Ho visto il futuro del desktop ed è il Desktop-as-a-Service (DaaS) sul cloud. Non ci sarà, ad esempio, un Windows 11. Invece, continuerà a esserci un aggiornamento di Windows 10 dopo l’altro e, presto in arrivo, Microsoft Cloud PC, l’offerta DaaS basata su Azure. Ma c’è un altro modo di vedere i desktop: ci sono quelli in cui tre delle più grandi aziende del mondo fanno la differenza… e poi c’è il desktop Linux.

In primo luogo, ovviamente, c’è Windows. Ci sono due versioni per tutti gli scopi pratici: Windows 10 e il prossimo Cloud PC. Intendiamoci, Microsoft continua a provare a introdurre una versione leggera di Windows: peccato solo che Windows RT, Windows S e Windows 10X siano fallite (e l’ultima non uscirà mai). Parafrasando una regola del baseball, tre strike e sei fuori: non ci sarà mai un Windows “leggero” di successo.

Tuttavia, ci sarà un Windows Cloud PC di successo. Microsoft ha già capito che Office 365, il Software-as-a-Service (SaaS) per ufficio, funziona molto meglio per i loro profitti rispetto a Office con licenza perpetua. Lo stesso varrà per quello che alla fine (ne sono sicuro) verrà rinominato Windows 365.

Ma sto divagando. Certo, avere il vostro desktop in esecuzione su Azure dà a Microsoft ancora più potere sul vostro desktop, ma Microsoft sta acquisendo sempre più controllo da decenni. Ricordate quando potevate avere un serio dibattito su quale fosse la migliore suite per ufficio di Windows? Certo, WordPerfect è ancora in circolazione, che ci crediate o no, e alcuni di noi usano LibreOffice. Ma scommetto che se chiedete alle persone di lavorare o di consigliarvi un’altra suite per ufficio, l’unica a cui potrebbero pensare sarà Google Docs. E questo non è nemmeno più il nome giusto visto che oggi, per il settore professionale, c’è Google Workspace, precedentemente G Suite. Sapete cosa ha in comune con Office 365? Anche Google Workspace è basato su cloud.

Google tra l’altro ha già il sistema operativo basato su cloud di maggior successo fino ad oggi: Chrome OS. Grazie alla pandemia, praticamente tutti i bambini negli USA ora conoscono i Chromebook. Non sono solo studenti, però. Con tutti i lavoratori passati dagli uffici alle proprie case, le vendite dei Chromebook sono aumentate del 275% nell’ultimo anno secondo gli ultimi dati forniti da Canalys. Oppure, come afferma TrendForce: “A causa della rapida crescita dei Chromebook nel 2020, la quota di mercato dei notebook Windows è scesa sotto l’80% per la prima volta in assoluto”.

Questa è la prima volta che Microsoft ha affrontato un vero rivale per la quota di mercato dei desktop in questo secolo. Chromebook e PC Windows sono uguali solo in un modo importante: a tutti gli effetti, una società, Google, in questo caso, controlla praticamente tutto. Certo, potete comunque eseguire programmi Linux sui Chromebook. Ma solo una manciata di persone lo fa. Per la stragrande maggioranza degli utenti di Chromebook, è tutto Chrome OS, Google Docs e altre app Google come Gmail.

Infine, c’è Apple. Se pensate che Google e Microsoft controllino in modo “dispotico” i desktop, non avete ancora visto nulla. Per decenni, Apple ha controllato il proprio ambiente desktop con il pugno di ferro. Non mi credete? Basta chiedere a Epic Games, oggi coinvolta nella battaglia legale della sua vita proprio contro Apple.

apple silicon

La disputa riguarda il controllo assoluto di Apple sull’App Store. Oggi, Epic e tutti gli altri che vendono qualcosa agli utenti iOS devono utilizzare il sistema di pagamento di Apple e consegnare il 30% delle vendite ad Apple. E lo stesso vale per il Mac. In cambio di questo controllo, si ottengono (in teoria) programmi migliori e più sicuri, servizi superiori e una maggiore attenzione alla privacy.

Ma alla fine, con tutte queste piattaforme, i loro proprietari (non voi, non il vostro amministratore di sistema e nemmeno il vostro CIO) controllano tutto quello che si può controllare. L’eccezione è Linux. Il motivo per cui Linux è ancora importante quando si parla di desktop, e lo sarà sempre, è che è l’unico desktop su cui l’utente finale ha un vero controllo.

Questa è la buona notizia, ma in un certo senso è anche la brutta notizia. Ci sono molti modi diversi per fare le cose in Linux. Ciò offre una varietà di scelte, ma significa anche che voi, non Microsoft, Google o Apple, dovete conoscere le possibilità che avete di fronte e scegliere quella migliore per voi.

Alcuni di voi diranno: “Sì! Ed è così che dovrebbe essere”. Sono d’accordo, ma la maggior parte delle persone vuole solo portare a termine il proprio lavoro. Non sanno e di certo non si preoccupano delle differenze tra deb e rpm, i formati fondamentali di gestione dei pacchetti di Debian e Red Hat.

Io e le persone che leggono questo articolo sappiamo di cosa si parla quando dico “gestione dei pacchetti”. Ma gli utenti medi? Hanno già saltato quel paragrafo. In altre parole, il desktop Linux è tormentato dalla frammentazione, che secondo lo stesso Linus Torvalds ha rovinato Linux.

Le migliori aziende Linux (Canonical, Red Hat e SUSE) supportano i desktop Linux, ma hanno capito subito che i veri guadagni erano nei server, nei container, nell’Internet of Things e nel cloud. Non si sono arrese sul desktop, che però è una realtà ben lontana dall’essere loro prima priorità.

Personalmente, penso che valga la pena dedicare tempo e problemi per padroneggiare il desktop Linux. Lo uso tutti i giorni e penso che il sistema operativo Linux Mint 20 sia il migliore in circolazione. Ma la decisione, come sempre, dovrebbe dipendere da voi. Volete una strada più agevole e facile per il desktop, ma con il Grande Fratello che potenzialmente vi guarda sempre da dietro le spalle? Oppure volete l’indipendenza, che però richiede molto più impegno per far funzionare tutto nel modo giusto?

Non giudicherò. Fate ciò che è meglio per voi. Personalmente utilizzo, in ordine di preferenza, Linux, Chrome OS, macOS e Windows. Solo voi (o il vostro amministratore IT) potete capire qual è il migliore per le vostre esigenze. Ma prima di decidere, pensate per qualche minuto che esistono effettivamente due tipi di sistemi operativi.