Nei giorni scorsi Microsoft ha annunciato diverse aggiunte alla sua famiglia di dispositivi Surface: gli auricolari true wireless Earbuds, la seconda generazione delle cuffie Surface Headphone, una nuova dock e soprattutto Surface Go 2 e Surface Book 3. È interessante, alla luce di queste novità, guardare all’evoluzione hardware a cui Microsoft è andata incontro negli ultimi due decenni.

Agli inizi del suo percorso il colosso di Redmond ha risposto alla minaccia rappresentata da PlayStation con Xbox, console che, seppur lontana dai numeri della rivale di Sony, ha ottenuto un buon successo. Sorte ben diversa quella del lettore musicale Zune, che poco ha potuto contro lo strapotere di iPod e che infatti quasi nessuno ricorda più. Ricordiamo però tutti (e bene) che fine hanno fatto gli smartphone Lumia con a bordo Windows Mobile, che nonostante fossero dispositivi di tutto rispetto con al loro interno un ottimo sistema operativo, non hanno mai sfondato e sono dovuti presto soccombere di fronte al duopolio Android-iOS.

Infine Microsoft ha ideato il primo Surface per tentare di resistere alla minaccia dell’iPad e finora ha avuto successo. Al tempo l’iPad era ancora agli inizi del suo ciclo di vita e aveva una scarsa distribuzione presso le aziende, un orribile multitasking e poche app di produttività disponibili. Tanto che Apple ha iniziato a collaborare con Cisco e IBM senza però essere mai riuscita a realizzare qualcosa di veramente progettato e pensato per il settore enterprise (anche con la gamma Pro). Microsoft ha effettuato il porting di una versione di Office per iOS che però non ha funzionato molto bene e persino un salto all’iPad Pro più grande e potente è stato principalmente accolto con uno sbadiglio, perché era chiaro che Apple non stava ascoltando ciò che la gente voleva.

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La gamma Surface invece ha continuato a evolversi e Surface Go 2 si avvicina a quello che gli utenti aziendali desidererebbero da un iPad. Certo, mancano ancora alcune feature di stampo consumer, ma parliamo di un multitasking nettamente migliore di quello di iPad, l’implementazione di Office è nativa e il prezzo è più aggressivo di quello di iPad (in Italia il Surface Go 2 parte da 469 euro).

La configurazione più costosa da 839 euro con processore Intel Core M3 e connettività LTE si avvicina molto all’ideale di un 2-in-1 per la produttività. Allo stesso tempo, il modello entry-level con processore Pentium Gold offre un miglioramento molto meno marcato rispetto all’iPad se cercate qualcosa solo per navigare sul web o gestire task di base (è probabilmente una valida alternativa a un Chromebook di fascia bassa).

Il Surface Book 3 è invece una “bestia” molto diversa. Certo, ha sempre un componente tablet, ma una volta che si utilizza la tastiera e si sceglie la versione top di gamma da 15’’, è più simile a un laptop ad alte prestazioni. Il Surface Book è il mio preferito perché ha più prestazioni, maggiore durata della batteria e il design più iconico di tutti i prodotti Surface.

La persona giusta per questo prodotto è qualcuno che crea, ha bisogno di prestazioni e vuole avere la possibilità di mostrare e condividere il proprio lavoro su un tablet. Mentre il Surface Go 2 è più per un pubblico generalista, il Surface Book 3, anche per un prezzo che arriva a toccare i 3449 euro, è più un’opzione d’élite, utilizzata al meglio da coloro che hanno bisogno delle sue caratteristiche distintive.

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Guardando al futuro

Quando è stata creata la linea Surface, il Chromebook, a differenza dell’iPad, non era una minaccia. Ora questa situazione è invertita. Inoltre, quando sono stati concepiti questi ultimi prodotti Microsoft, il COVID-19 non c’era ancora. Ecco perché mi aspetto che le prossime versioni di Surface possano essere molto diverse.

Immagino ad esempio una centralità del cloud di Azure per competere meglio con i Chromebook e iniziare ad abbracciare funzionalità come il monitoraggio della salute che le persone stanno iniziando ad associare ai dispositivi connessi. Inoltre, il 5G si sta diffondendo, sebbene più lentamente di quanto ci aspettassimo a causa della pandemia; i futuri Surface dovrebbero seguire lo sforzo che Microsoft ha compiuto con il Surface Pro X e abbracciare in modo aggressivo il 5G come opzione sempre connessa grazie alla potenza di Azure Cloud.

Mentre i form-factor continueranno a variare, prevedo inoltre un consolidamento delle funzionalità di base per enfatizzare la connettività e mostrare al meglio le possibilità di Windows Virtual Desktop. Fino ad allora Surface Go 2 e Surface Book 3 rappresentano comunque gli sforzi hardware più avanzati di Microsoft fino ad oggi e la migliore visione dell’azienda su come dovrebbe essere un dispositivo Windows portatile con un tocco artistico in stile Apple.