A parte i cosiddetti Big Four (Chrome, Firefox, Edge e Safari), la scelta per chi cerca un browser web alternativo è comunque piuttosto ampia tra i vari Vivaldi, Brave, Opera e altri ancora. Tra questi spicca Epic, un browser quasi sconosciuto sviluppato in India che, per distinguersi il più possibile dalla massa, ha deciso di puntare tutto sulla privacy. Abbiamo utilizzato a lungo Epic su Windows e macOS (i due sistemi operativi finora supportati) per capire cos’è, cosa fa e cosa non fa. Ecco il risultato.

Cosa c’è sotto il cofano di Epic?

Epic è basato su Chromium, il progetto open-source che Google e altri sostengono. Google utilizza Chromium per fornire il codice sorgente al suo browser Chrome; altri browser non Google che dipendono da Chromium includono Opera, Brave e Qihoo 360, uno dei browser cinesi più popolari in patria. Poiché Epic si affida a Chromium, le tecnologie di back-end alla base di Chrome come il motore di rendering Blink e il motore JavaScript V8 sono integrate anche in Epic.

Epic viene aggiornato come Chrome?

Non proprio. Poiché gli sviluppatori di Epic devono avere il codice finale di una versione di Chromium prima che possano iniziare a sovrapporre i componenti specifici di Epic in cima al framework open source, di solito arrivano leggermente dopo gli aggiornamenti che Google rilascia per Chrome.

Quando abbiamo recentemente scaricato e installato l’ultima versione di Epic per macOS, lo user agent del browser segnalava Chromium 63 (l’edizione di Windows era invece basata su Chromium 62). Nel frattempo l’ultima release di Chrome per Mac riportava Chromium 67. Google ha utilizzato Chromium 63 per produrre Chrome 63, che è sbarcato sul canale stabile il 6 dicembre 2017; Epic è quindi più di sei mesi dietro a Chrome. Altri browser basati su Chromium soffrono della stessa “sindrome” da ritardatari. La versione corrente di Opera, ad esempio, utilizza Chromium 65, già alla base della versione di Chrome che ha debuttato a marzo.

Cosa c’è di diverso in Epic?

“Crediamo che ciò che cercate online sia privato e non debba interessare nessun’altro” ha affermato Hidden Reflex, l’organizzazione dietro a Epic, nella sezione principale delle FAQ sul sito web ufficiale del browser. Ogni browser in realtà pretende di salvaguardare la privacy degli utenti, ma Epic ha preso questa missione molto più seriamente, diminuendo di fatto la quantità di informazioni che il browser riversa nel mondo esterno.

Ad esempio, mentre i browser rivali permettono di abilitare manualmente una modalità che elimina automaticamente tutte le tracce della cronologia di navigazione (Navigazione in incognito di Chrome o la Navigazione privata di Firefox), Epic viene eseguito solo in tale modalità. Quando un utente chiude Epic, vengono eliminate automaticamente le tracce della navigazione, inclusi tutti i cookie, tutta la cronologia di navigazione e tutti i contenuti della cache del browser.

Epic esegue inoltre tutte le richieste di ricerca tramite un servizio proxy (in realtà una VPN integrata) gestito proprio da Hidden Reflex. Ciò significa che i motori di ricerca non possono risalire all’indirizzo IP reale dell’utente e quindi non possono tracciare l’utente con quell’indirizzo. Il proxy/VPN può anche essere attivato manualmente facendo clic su un’icona accanto alla barra degli indirizzi per mascherare l’indirizzo IP, impedendo a siti, servizi e app online di registrare la posizione.

browser web epic

C’è solo questo?

No. Ad esempio, mentre alcuni dei Big Four bloccano gli annunci (Firefox integrerà un ad-blocker prima della fine dell’anno, ma non si sa bene cosa bloccherà) o cercano di bloccare il tracking (le mosse provvisorie di Safari con Intelligent Tracking Protection di Apple), nessun browser in realtà fa entrambe le cose. Epic blocca nel modo più efficace possibile tutti gli annunci, nonché una serie di tracker di annunci e tecniche di tracciamento che tentano di seguire gli utenti durante la loro navigazione online o di identificarli.

Se Epic è basato su Chrome, invia dati a Google?

Hidden Reflex, il produttore del browser, dice di no. “Epic per impostazione predefinita rimuove tutti i servizi Google da Chromium in modo che la vostra navigazione non passi attraverso i server di Google”, si legge nella FAQ del browser. In termini pratici ciò significa che i servizi che si appoggiano ai server di Google, tra cui l’auto-suggerimento nella casella dell’indirizzo e la traduzione della lingua, sono gestiti da Epic localmente o non sono disponibili.

Ovviamente, non c’è alcuna garanzia che Google non raccoglierà informazioni da Epic, perché molto dipende dall’utente. Nelle sue FAQ, il creatore del browser consiglia agli utenti di non accedere al proprio account Gmail, ad esempio. “La nuova politica sulla privacy di Google consente di aggregare i vostri dati personali in tutti i suoi servizi”, si legge sempre nella FAQ. “Quindi, se avete effettuato l’accesso a Gmail, Google può tenere traccia delle vostre ricerche.”

Qual è il lato negativo di Epic?

Epic blocca quasi tutti i componenti aggiuntivi del browser. Se non potete fare a meno di una o due estensioni di Chrome, potrebbe essere un grosso problema. Anche se possono essere molto utili, gli add-on rappresentano un rischio di sicurezza e privacy molto ampio e quindi Epic consente di utilizzare solo alcuni componenti aggiuntivi ritenuti attendibili.

Tra i pochi add-on che funzionano con Epic ci sono i gestori di password come LastPass e RoboForm, Evernote Web Clipper, che ritaglia contenuti e li archivia in Evernote, e le estensioni di sincronizzazione dei segnalibri come Pocket. Inoltre, alcuni siti e servizi web non funzioneranno con Epic. Per visualizzare i contenuti televisivi e cinematografici di Netflix, ad esempio, gli utenti devono installare il componente aggiuntivo IE Tab.

Il browser manca anche di un business plan e se è vero che esiste dal 2013, non c’è alcuna certezza che possa durare nel tempo. Hidden Reflex sta comunque studiando un modo per mantenersi finanziariamente a galla e, tra le possibilità citate, spiccano servizi di privacy premium, sponsor sulla nuova scheda (qualcosa che Mozilla ha già provato) e ricerca di sponsor privati.