Il nuovo Mac Studio di Apple non solo include quello che potrebbe essere il processore più potente nel panorama dei PC, ma mette anche in luce (e risolve) molti dei punti deboli del suo diretto rivale, il Surface Studio di Microsoft.

Lo splendido all-in-one di Microsoft non viene aggiornato da anni, ma il suo iconico display touch PixelSense da 28 pollici ha conquistato praticamente tutti quando il primo Surface Studio ha debuttato per la prima volta negli USA nel 2017. Ora, il Mac Studio di Apple, una workstation compatta e potentissima  che in Italia parte da circa 2400 euro, punta a riempire questo vuoto visto che, assieme a esso, Apple ha annunciato anche il monitor Studio Display, compagno ideale (e molto costoso) per avere un’esperienza estremamente simile a quella offerta dal Surface Studio.

Con il Mac Studio, Apple propone quattro soluzioni in particolare di cui Microsoft dovrebbe prendere nota per il prossimo (e terzo) Surface Studio.

Essere sul pezzo

Sono passati tre anni e mezzo da quando Microsoft ha annunciato il Surface Studio 2 nell’ottobre 2018, circa diciotto mesi dopo il lancio di Surface Studio nell’aprile 2017. Certo, la pandemia ha avuto un ruolo, così come le altre priorità di Microsoft, in questo silenzio che dura ormai da troppo. Ma con un SoC Intel Core di settima generazione e una ormai vecchia Nvidia GeForce GTX 1070, è difficile sostenere che il Surface Studio 2 sia lo strumento preferito dai creatori all’interno dell’ecosistema Windows.

Invece, quel ruolo spetta a Surface Laptop Studio, il miglior dispositivo Surface disponibile al momento nel listino Microsoft che ha rinunciato alle risoluzioni elevate dei display di altri Surface preferendo la maggior frequenza di aggiornamento. 

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Un display autonomo

Il modo in cui l’enorme display da 28 pollici con risoluzione di 4500 × 3000 pixel del Surface Studio 2 si alza e si abbassa è un’esperienza quasi iconica intrinsecamente legata alla linea Surface Studio. Il modo in cui è stato costruito lo Studio, con i componenti integrati nella base, anziché dietro lo schermo, non preclude la vendita separata del display incernierato, sostituendo la CPU e la scheda madre dello Studio con un solido supporto.

L’approccio di Apple alla progettazione di uno chassis hardware autonomo e alla vendita di un display separato è ancora una volta il tipico modello di business di Apple. Per di più il Mac Studio consente ai clienti di acquistare separatamente fino a quattro dei suoi display Apple Studio 5K. Questo è esattamente ciò che molti chiedono da anni e non c’è motivo per cui Microsoft non potrebbe fare lo stesso se davvero lo volesse. Perché non consentire ai clienti di abbinare il loro miglior computer al miglior display di Microsoft?

Per di più il Mac Studio ha sia HDMI, sia Thunderbolt. Non c’è un connettore proprietario che richieda l’abbinamento di Mac Studio con un display Apple Studio. E sono certo che un creator con un Mac Studio vi abbinerebbe molto volentieri un display Surface touchscreen se questo fosse disponibile per la vendita.

Prestazioni desktop

Chiaramente, l’aspetto più sbalorditivo del Mac Studio è stato l’annuncio da parte di Apple sia del potentissimo SoC M1 Ultra, sia del fatto che tutta questa potenza sia stata racchiusa in una workstation estremamente compatta. Un ostacolo enorme da superare per un’industria dei PC che si basa sulla potente (ma energivora e “bollente”) architettura X86.

Sul versante puramente prestazionale il Surface Studio 2 è indietro di anni e anche se la sua base ha circa la metà del volume del Mac Studio, a nessuno importa più di tanto quanto sia grande o spessa la base di un PC all-in-one se poi l’hardware al suo interno non è al passo con i tempi.

Connessioni a volontà

ìIl Mac Studio con un M1 Ultra al suo interno include quattro porte Thunderbolt 4 sul retro e altre due sul davanti, oltre a due porte USB-A e a un jack per le cuffie. Surface Studio 2 include invece solo quattro porte USB 3.0 di tipo A e tutte sul retro dello Studio.

È stata semplicemente una decisione stupida, anche se lo Studio ha debuttato prima della diffusione in massa dell’USB-C e della crescente influenza della tecnologia Thunderbolt. Se e quando debutterà il Surface Studio 3 (forse un annuncio potrebbe arrivare a fine anno), mi piacerebbe che Microsoft affrontasse il problema delle porte più o meno allo stesso modo di Apple e, più in generale, seguisse una strategia simile a quella che Apple ha seguito per questo suo nuovo prodotto vincente.