Per molto tempo i PC hanno inseguito l’idea di “assenza di parti mobili” come ideale platonico di efficienza e affidabilità. E per altrettanto tempo, il raffreddamento attivo è stato un ostacolo a questo obiettivo, visto che per ottenere prestazioni elevate non si può prescindere ancora oggi da una ventola per la dissipazione del calore prodotto dai componenti interni. O forse sì? AirJet di Frore Systems è un approccio radicale al raffreddamento attivo che potrebbe cambiare non poco le carte in tavola.

Il fondatore e CEO di Frore Systems, Seshu Madhavapeddy, ha fornito i dettagli di questa tecnologia emergente, la cui “magia” è una combinazione di materiali esotici, geometria e fisica. Il chip da 2,8 mm alla base di AirJet è dotato di cavità nella parte superiore piene di membrane vibranti, che soffiano aria fredda attraverso il diffusore di calore sottostante, raffreddando la CPU o altri componenti. Nonostante le dimensioni minuscole, AirJet è in grado di inviare singole particelle d’aria a 200 chilometri all’ora attraverso il diffusore di calore.

Sembra impossibile, ma i risultati parlano da soli. Nella dimostrazione di AirJet al CES 2023 di Las Vegas questo chip soffiava infatti l’aria attraverso una ventola convenzionale e spingeva verso l’alto una pallina da ping-pong in un modo tale da replicare la potenza di raffreddamento delle ventole tradizionali. Infatti, la contropressione (la quantità di forza creata dall’aria in movimento) generata da AirJet è pari a quella di una ventola più grande di dieci volte. AirJet è inoltre silenzioso e potenzialmente “a prova di polvere”.

Il suo potenziale è insomma enorme, anche perché tutt’oggi uno dei maggiori fattori che limitano le prestazioni dei laptop particolarmente sottili è il loro profilo termico. Non è infatti possibile integrare un chip di classe desktop in un laptop e farlo funzionare al massimo delle prestazioni senza una ventola enorme e uno spessore da notebook degli anni ’90, ma con il raffreddamento a stato solido a una frazione delle dimensioni anche dei più avanzati sistemi di raffreddamento attivo convenzionali queste limitazioni iniziano a scomparire.

Secondo Madhavapeddy, due unità AirJet Mini da 1 watt possono fornire 5 watt di raffreddamento. In questo modo è possibile raddoppiare il limite termico di un laptop fanless, passando da 10 a 20 watt con un AirJet Pro più grande (il sistema è stato scalato fino a 28 watt in un laptop senza ventole). Per l’integrazione in sistemi più convenzionali, AirJet può anche essere installato con una camera di vapore a lato di un processore invece che direttamente sopra. AirJet dovrebbe fare il suo debutto all’interno dei primi laptop entro la fine dell’anno.