Il sito OWC ha eseguito un classico teardown (smontaggio) del nuovissimo iMac Pro per capire se questa workstation all-in-one sia in qualche modo aggiornabile dagli utenti nei suoi principali componenti hardware. Inizialmente si pensava infatti che ciò non fosse possibile (o comunque estremamente complicato), ma dopo il primo test di OWC si è scoperto che alcuni componenti di iMac Pro come la CPU, gli SSD e la RAM possono essere sostituiti e aggiornati, sebbene si tratti di un’operazione caldamente riservata agli utenti più esperti in materia.

Dopo il primo ostacolo rappresentato dall’apertura dello chassis unibody in metallo e dalla rimozione del display (il rischio in questo caso è di romperlo se non si sta attenti), si ha accesso dalla parte frontale del computer alla scheda madre e, una volta rimossi il dissipatore e gli speaker, si possono sostituire i quattro moduli di RAM da 8 GB l’uno con quattro moduli da 16 o 32GB, in modo da ottenere una configurazione con un massimo di 128 GB di RAM.

Lo stesso si può fare con gli SSD. Nel modello utilizzato per il teardown sono presenti due SSD da 512 GB l’uno collegati in RAID. Se si rimuovono i sigilli sulle viti, si possono sostituire abbastanza agevolmente i due dischi con modelli più capienti e, contando quanto Apple faccia pagare SSD di taglio maggiore, si tratta di un’opportunità molto interessante.

Se infine la scheda video non è sostituibile perché saldata alla scheda madre, la CPU (in questo caso un Intel Xeon octa-core) potrebbe essere sostituita rimuovendo il relativo dissipatore, sebbene su questo versante OWC debba fare ulteriori test. Insomma, iMac Pro dimostra dopotutto di avere una struttura modulare che non era per nulla scontata conoscendo Apple, anche se visto il modo non proprio agevole per sfruttarla in pochi riusciranno ad approfittarne.