Al recente VMworld 2021 il CEO Raghu Raguram, in carica da 5 mesi dopo l’uscita di Pat Gelsinger, ha sintetizzato in una frase il futuro di VMware: “Il multi-cloud sarà il centro di gravità di tutto ciò che faremo: è il modello di business digitale dei prossimi 20 anni ed è nel nostro DNA”.

In piena coerenza, il principale annuncio all’evento è stato quello dei VMware Cross-Cloud Services, un gruppo di servizi integrati che come spiega VMware offriranno alle aziende tre vantaggi chiave – un percorso accelerato verso il cloud, efficienza dei costi, flessibilità e controllo su qualsiasi cloud – e si articolano in cinque blocchi fondamentali:

– Una piattaforma per costruire e distribuire app cloud-native;

– Infrastruttura cloud per il funzionamento e l’esecuzione delle app aziendali;

– Gestione del cloud per il monitoraggio e la gestione delle prestazioni e dei costi delle app su diversi cloud;

– Sicurezza e networking estesi su tutte le operations multi-cloud per collegare e meglio proteggere tutte le app;

– Uno spazio di lavoro digitale a supporto della forza lavoro distribuita insieme a soluzioni edge per distribuire e gestire app edge-native.

Gigantino: “Cloud Smart per non dover scegliere tra innovazione e controllo”

“Oggi un’azienda mediamente utilizza circa 500 applicazioni, che sono distribuite tra diversi cloud: il 75% dei clienti VMware si affida a due o più cloud pubblici e il 40% ne utilizza tre o più”, ha detto Raffaele Gigantino, country manager di VMware in Italia, in un incontro con la stampa italiana per spiegare i principali annunci del VMworld. “Considerazioni che tutto sommato valgono anche per l’Italia, dove secondo l’Osservatorio Cloud del Politecnico di Milano le aziende italiane dichiarano di avere, in media, circa 4 Cloud provider attivi, in linea con lo scenario a livello internazionale, e il 43% delle grandi imprese sviluppa le nuove applicazioni direttamente in cloud”.

Raffaele Gigantino, Country Manager VMware Italia

Raffaele Gigantino, Country Manager VMware Italia

L’approccio multi-cloud, continua Gigantino, è molto apprezzato perché aumenta la velocità delle applicazioni e l’innovazione, e consente più agilità e resilienza, ma è anche vero che gli ambienti multi-cloud sono molto più complessi e distribuiti di qualsiasi cosa le organizzazioni abbiano gestito in passato: “Una complessità che spesso costringe a cercare compromessi tra velocità e gestione del rischio, con conseguente rallentamento dell’esecuzione e aumento dei costi”.

“L’obiettivo di VMware è quindi di aiutare i clienti a eliminare questa necessità di compromessi, offrendo loro una potente combinazione di libertà e controllo nella loro attività multi-cloud. Per questo parliamo di “Cloud Smart”: le organizzazioni devono avere la libertà di realizzare e aggiornare le app su ogni cloud mantenendo la consistenza e il controllo dei costi, mettendo a disposizione degli utenti un accesso rapido alle app ma protetto”.

“Sovereign Cloud”, il partner italiano è Noovle

Offrire un approccio multi-cloud senza l’onere di dover scegliere tra velocità dell’innovazione e controllo è in fondo il denominatore comune di tutti gli annunci di prodotto al VMworld, che nella conferenza stampa sono stati sintetizzati da Rodolfo Rotondo, Business Solutions Strategy Director VMware EMEA.

Una parte degli annunci riguarda l’area Cloud Infrastructure and Management, con novità per aiutare i clienti a passare al cloud in modo più rapido e sicuro, un nuovo pacchetto di servizi gestiti Kubernetes per accelerare la modernizzazione delle app, e un’iniziativa “Sovereign Cloud” che prevede accordi con partner locali in diversi Paesi – in Italia il primo partner annunciato è Noovle (Gruppo TIM) – per rispondere a tutti i requisiti nazionali di sovranità, compliance, sicurezza, localizzazione e controllo dei dati.

