Power11 di IBM promette server più efficienti, economici e resilienti per cloud e AI

Con il lancio ufficiale della nuova gamma di server Power11 previsto per fine mese, IBM inaugura una nuova era per l’infrastruttura IT aziendale, portando con sé innovazioni che rispondono alle esigenze emergenti di performance, continuità operativa, sicurezza informatica e integrazione dell’intelligenza artificiale. Più che un semplice aggiornamento hardware, Power11 rappresenta un’evoluzione radicale della piattaforma server Power, diffusa soprattutto in settori come finanza, sanità, pubblica amministrazione e grande distribuzione per la gestione dei carichi di lavoro mission-critical.
Secondo IDC, entro il 2028 verranno sviluppate oltre un miliardo di nuove applicazioni, molte delle quali integrate con l’intelligenza artificiale. Power11 nasce per rispondere a questa sfida, offrendo un’infrastruttura progettata per operare always-on con la flessibilità del cloud ibrido, sia on-premise sia attraverso IBM Cloud.
La novità più attesa è l’introduzione di IBM Spyre Accelerator, un system-on-chip per l’inferenza AI che sarà disponibile nel quarto trimestre del 2025. Spyre sarà integrato non solo in Power11, ma anche nei sistemi IBM z17 e LinuxONE 5, offrendo accelerazione AI avanzata su tutta la gamma enterprise.
Uno dei tratti distintivi di Power11 è l’affidabilità del 99,9999%, la più alta mai registrata nella storia della piattaforma. A questo si aggiunge lo zero downtime pianificato grazie a funzionalità di manutenzione avanzate che permettono l’installazione automatica delle patch e lo spostamento dinamico dei carichi di lavoro, senza mai mettere offline le applicazioni critiche.
Questo paradigma di gestione proattiva è potenziato da IBM Concert, la piattaforma di AI generativa che supporta la rilevazione dei rischi, fornisce insight intelligenti e automatizza la risoluzione dei problemi. Il tutto è affiancato dai servizi TLS (Technology Lifecycle Services) di IBM, che completano l’offerta con supporto infrastrutturale arricchito da intelligenza artificiale.
IBM Power11 integra inoltre Power Cyber Vault, una soluzione conforme al framework NIST che rileva minacce ransomware in meno di un minuto. Grazie a snapshot immutabili, la piattaforma è in grado di proteggere i dati da attacchi che mirano alla crittografia o al danneggiamento delle informazioni; non manca il supporto alla crittografia quantum-safe, già approvata dal NIST, per proteggere i sistemi da minacce emergenti come gli attacchi “harvest-now, decrypt-later”.
Rispetto al Power9, il nuovo Power11 promette fino al 55% di miglioramento delle prestazioni per core, mentre i sistemi di fascia bassa e media offrono fino al 45% in più di risorse di calcolo rispetto al Power10. Questo incremento permette alle aziende di aumentare la flessibilità operativa, accelerare i processi e ridurre la complessità della gestione IT, grazie anche a un ricco ecosistema di strumenti di automazione.
Tra questi spicca watsonx Code Assistant for i, pensato per modernizzare le applicazioni RPG su IBM i. Come riportato da Jasmine Kaczmarek, VP of Technology di MR Williams, l’utilizzo di watsonx ha permesso di completare un’analisi in 20 minuti contro le sei ore necessarie a un senior developer, con un aumento di produttività di 18 volte.
Power11 si presenta come una piattaforma nativamente AI-ready, con accelerazione on-chip e piena compatibilità con Red Hat OpenShift AI e con un ampio ventaglio di software open source. Questa flessibilità consente di gestire carichi di lavoro AI mission-critical in ambienti ibridi, offrendo al contempo strumenti moderni per lo sviluppo applicativo.
Entro la fine del 2025, IBM renderà disponibile su Power11 anche watsonx.data, il proprio lakehouse ibrido e open-source pensato per centralizzare e ottimizzare la gestione dei dati, rendendo l’AI più accessibile ed efficiente a livello operativo.
Anche l’efficienza energetica è al centro del progetto Power11. Il nuovo server fornisce infatti il doppio delle prestazioni per watt rispetto ai sistemi x86 di pari categoria e introduce una modalità Energy Efficient Mode che consente un risparmio energetico fino al 28% rispetto al funzionamento a massime prestazioni. Questo si traduce in un minore impatto ambientale e in una significativa riduzione dei costi operativi.
Infine, per la prima volta nella storia della piattaforma, IBM rilascerà contemporaneamente i modelli Power11 di fascia alta, media e bassa, oltre alla disponibilità del sistema su IBM Power Virtual Server. Questa mossa facilita il passaggio al cloud per i clienti esistenti, anche in contesti complessi come quelli gestiti da RISE with SAP, di cui IBM è piattaforma hyperscaler certificata.
Al vertice della nuova gamma spicca il modello E1180, disponibile in configurazione singola o in cluster a quattro nodi. Ogni nodo ospita quattro socket Power11, con opzioni da 10, 12 o 16 core ciascuno, per un totale di 64 core e 512 thread (di cui 4 core dedicati a funzioni di backup). Il sistema supporta 64 slot DDIMM per una capacità massima di 16 TB di memoria DDR5.
Subito sotto c’è il modello E1150, che mantiene lo stesso numero di socket e di slot di memoria dell’E1180, ma con moduli CPU più densi: 16, 24 o 30 core per socket, per un massimo di 120 core complessivi. Accanto a queste soluzioni high-end, IBM propone anche quattro configurazioni dual-socket. Il modello S1124 (formato rack 4U) può integrare 32-60 core, fino a 8 TB di RAM e 24 drive U.2, mentre il più compatto S1122 (2U) parte da 8 core ma può arrivare fino a 60, con 4 TB di memoria e supporto a 24 unità U.2 (anche se frontalmente se ne contano 16). Chi cerca una soluzione più economica, potrà invece optare per le versioni L1122 e L1124, sempre dual-socket, ma dedicate esclusivamente a Linux, senza supporto per AIX.