Grazie ad alcune magie ingegneristiche applicate alle tecnologie esistenti, Seagate ha introdotto un nuovo HDD in grado di eguagliare il transfer rate effettivo di un’unità SSD. Il modello in questione, del quale Seagate non ha ancora fornito dettagli precisi su prezzi e finestra di uscita, fa parte della gamma Mach.2 e si chiama Exos 2X18; sarà disponibile nei tagli da 16 e 18 TB e supporterà interfacce SATA3 6 Gbps o SAS 12 Gbps.

Questo HDD è essenzialmente costituito da due driver in uno che lavorano in parallelo e, come gli altri modelli della serie Mach.2, anche in questo caso troviamo al suo interno una certa quantità di elio per ridurre l’attrito. La capacità di 16 TB/18 TB è quindi ottenuta attraverso due unità da 8 TB/9 TB racchiuse in un classico form-factor da 3,5 pollici.

Cosa ancora più importante, i due drive sono a 7.200 rpm (lo standard delle unità HDD), piuttosto che quelli a 10.000 rpm o 15.000 rpm utilizzati nel periodo pre-SSD. Queste unità erano sì più veloci, ma raggiungevano tali velocità facendo girare i piatti del disco molto più velocemente, generando così maggiore calore e facendo segnare un tasso di guasti più elevato rispetto ai più tradizionali drive a 7.200 rpm.

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I due attuatori all’interno dell’Exos 2X18 gestiscono le richieste I/O contemporaneamente tramite canali dati dedicati. Ciò consente all’unità di raggiungere velocità di trasferimento massime di 524 MB, valore alla pari con un’unità SSD SATA3. Va notato che si tratta di transfer rate. I supporti rotanti non possono equivalere a un SSD quando si parla di letture e scritture casuali. Gli IOPS di lettura/scrittura per l’Exos 2X18 sono infatti pari a 304/560 mentre gli IOPS di lettura/scrittura di un SSD SATA possono superare i 100k/90k.

Tuttavia, l’aumento di velocità rispetto a un HDD tradizionale con singolo attuatore rimane notevole. Basti pensare che l’Exos X20 da 20 TB con interfaccia SATA3 e una velocità di rotazione di 7.2000 giri/min ha una velocità di trasferimento massima di soli 270 MB, ovvero la metà dell’Exos 2X18.

Gli HDD hanno ancora una loro rilevanza nello storage aziendale grazie alla loro capacità e l’Exos 2X18 potrebbe rivelarsi ideale per i sistemi di cold storage e disaster recovery in cui potrebbe essere necessario recuperare grandi quantità di dati. Inutile dire che in questi scenari il raddoppio del transfer rate ridurrà considerevolmente i tempi di ripristino.