Windows 11 e PC AI: Dell e Intel spingono le aziende al cambio generazionale

A tre mesi dalla fine del supporto ufficiale per Windows 10, prevista per il 14 ottobre 2025, Dell e Intel stanno cercando di convincere le aziende che l’aggiornamento a Windows 11 non è soltanto una necessità tecnica, ma un’occasione strategica per abbracciare l’era dell’intelligenza artificiale.
Attraverso il report Windows 11 & AI PC Readiness Report, condotto da Focaldata su 1.000 decision maker IT nel Regno Unito, le due big tech presentano il passaggio al nuovo sistema operativo come un’opportunità per rinnovare l’intera infrastruttura IT, puntando sui cosiddetti “PC AI-ready” come chiave per accedere alla prossima generazione del computing.
Nel documento, Dell e Intel sottolineano come il passaggio a Windows 11 rappresenti molto più di un semplice aggiornamento software. Louise Quennell, direttrice del Client Solutions Group di Dell UK, afferma che le aziende dovrebbero vedere questo momento come un’occasione per “reimmaginare il ruolo dei PC e delle infrastrutture IT nel migliorare produttività, collaborazione e sicurezza.”
Jimmy Wai, specialista tecnico vendite di Intel, rincara la dose parlando di significato profondo per questo ciclo di aggiornamento, che “costituisce il passaggio verso una nuova generazione del computing”, sottolineando che molti decision maker IT nel Regno Unito riconoscono l’importanza di adottare hardware capace di gestire applicazioni AI. Il messaggio è chiaro: sostituire i PC Windows 10 con nuovi dispositivi dotati di CPU, GPU e NPU (neural processing unit) sarebbe, secondo Dell e Intel, la chiave per il futuro.
La realtà del mercato: domanda ancora fiacca
Tuttavia, il mercato non sembra rispondere con entusiasmo. Secondo la società di analisi Context, la domanda di PC AI-ready è ancora piuttosto debole, nonostante gli sforzi promozionali delle principali aziende del settore. La principale barriera rimane la mancanza di un’applicazione che giustifichi davvero l’investimento, con il segmento business che sta ancora cercando di capire cosa possa davvero fare l’IA, quali app siano rilevanti e cosa sia sicuro o permesso usare.
Anche il prezzo gioca un ruolo importante. I produttori si aspettano di vendere gli AI-PC a un costo superiore rispetto ai PC tradizionali, ma secondo Gartner questo approccio potrebbe rallentare ulteriormente l’adozione. I dati del report indicano che circa l’80% delle aziende prevede di passare a Windows 11 entro la fine del supporto a Windows 10, ma molte evidenziano ostacoli tecnici e strategici.
I problemi principali riguardano la compatibilità hardware e software. I requisiti minimi imposti da Microsoft per Windows 11 (in particolare il supporto al TPM 2.0 e CPU recenti) rendono infatti obsoleti molti dispositivi ancora funzionanti con Windows 10.
Inoltre, l’assenza di uno standard condiviso per l’hardware AI crea ulteriore confusione. Intel, ad esempio, considera AI PC ogni macchina dotata di CPU, GPU e NPU, mentre Microsoft ha introdotto la sua etichetta Copilot+ PC per dispositivi in grado di eseguire almeno 40 TOPS (trilioni di operazioni al secondo), parametro che definisce le prestazioni dell’IA. Secondo il report, il 62% degli intervistati sarebbe più propenso a scegliere un PC Copilot+, mentre solo il 21% opta per un generico AI-PC e il 12% è ancora indeciso.
IA e produttività: promesse contro dati reali
Uno degli argomenti centrali del report è il presunto impatto positivo dell’IA sulla produttività. Secondo Dell e Intel, l’adozione dei nuovi PC AI-ready può migliorare le performance dei dipendenti e rafforzare la sicurezza informatica, due delle principali motivazioni indicate per giustificare l’upgrade.
Tuttavia, le evidenze disponibili sembrano contraddire questa narrativa. Uno studio pubblicato proprio da Intel nel 2024 ha rilevato che i lavoratori che utilizzano PC dotati di servizi AI integrati sono in realtà meno produttivi rispetto a chi lavora su hardware tradizionale. Nonostante questo, il report più recente insiste sul fatto che Windows 11 e i PC AI “possono rappresentare un elemento di differenziazione nel mondo guidato dall’intelligenza artificiale” e che le organizzazioni che ritarderanno il passaggio rischiano di perdere competitività.
Verso un futuro inevitabile?
Anche se oggi l’adozione dei PC AI è ancora timida, le previsioni di mercato indicano che la trasformazione è già in atto. Secondo recenti stime, questi dispositivi rappresenteranno infatti il 43% delle vendite complessive di PC nel 2025 e diventeranno la maggioranza assoluta entro il 2026.
In un certo senso, il futuro dei PC sembra già segnato e sarà sempre più difficile acquistare un computer che non sia AI-ready, ma ciò non toglie che, almeno nel breve periodo, le aziende rimangano caute. La mancanza di applicazioni chiare, l’incertezza sugli standard, i costi elevati e le problematiche di compatibilità stanno frenando un’adozione che, nelle intenzioni di Dell e Intel, dovrebbe essere molto più rapida.
Il report si conclude infatti con una chiamata all’azione esplicita: “La vera domanda non è se farete questa transizione, ma se la farete da leader.” In tal senso, Dell e Intel promettono supporto, finanziamenti flessibili e consulenze esperte per accompagnare le aziende nel passaggio. Basterà per convincerle?