Se la visione del futuro di Intel si rivelerà esatta, un giorno potreste acquistare un dispositivo esattamente su misura per voi, piuttosto che un dispositivo che vada bene per tutto. L’azienda americana ha infatti comunicato i dettagli della sua visione a lungo termine del futuro dei dispositivi informatici denominati Client 2.0, in cui gli approcci monolitici core e multi-die vengono utilizzati per un approccio molto più granulare e personalizzato al personal computing.

Intel ritiene che questa era Client 2.0 “si verificherà quando abbandoneremo l’approccio cloud-everything odierno e cercheremo esperienze di elaborazione coinvolgenti e “realistiche” in ogni momento” ha affermato Brijesh Tripathi, Chief Client Architect di Intel. Tripathi ha aggiunto che Intel si sta muovendo verso questa visione da anni e il suo approccio verso l’Embedded Multi-Die Interconnect Bridge (EMIB) e le memorie aiuterà a realizzarlo.

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“Il nostro scopo è passato dalla creazione di SoC monolitici per uso generico alla creazione di dispositivi scalabili e progettati appositamente per fornire una ricca esperienza utente”, ha affermato Tripathi. Oltre a consentire tale elaborazione avanzata, Tripathi ha dichiarato che l’approccio adottato da Intel ridurrà la cadenza dello sviluppo a 12 mesi.

Un SoC monolitico integrato può richiedere da tre a quattro anni per essere sviluppato, non può essere riutilizzato e potrebbe avere centinaia di bug nel silicio. L’approccio a più die potrebbe richiedere da due a tre anni, offrire qualche opportunità di riutilizzo e potrebbe avere molti meno bug (a doppia cifra, secondo Intel). I singoli IP richiederebbero invece solo un anno per essere sviluppati, offrirebbero un riutilizzo significativo e potrebbero avere meno di 10 bug nel silicio. Ovviamente per Intel, una cadenza di 12 mesi sarebbe molto gradita dopo i recenti ritardi accumulati nel processo di produzione utilizzando il suo tradizionale approccio monolitico.

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Tripathi ha affermato anche che la filosofia di progettazione potrebbe adattarsi bene anche al singolo utente. Ad esempio, un lavoratore aziendale potrebbe desiderare un dispositivo con maggiori prestazioni di intelligenza artificiale per gli strumenti di produttività. Un videogiocatore, tuttavia, potrebbe desiderare un dispositivo con più core GPU, mentre un content creator potrebbe volerne uno potenziato sia a livello grafico, sia nelle prestazioni di elaborazione.

Tripathi ha detto che Intel ha già sviluppato molte delle tecnologie per consentire tutto ciò. Il suo EMIB, ad esempio, è stato a lungo pubblicizzato per la sua capacità di unire più dispositivi. Anche l’impilamento nei suoi chip Foveros di diverse CPU e memorie ci dà un’idea di questa visione.

È un ripensamento abbastanza radicale su come potrà venire utilizzato un PC in futuro, ma anche su come verrà commercializzato e su come un consumatore lo acquisterà. Oggi, specifiche come un Core i7 con forse una scheda grafica discreta o la grafica Intel Iris Plus di fascia più alta guidano le decisioni degli utenti, ma un giorno si potrà pensare unicamente a quello che serve davvero e acquistare il computer in base a diverse scale di esigenze.