Per oltre due decenni l’architettura x86 ha rappresentato l’asse portante del cloud computing, con Intel e AMD a dettare gli standard di riferimento per prestazioni, affidabilità e compatibilità software. L’idea che un’alternativa potesse scalzarla nei data center globali era percepita come un’utopia. L’architettura Arm, pur avendo dominato il mobile e l’edge computing grazie all’efficienza energetica, non era mai riuscita a imporsi nel cuore del cloud tra carichi enterprise ad alta intensità, AI generativa, database e networking. Questa convinzione è ora destinata a cambiare definitivamente.

Secondo infatti una nuova analisi indipendente di Signal65, i processori AWS Graviton4 basati su Neoverse Arm non solo hanno colmato il divario con le soluzioni x86, ma hanno superato in modo netto sia AMD EPYC sia Intel Xeon in quasi ogni principale metrica di prestazione, inclusi i carichi legati all’intelligenza artificiale, il machine learning, le operazioni database e la gestione del traffico web. Ancora più significativo è il risultato in termini di prezzo-performance, con l’efficienza economica di Arm che permette di ottenere più potenza computazionale spendendo sensibilmente meno e che rappresenta un fattore decisivo in un mercato dominato da AI, cloud ibrido ed escalation dei consumi energetici.

Il dato più eclatante arriva dai test sull’inferenza LLM basata sul modello Llama 3.1 da 8 miliardi di parametri. Graviton4 ha offerto un throughput di token superiore del 168% rispetto ai processori AMD e del 162% rispetto a Intel, con un vantaggio economico che raggiunge il 220% nel confronto con EPYC e il 195% contro Xeon.

Anche i test sul training ML mostrano una superiorità strutturale. Graviton4 ha infatti completato le operazioni con XgBoost il 53% più velocemente dei processori AMD e il 34% più velocemente di quelli Intel, mentre sul fronte dei database Redis registra un volume di operazioni al secondo superiore del 93% rispetto a EPYC e del 41% rispetto a Xeon. Persino nelle prove con Nginx, un ambito tradizionalmente favorevole all’architettura x86, Graviton4 gestisce fino al 53% di richieste in più rispetto a Intel.

cloud CPU ARM

Chip AWS Graviton 4

Questo cambio di paradigma arriva in un momento cruciale in cui giganti del cloud come Amazon, Google e Microsoft stanno progettando chip proprietari basati proprio su Arm, mentre Nvidia utilizza la piattaforma Neoverse per il processore Grace all’interno del suo superchip Grace Blackwell, destinato a guidare l’infrastruttura IA più potente mai realizzata. Non a caso, le stime di settore indicano che entro il 2025 il 50% del computing fornito ai principali hyperscaler sarà basato su Arm, segnando una transizione epocale rispetto al dominio x86.

Le implicazioni di questo sorpasso vanno ben oltre la pura potenza di calcolo, visto che l’IA generativa e i carichi intensivi di machine learning richiedono sicuramente prestazioni elevate, ma anche efficienza energetica e scalabilità economica. Considerando che l’energia rappresenta oggi una delle principali voci di costo e di impatto ambientale dei data center, Arm sta emergendo come l’architettura ideale per un’era in cui l’efficienza diventa la chiave competitiva. Graviton4 consente infatti di ridurre il consumo energetico per unità di lavoro mantenendo un vantaggio di performance, fattore che si traduce in una riduzione dei costi operativi e in un miglioramento della sostenibilità delle infrastrutture cloud.

Per AMD e Intel, i risultati di Signal65 suonano inevitabilmente come un campanello d’allarme, anche perché portano a ripensare completamente l’approccio architetturale per un mondo in cui l’IA guida le scelte infrastrutturali. La concorrenza Arm sta di fatto costruendo un ecosistema integrato, ottimizzato dalla progettazione del silicio fino al software e capace di adattarsi a deployment multi-cloud e hybrid-first, che rappresentano ormai la norma nelle architetture enterprise.

(Immagine in apertura: Shutterstock)