Il 20 dicembre 1990, un computer NeXT di un laboratorio del Cern di Ginevra cominciava a servire la prima pagina web della storia, questa. Tim Berners Lee,che l’anno prima aveva pubblicato un progetto per semplificare la condivisione di testi e immagini su Internet, aveva appena messo a punto i rudimenti fondamentali degli elementi da allora hanno tenuto in piedi la struttura di Internet fino a oggi: il protocollo http, il linguaggio html e l’url.

La pagina altro non era che una presentazione del concetto di World Wide Web, una lista dei primi server disponibili in rete, link a strumenti software utili alla creazione e navigazione delle pagine, una lista di persone coinvolte nel progetto eccetera.

La prima pagina web della storia descriveva il progetto del World Wide Web e pubblicava risorse utili a sviluppare software compatibile e condividere contenuti.

La prima pagina web della storia descriveva il progetto del World Wide Web e pubblicava risorse utili a sviluppare software compatibile e condividere contenuti.

Da allora il web ne ha fatta di strata, e così Tim Berners Lee (divenuto “Sir” nel frattempo), che continua a essere coinvolto nel World Wide Web Consortium, organismo che sviluppa e ratifica gli standard aperti del web per garantire il suo sviluppo.

Sir Tim Berners Lee, l'inventore del Web.

Sir Tim Berners Lee, l’inventore del Web.

Berners Lee è anche impegnato nel promuovere una visione del web aperta, libera e senza censure. Questo tipo di lavoro sembra più che mai necessario, in parte perché solo di recente abbiamo scoperto quanto vasta e profonda sia l’azione di alcuni governi sulla rete. Bug e backdoor introdotte deliberatamente in prodotti commerciali come in protocolli e software liberi; creazione di dossier di massa; intercettazioni condotte senza garanzie giuridiche; filtri e censure che tagliano fuori porzioni rilevanti della popolazione mondiale dalla condivisione di idee e informazioni con il resto del mondo.

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Altre minacce al web come lo abbiamo conosciuto finora arrivano invece dagli sviluppi tecnologici e commerciali. Da un lato, social network, app e piattaforme chiuse catturano pubblico e contenuti e li chiudono in recinti di cui solo i proprietari possiedono le chiavi; dall’altro, operatori di telecomunicazioni cercano di far passare il concetto di “internet preferenziale”, in cui alcuni contenuti possono essere fruiti a costi o con velocità differenti.

Malgrado ciò, il web ha resistito solidamente per 25 anni. Merito di un’idea intelligente, ma anche di un’impostazione filosofica: pochi mattoni, combinabili liberamente, e standard aperti che possono essere adottati liberamente da chiunque voglia produrre software o pubblicare contenuti.

Buon compleanno, World Wide Web.