Il Raspberry Pi 5, ultima evoluzione dell’iconico computer a scheda singola (SBC) sviluppato dalla Raspberry Pi Foundation, arriverà a fine ottobre con un notevole salto di qualità nelle prestazioni

Raspberry Pi 5, ultima evoluzione dell’iconico computer a scheda singola (SBC) sviluppato dalla Raspberry Pi Foundation, arriverà a fine ottobre con un notevole salto di qualità nelle prestazioni rispetto alle generazioni precedenti. Secondo il team di Raspberry Pi, la nuova versione, dotata di un processore Arm Cortex-A76 quad-core a 64 bit a 2,4GHz, assicura infatti un aumento prestazionale della CPU di 2-3 volte rispetto al Raspberry Pi 4.

Anche la grafica è migliorata grazie a una GPU VideoCore VII da 800 MHz e lo stesso storage è più veloce grazie al supporto della modalità SDR104 ad alta velocità, che significa un potenziale raddoppio delle prestazioni di picco della scheda SD. Non va poi dimenticata l’interfaccia PCI Express 2.0 a singola corsia, anche se è necessario un adattatore.

Tra le novità si segnalano anche un Real Time Clock e un tasto accensione in stile PC, mentre dal modello precedente (14 milioni di unità vendute in quattro anni) sono stati ripresi il chip Infineon CYW43455 per Wi-Fi e Bluetooth e il Broadcom BCM54123 per la connettività Ethernet.

Per quanto riguarda l’aumento del prezzo di 5 dollari rispetto al Pi 4, che interessa sia la versione da 60 dollari con 4 GB di RAM, sia quella da 80 dollari con 8 GB di RAM, si tratta di un incremento dei costi di produzione e di un generale aumento dei prezzi dei componenti, ad eccezione della SDRAM.

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La mancanza di un sistema di raffreddamento (che volendo andrà acquistato a parte) deluderà più di un utente, considerando che il Pi 4 tendeva a scaldarsi. Se infatti la generazione precedente poteva essere utilizzata senza una soluzione di raffreddamento, a volte la temperatura della CPU aumentava a tal punto da compromettere le prestazioni.

Se non altro su questo versante il Pi 5 sembra aver migliorato la situazione grazie all’architettura aggiornata, con stress-test già eseguiti da alcuni early adopter che hanno portato la temperatura della CPU a un massimo di poco più di 80°; anche la gestione dell’alimentazione tramite USB-C è stata migliorata e non dovrebbero quindi più presentarsi i problemi sperimentati sul Pi 4.

Al momento del lancio dovrebbero essere disponibili 100.000 unità, mentre altre arriveranno nei mesi successivi. Per quanto riguarda invece il Pi 4, andato incontro nel corso degli anni (soprattutto durante la pandemia) a seri problemi di stock che ne hanno innalzato notevolmente il prezzo, dovrebbe essere molto più facile trovarlo, con una disponibilità che dovrebbe raggiungere il milione di unità entro la fine di gennaio.

Sebbene il sistema operativo del Raspberry Pi (ora basato su Debian “Bookworm”) sia stato aggiornato per gestire i cambiamenti hardware, alcuni utenti sono riusciti a far funzionare altri sistemi operativi sul Pi 4, in particolare Windows on Arm. La cosa si ripeterà sicuramente sul Pi 5 con ancora più soddisfazioni considerando l’incremento prestazionale, che potrebbe trasformare l’esperienza dell’OS di Microsoft da una “chicca” per soli appassionati a qualcosa di più e meglio utilizzabile da un numero maggiore di utenti.

Uno sguardo infine agli accessori già annunciati, tra cui un alimentatore USB-C da 27W per i carichi di lavoro più pesanti e un case da 10 dollari con nuove funzioni e un’inedita gestione termica grazie a una ventola integrata da 2,79CFM e cuscinetti fluidodinamici.