Per quanto riguarda l’area App, gli annunci al VMworld hanno riguardato essenzialmente evoluzioni del portafoglio VMware Tanzu – la piattaforma di sviluppo applicativo basato su container di VMware – per dare agli sviluppatori più autonomia nel creare e distribuire applicazioni su qualsiasi cloud.

Altro annuncio interessante è stato VMware Edge, pacchettizzazione di diversi prodotti e soluzioni per far girare, gestire e mettere in sicurezza applicazioni “edge-native” su diversi cloud, con tre componenti principali: VMware Edge Computing Stack, VMware SASE, e VMware Telco Platform. Infine al VMworld è stata presentata una serie di importanti innovazioni in area Security, con l’obiettivo di offrire un’architettura end-to-end zero trust all’interno e tra gli ambienti cloud e applicativi.

Pirelli: “Il nostro modello di business si basa sul digitale e il multi-cloud è fondamentale per supportarlo”

L’ultima parte della conferenza stampa è stata poi dedicata al caso di Pirelli, una delle otto aziende clienti in tutto il mondo a ricevere il VMware Customer Excellence Award, conferito appunto durante il VMworld 2021. Il produttore di pneumatici è stato premiato nella categoria più prestigiosa, “Digital Business Transformation of the Year”, e il suo progetto è stato illustrato da Pier Paolo Tamma, SVP e Chief Digital Officer Pirelli.

Pier Paolo Tamma (Pirelli)

Pier Paolo Tamma (Pirelli)

Pirelli ha scelto di modernizzare la sua infrastruttura IT con una strategia multi-cloud per integrare il suo private cloud con una parte in public cloud, e siccome VMware ha contribuito a virtualizzare quasi il 100% del private cloud on-premise dell’azienda, la migrazione al public cloud con VMware Cloud on AWS è stata considerata la logica scelta per assicurare a Pirelli una totale indipendenza rispetto ai fornitori di public cloud.

“Pirelli ha iniziato da due anni e mezzo un vasto programma di trasformazione digitale su cui lavorano diverse centinaia di persone in tutto il mondo, appartenenti anche a partner e system integrator. È un programma basato sul modello di business di rifocalizzazione su pneumatici di alta e altissima gamma, col quale siamo leader di mercato su oltre 50 clienti top prestige, e tra i primi 3-4 nella fascia premium”, ha spiegato Tamma. “Abbiamo un modello unico – coprogettare insieme ai clienti i pneumatici per ogni nuovo modello -, e sappiamo prevedere la domanda per il primo e secondo ciclo di ricambio: stiamo usando il digitale per ingegnerizzare questo modello”.

Questa capacità di previsione permette un’ampia gamma di applicazioni a vari livelli: “Per esempio possiamo pianificare a 10-12 anni la supply chain evidenziando fin d’ora i colli di bottiglia, simulare scenari diversi con nuovi stabilimenti e upgrade, ma anche dare strumenti ai nostri venditori per mostrare sui tablet ai loro clienti, i dealer Pirelli, i parchi circolanti sul loro territorio, quali sono vicini al ricambio, quale sarà esattamente la domanda che vedranno nei prossimi mesi”.

Si tratta insomma di un modello di business abilitato dal digitale e dall’analisi dei dati, per cui è fondamentale utilizzare un’infrastruttura multi-cloud, scalabile, dimensionabile in tempo reale, che permette di accorciare i time-to-market e gestire i costi molto elasticamente, continua Tamma: “VMware è uno dei partner che ci sta aiutando a realizzare tutto questo, restando indipendenti dai public cloud provider e gestendo in modo flessibile anche il nostro cloud privato e i sistemi nelle 19 fabbriche che abbiamo in tutto il mondo”.