Qualcomm ha confermato di essere in trattative avanzate con un importante cliente hyperscaler per l’impiego dei suoi chip nei data center. L’annuncio è arrivato durante la presentazione dei risultati finanziari del terzo trimestre 2025 e segna una tappa fondamentale nell’ambizione dell’azienda americana di affermarsi come fornitore di riferimento nell’infrastruttura IA.

Ma se il fronte data center si apre con prospettive interessanti, il segmento mobile (da sempre core business per Qualcomm) potrebbe presto subire uno scossone. Samsung, storico partner nei SoC Qualcomm Snapdragon, ha lasciato intendere che i suoi futuri smartphone di fascia alta del 2026 potrebbero tornare a utilizzare esclusivamente chip proprietari Exynos.

Nuovo slancio nei data center: CPU ARM e soluzioni di inferenza

Da anni Qualcomm accarezza l’idea di entrare con decisione nel settore data center. Già a Computex 2025, il CEO Cristiano Amon aveva parlato di una “nuova era per le CPU AI-driven”, ma nei giorni scorsi è tornato sull’argomento rincarando la dose.

Amon ha infatti spiegato che i principali hyperscaler stanno creando cluster di inferenza specializzati, ottimizzati non solo per le prestazioni pure ma anche per l’efficienza economica ed energetica. Questo, secondo il CEO, apre una finestra di opportunità per Qualcomm, soprattutto grazie alla transizione da CPU x86 generiche a soluzioni ARM custom.

Qualcomm sta quindi sviluppando una CPU general purpose per ambienti cloud, pensata specificamente per i grandi operatori che dispongono di workload ottimizzati per l’architettura ARM. A questa si aggiungerà un secondo prodotto per data center sotto forma di una “head unit” per cluster di inferenza, con relative schede acceleratrici e persino un rack proprietario.

qualcomm data center

Questa strategia sarà ulteriormente rafforzata dall’acquisizione di Alphawave Semi, azienda specializzata in connettività, che secondo Amon completerà le capacità delle attuali CPU Orion e dei processori neurali Hexagon di Qualcomm. L’obiettivo, spiega il CEO, è iniziare a generare ricavi entro l’anno fiscale 2028, ma la competizione è a dir poco serrata. Broadcom, ad esempio, ha già accordi per fornire milioni di acceleratori personalizzati a diversi hyperscaler a partire dal 2026, il che potrebbe far sembrare Qualcomm in ritardo rispetto ai competitor.

Samsung prepara il ritorno degli Exynos

Mentre Qualcomm guarda al futuro nei data center, deve anche fare i conti con l’incertezza nel settore smartphone. Samsung ha infatti annunciato che punterà a rendere più competitivi i suoi SoC Exynos, con l’intenzione di reintrodurli nei modelli flagship del 2026 per un importante cliente (con tutta probabilità sé stessa). Attualmente, l’intera gamma Galaxy S25 utilizza esclusivamente chip Snapdragon, ma Samsung ha sottolineato l’importanza di rafforzare le performance IA dei suoi SoC interni, anche grazie alla produzione su processo a 2nm Gate-All-Around (GAA) nella seconda metà del 2025.

Questo rappresenta una minaccia diretta alla quota di mercato premium che Qualcomm detiene oggi nel segmento mobile Android. Se Samsung dovesse realmente tornare a impiegare Exynos per i modelli di punta, Qualcomm potrebbe perdere uno dei suoi più grandi clienti. Nonostante queste dinamiche, i numeri di Qualcomm nel Q3 2025 sono stati positivi tra un fatturato in crescita del 10% su base annua a 10,35 miliardi di dollari e un utile netto salito del 25% a 2,666 miliardi.

Nel segmento PC, Amon ha dichiarato che oltre 100 laptop equipaggiati con chip Qualcomm saranno lanciati entro il 2026 e l’azienda avrebbe già conquistato circa il 9% del mercato dei portatili Windows con prezzo superiore ai 600 dollari negli USA. Anche il settore dei visori smart e degli occhiali AR, dove Qualcomm fornisce piattaforme di riferimento, è visto con ottimismo per la sua crescita potenziale.

Il successo nei data center dipenderà dalla velocità di esecuzione e dalla capacità di convincere i grandi operatori cloud che le soluzioni Qualcomm offrono un vantaggio reale in un mercato già presidiato da giganti come Nvidia, Broadcom e AMD. Il 2026 e il 2028 saranno quindi gli anni chiave: uno per testare la resilienza nel mobile, l’altro per verificare la penetrazione nei data center.