L’Europa deve produrre i propri chip all’avanguardia o rischia di essere limitata alla produzione di semiconduttori vecchio stile, ha dichiarato il Commissario UE Thierry Breton intervenendo all’evento annuale del Centro Interuniversitario di Microelettronica ad Anversa. L’Europa deve rifiutare “qualsiasi tentativo di segmentazione geografica in cui produrrebbe nodi maturi, mentre l’Asia e gli Stati Uniti produrrebbero nodi avanzati”.

Breton ha aggiunto che l’Europa “non può e non vuole essere considerata un osservatore quando si tratta di produzione di chip. Voglio un’Europa che sappia essere leader nei semiconduttori. A tal proposito Breton ha sottolineato l’importanza della ricerca e della tecnologia europea per i chip avanzati prodotti oggi, ma ha riconosciuto che una “ricerca eccellente” non è sufficiente.

“Per essere industrialmente rilevanti, è necessario costruire fabbriche e produrre in Europa”, ha continuato Breton, sottolineando come il Chips Act recentemente approvato dall’Unione Europea abbia portato a nuovi progetti da parte di Intel, Infineon, STMicroelectronics e Global Foundries. “Con l’approvazione del Chips Act, stiamo inviando un segnale forte in Europa e fuori”, ha dichiarato Breton. Ad aprile, il Consiglio europeo e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo per investire 3,6 miliardi di dollari in fondi UE per sviluppare le capacità produttive del continente nel settore dei semiconduttori, con l’obiettivo di attrarre altri 43,7 miliardi di dollari in investimenti privati.

guerra chip USA Cina

La guerra commerciale dei chip continua a scaldarsi

Il Chips Act dell’Unione Europea è considerato una risposta a piani simili per incoraggiare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti, in Cina, Taiwan, Corea del Sud e Giappone. I commenti di Breton arrivano in un momento in cui le turbolenze geopolitiche continuano a sconvolgere il mercato globale dei chip, spingendo le aziende a cercare modi per rafforzare la sicurezza e la continuità della catena di fornitura dei semiconduttori.

Le amministrazioni USA di Joe Biden e Donald Trump, adducendo preoccupazioni di carattere commerciale e di sicurezza, hanno approvato misure che impediscono l’uso di hardware di produzione cinese nelle reti statunitensi e hanno imposto controlli sulle esportazioni di tecnologia informatica statunitense e, più recentemente, restrizioni sui chip e sulle attrezzature per la produzione di chip. Gli Stati Uniti hanno anche fatto pressione sui loro alleati affinché adottino restrizioni simili.