Secondo una recente indagine sull’utilizzo della tecnologia SSD condotta da Kroll Ontrack, il 92% dei quasi 2.000 intervistati su scala mondiale utilizza dispositivi SSD. Un numero crescente ha però riferito di aver sperimentato dei malfunzionamenti e, tra questi, circa due terzi di aver perso i dati.

“Gli utenti business e quelli consumer continuano a scegliere la tecnologia SSD”, dichiara Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack in Italia. “Oltre alla velocità e all’affidabilità dei drive allo stato solido, i prezzi sono diminuiti, diventando più competitivi rispetto allo storage tradizionale, ma, come dimostra la nostra ricerca, i guasti si verificano anche su questa tecnologia”.

Coerentemente con questa situazione i recuperi da SSD eseguiti da Kroll Ontrack sono cresciuti in percentuale rispetto alla totalità dei diversi supporti sui quali è stato eseguito un intervento di recupero dati. Mentre l’adozione di SSD è in crescita e il tasso di malfunzionamento degli SSD e degli HDD sono oramai equivalenti, la tipologia di guasti è in genere differente.

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Nel caso dei dischi tradizionali la causa può essere un problema al motore o un graffio sulla superficie dei piatti del disco, mentre negli SSD, non essendoci parti in movimento, i difetti di funzionamento più comuni sono dovuti a problematiche di tipo elettrico. Quando il malfunzionamento comporta una perdita di dati, non è insolito per gli amministratori IT e i consumatori utilizzare software di data recovery per tentare il recupero: quasi tre quarti degli intervistati ha adottato questo approccio.

Esiste poi un fiorente mercato di altre tecnologie di storage all’avanguardia, come i Solid State Hybrid Disk (SSHD), ovvero unità ibride con memorie allo stato solido, drive all’elio e heat-assisted magnetic recording (HAMR) hard drive. L’adozione di queste tecnologie di storage è in lieve aumento rispetto all’indagine dell’anno scorso; i drive SSHD e all’elio sono infatti cresciuti di due punti percentuali e gli intervistati hanno indicato l’integrazione di hard drive HAMR nelle loro aziende. I dispositivi SSHD sono adottati, a livello globale, da quasi un quarto degli utenti (23%), le unità all’elio dal 3%, mentre gli hard drive HAMR dal 2%.

“Avanzate tecnologie di storage si stanno certamente espandendo a livello aziendale, ma la crescita degli SSD continua a essere predominante nel mercato attuale”, precisa Salin. “L’80% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare SSD in computer laptop e dispositivi mobili. Quasi due terzi all’interno di computer desktop e il 23% su server. Solo il 5% attualmente non sfrutta per niente la tecnologia SSD: più della metà di questi indica il costo come principale ostacolo. Tenendo conto degli effettivi vantaggi nelle prestazioni e del costo decrescente degli SSD, ci aspettiamo una crescita continua nell’uso di questa tecnologia”.