I principali fornitori di chip, tra cui Intel, stanno dicendo ai loro clienti che sono pronti ad aumentare i prezzi dei chip nel quarto trimestre dell’anno a causa dell’aumento dei costi di produzione e della carenza di forniture. La voce inizialmente è iniziata con Intel, ma nei giorni scorsi, secondo un report di DigiTimes, anche Qualcomm e Marvell Technologies hanno iniziato a informare i rispettivi clienti degli aumenti dei prezzi.

“Nella sua previsione sugli utili del primo trimestre, Intel ha indicato che avrebbe aumentato i prezzi in alcuni segmenti della sua attività a causa delle pressioni inflazionistiche. La società ha iniziato a informare i clienti di questi cambiamenti”, si legge in una recente dichiarazione di un portavoce di Intel.

Quanto cospicuo sarà questo aumento non si è ancora capito. Nikkei Asia ha citato fonti che parlano di aumenti fino al 20%, ma Intel non ha rilasciato alcun commento. AMD non ha invece detto nulla sulla questione degli aumenti, ma ricordiamo che i chip di AMD sono prodotti da TSMC, che a sua volta ha già avvertito i suoi clienti degli aumenti dei prezzi.

Il fatto che sia stata Intel a parlare di aumenti significa che il problema non è necessariamente quello della capacità; Intel ha infatti una propria capacità produttiva e può soddisfarla adeguatamente. Il vero problema sono le risorse materiali. Le CPU sono più di un semplice silicio; sono una combinazione di composti chimici molto rari che scarseggiano da tempo.

Intel carenza chip seconda metà 2021

L’aumento dovrebbe essere generalizzato, dai processori di fascia bassa a quelli di fascia alta. I processori server dovrebbero avvertire maggiormente l’aumento del 20% di cui ha parlato Nikkei Asia. Gli Xeon Scalable vanno già oggi dai 2000 agli 8000 dollari e immaginarsi un aumento dei prezzi del 20% per chip non è certo uno scenario positivo. Ora moltiplicate il tutto per due (la maggior parte dei server sono dual socket), quindi moltiplicatelo per quante centinaia di server vengono acquistati contemporaneamente.

Ecco perché questa situazione colpirà particolarmente i fornitori di servizi cloud, che tendono ad acquistare server a decine di migliaia. Che si tratti di AWS o della vostra distribuzione interna, siate certi che i fornitori di server passeranno i costi di produzione aumentati a voi. L’unico fattore potenzialmente positivo, secondo McGregor, è che l’impatto sarà minore per i grandi OEM come HPE, Delle e Lenovo, mentre gli OEM più piccoli probabilmente subiranno un colpo maggiore.

McGregor ritiene infine che la carenza di forniture sia causata da una moltitudine di eventi, dalla manodopera alle spedizioni, dalla carenza di forniture chiave ai lockdown più recenti in Cina. “Ci sono vincoli e ristrettezze lungo tutta la supply e la value chain, e non c’è niente che si possa fare al riguardo”.