Gli ultimi dati di StatCounter sulle quote di mercato dei sistemi operativi desktop negli Stati Uniti raccontano una storia ricca di cambiamenti, con prove tangibili che dimostrano la continua ascesa della piattaforma Mac e il lento declino della quota di mercato di Windows. A seconda di come la si vede, la quota di Windows nel mercato statunitense dei sistemi operativi desktop diminuirà di 14 punti percentuali o di 5 punti percentuali tra aprile 2022 e aprile 2023. Oggi negli Stati Uniti i Mac rappresentano il 31,34% dei sistemi operativi desktop, mentre i sistemi con Windows sono scesi al 53,43%.

A testimonianza di questo cambiamento, è interessante notare che Safari rappresenta oggi il 22,3% del mercato dei browser desktop (non mobile, quindi non per iPhone) negli Stati Uniti, la quota più alta di sempre. Considerando che non so parla di iPhone o iPad e che Safari è disponibile solo su Mac, questo dato sottolinea ancora una volta la crescita della piattaforma. Il browser Edge di Microsoft detiene attualmente una quota del 13,58% e Chrome (che chiaramente funziona anche su molti Mac) del 55,28%.

Non si tratta di un evento improvviso. Questo progresso è frutto di una storia lunga nel corso della quale i Mac sono cresciuti costantemente. Scavando nei dati di StatCounter, si scopre ad esempio che 10 anni fa, nell’aprile 2013, solo il 12,86% dei desktop utilizzati negli Stati Uniti erano Mac, mentre Windows rappresentava l’85,6%. Da allora, Apple ha aumentato la sua quota di mercato dei PC di una percentuale enorme, passando dal 12,86% al 31,34%. Guardando ancora più a fondo, si possono notare letteralmente picchi di diffusione dei Mac in reazione a grandi eventi della piattaforma, come l’introduzione dei primi modelli Apple Silicon con i Soc della serie M nel novembre-dicembre 2020.

L’aspetto interessante è anche la misura in cui l’introduzione dei Mac Apple Silicon della serie M ha dato impulso a questo slancio. Sebbene i dati vadano inseriti nel contesto di un mercato dei PC in declino, è chiaro che Apple sta aumentando la sua quota complessiva, anche se le vendite di Mac appaiono fiacche. Il mercato sarà anche tiepido, ma Apple sta prosperando rispetto agli altri produttori di PC.

Tuttavia, non mancano i venti contrari. Le sfide legate all’offerta, alla domanda e alla produzione continuano e non a caso ci sono voci secondo cui Apple non passerà ai processori M3 a 3 nm quest’anno. A dire il vero, Apple non ha mai detto che avrebbe fatto questo passaggio e sembra essere ancora nella fase di transizione della serie M2, quindi le precedenti speculazioni sulla possibilità di introdurre macchine M3 potrebbero essere state maliziose o fuori luogo.

E anche con le varie versioni del SoC M2, i Mac stanno dando filo da torcere ai PC di fascia alta di altri produttori in termini di facilità d’uso, autonomia e prestazioni di calcolo per watt. L’analista di Wells Fargo Aaron Rakers l’anno scorso, in una nota per i clienti, parlava in questi termini dei Mac con M2: “Quando questo aumento di produttività viene scalato in una grande impresa/organizzazione con centinaia di sviluppatori, i risparmi potrebbero giustificare l’aggiornamento di interi parchi di Mac, forse prima di quanto previsto dal tipico ciclo di aggiornamento di tre-quattro anni”.

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Secondo le ultime speculazioni di mercato, TSMC sta avendo problemi a produrre abbastanza processori per i Mac, il che significa che la produzione viene indirizzata verso gli iPhone. Il motivo per cui l’azienda sta affrontando queste sfide non è particolarmente chiaro, ma non è escluso che la mancanza di accesso alle materie prime utilizzate dalle fonderie di chip a causa della guerra in Ucraina possa influire sulla produzione. L’approvvigionamento di materie prime come alluminio, nichel, palladio e vanadio continua infatti a essere un problema.

Apple però non è sola in queste sfide. L’intero settore dell’elettronica di consumo sta vivendo la stessa situazione. Ma i dati di IDC, Gartner, Counterpoint e Canalys supportano la tesi di StatCounter secondo cui le vendite di Mac rimangono forti rispetto alla concorrenza. Nel quarto trimestre del 2022, le vendite di PC Windows sono diminuite del 30%, mentre quelle di Mac hanno registrato solo un calo del 2%, anche se i dati del settore suggeriscono che l’azienda sta comunque soffrendo.

Detto questo, durante l’ultima riunione fiscale di Apple, il CEO di Apple Tim Cook ha sottolineato che la base installata di Mac attivi ha raggiunto “un massimo storico” in tutte le aree geografiche. Che cosa significhi questo una volta che la crisi si sarà attenuata non è ancora chiarissimo, ma suggerisce che quando torneremo a giorni migliori, la piattaforma Mac sarà più diffusa di quanto lo sia stata per decenni.

Negli ultimi tre anni, il mercato dei PC Windows è cresciuto solo del 6%, mentre la quota dei Mac è cresciuta del 60%. E, naturalmente, dato che l’impatto collaterale della crisi attuale sembra essere la crescita delle economie emergenti, guidate da India e Vietnam, Apple sarà quasi sicuramente ben posizionata per crescere in questi mercati critici. Ma la crescita non è ancora quella che stiamo vedendo oggi e, considerate le recenti affermazioni secondo cui le vendite di Mac nell’attuale trimestre sono diminuite drasticamente, ci sarà molto interesse per qualsiasi cosa Apple abbia da dirci sull’andamento delle vendite di Mac nelle ultime settimane, quando l’azienda terrà la conferenza sui risultati del secondo trimestre dell’anno fiscale 2023.

La domanda non sarà tanto se la rinascita dei Mac si sia fermata, ma semplicemente di quanto sia rallentata. Un modello di crescita pluriennale non si arresta in uno o due trimestri traballanti e, con un modello di crescita ora abbastanza consistente da poter essere visto (figurativamente) dallo spazio, il rinascimento dei Mac è destinato a continuare. Non a caso l’amministratore delegato di Jamf, Dean Hager, è stato esplicito nel prevedere che le piattaforme di Apple saranno l’ecosistema numero uno in ambito aziendale nei prossimi anni.