L’Italia è notoriamente uno dei paesi al mondo in cui si mangia meglio, e il cibo è una delle passioni e degli argomenti di conversazione preferiti dagli italiani. Eppure in Italia l’eCommerce alimentare storicamente arranca alle spalle di altri comparti di spesa online come turismo, informatica/elettronica di consumo, e arredamento. Le cose però iniziano a cambiare, visto che, come ha reso noto recentemente l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, il settore “Food & Grocery” nel 2018 è stato quello che è cresciuto di più dell’eCommerce in Italia, segnando un +39% annuo e raggiungendo 1,6 miliardi di euro.

L’Osservatorio comprende nel Food & Grocery sia l’alimentare che l’healthcare, ma l’alimentare è la componente nettamente preponderante (89%), e a sua volta è distinto in Grocery Alimentare (prodotti da supermercato) con un valore eCommerce di 476 milioni di euro (+45%), Enogastronomia (prodotti di nicchia) con 383 milioni di euro (+24%) e Food Delivery (piatti pronti) con 566 milioni di euro e una crescita addirittura del 56%.

L’ottima performance dell’eCommerce Food and Grocery quest’anno è attribuita dall’Osservatorio all’ampliamento della copertura nelle città medio-grandi, e della gamma di prodotti disponibili. Oggi infatti il 93% delle città italiane con oltre 50.000 abitanti è coperto da servizi di consegna a domicilio: due anni fa solo il 74% di esse lo era.

Perché l’eCommerce alimentare (finora) arranca

Ma nonostante la notevole crescita, la cifra di 1,6 miliardi di euro resta piuttosto contenuta (solo il 5%) rispetto al totale delle spese online degli italiani. La ragione è storica ed è dovuta alla relativa piccola dimensione dei retailer alimentari italiani rispetto ad altri paesi, alle difficoltà logistiche di consegna in un paese geograficamente complicato come il nostro, e alla complessità di integrare l’eCommerce con gli altri canali per i prodotti “freschi”.

I molti progetti avviati e consolidati negli ultimi anni hanno potenziato un’offerta online fino a qualche tempo fa piuttosto limitata, ma la strada è ancora lunga, spiega Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio. Oggi poco più di due terzi degli italiani (68,5%, era il 64% due anni fa) possono fare online la spesa da supermercato, ma con un livello di servizio non sempre adeguato alle aspettative, e meno della metà (il 47%, ma era il 31% nel 2017) è coperta potenzialmente dal servizio di consegna a domicilio di piatti pronti.

“L’attivazione di un’iniziativa eCommerce rappresenta solo l’inizio di un processo lungo e difficile di integrazione tra canali che richiede scelte di lungo periodo, continui investimenti (in tecnologia e non solo) e sviluppo di competenze. Solo così è possibile superare i connotati ancora sperimentali di molte iniziative, garantire una copertura territoriale più estesa e offrire un livello di servizio idoneo. È nello sviluppo di questo settore (che in assoluto è il primo nel paniere degli acquisti degli italiani) che si gioca il futuro dell’eCommerce nel nostro Paese”.

L’impegno degli operatori del retail alimentare si nota anche nelle modalità di consegna della spesa acquistata online, con opzioni innovative come il click&collect “in store”, cioè il ritiro al supermercato, o il drive-in, e con soluzioni sempre più semplici, come l’abbonamento o la disponibilità di liste della spesa preimpostate.

“Un esempio sono i servizi sempre più diffusi di meal-kit, che consentono di ricevere un box con tutti gli ingredienti per realizzare una cena a casa: un servizio che aggiunge un forte elemento esperienziale alla consegna”, commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Il digitale permette di sperimentare nuovi modelli e l’evoluzione del Food&Grocery è appena iniziata. Solo le imprese in grado di coniugare le nuove esigenze dei consumatori con le nuove tecnologie potranno essere vincenti”.