sono stati storicamente una parte essenziale del funzionamento della pubblicità digitale, consentendo agli inserzionisti di tracciare il comportamento degli utenti su più siti web.
Il piano di Google di sostituire i cookie, denominato Privacy Sandbox, è potenzialmente in grado di ottenere i risultati per i quali era stato ideato, anche se ciò richiede un lavoro significativo e avrà un impatto su editori, inserzionisti e tutti coloro che sono coinvolti nella pubblicità online. Google continuerà inoltre a investire in Privacy Sandbox e si prepara a continuare il confronto con le autorità della concorrenza e della privacy di tutto il mondo. “Non vediamo l’ora di continuare a collaborare con l’ecosistema nella prossima fase del percorso verso un web più privato”, si legge nel comunicato di Google.