Cinque anni dopo la chiusura di Fujitsu Italia, l’erede Finix Technology Solutions – che tuttora commercializza in esclusiva per l’Italia i prodotti Fujitsu – si è presentata pochi giorni fa con un evento per i partner a Milano per la prima volta dopo il terzo cambio di proprietà in 4 anni di vita.

Lo scorso gennaio infatti il system integrator ha annunciato un nuovo pool di azionisti di riferimento, il quarto dopo Livia Group (marzo 2019), Marperger Group (ottobre 2019), ed Enosi Holding (ottobre 2022). Si tratta di GUM Group (presieduto da Dario Pardi, già top manager e presidente di molte società IT italiane e internazionali) e della holding lussemburghese Time and Life, che ora detengono il 90% delle azioni Finix, e che hanno ridefinito l’orientamento strategico della società, concentrandolo soprattutto su migrazione al cloud, adozione dell’Intelligenza Artificiale (IA), e valorizzazione dell’offerta Fujitsu.

“Finix ha un nome che parla di rinascita, e ne ha avute diverse: speriamo che questa sia quella definitiva, basata su una visione strategica duratura, sui nuovi azionisti e ancora su Fujitsu”, ha detto Danilo Rivalta, CEO di Finix, aprendo l’evento di Milano.

“Abbiamo sempre creduto nel nostro canale di partner, a cui ora proponiamo un portafoglio rinnovato di Fujitsu, rinunciando a prodotti commodity (Fujitsu ha stoppato la vendita di prodotti Client Computing Devices (CCD) in tutta Europa lo scorso aprile, ndr) e aggiungendo tecnologie e servizi innovativi, basati su AI e sostenibilità”.

“Fujitsu è nel corso di una trasformazione che ora vede come priorità tecnologiche sustainable compute, next generation infrastructure, quantum computing, edge computing e networking, nonché l’AI su cui ha pianificato di investire 2 miliardi di euro”, ha aggiunto Ladislav Orenic, Head of Channel Led Countries di Fujitsu. “L’Italia per noi fa parte delle Channel-Led Countries: mercati in cui crediamo, anche se non abbiamo presenza diretta”.

“Fujitsu non è mai uscita dall’Italia”, ha sottolineato Rivalta. “Quel che è mancato in alcuni momenti è stata la capacità di comunicare”.

“Con la nostra entrata in Finix abbiamo messo assieme solidità finanziaria e visione strategica”, ha detto Dario Pardi. “La società ha competenze tecnologiche e qualità per emergere, anche se diverse cose vanno cambiate, per esempio l’approccio ad alcuni mercati”.

In questa intervista con Danilo Rivalta abbiamo approfondito i piani per il futuro di Finix dopo il cambio di proprietà.

I nuovi azionisti di riferimento sono subentrati nel gennaio 2024, ma come è andato il 2023?

È stato un anno difficile, pieno di difficoltà inaspettate. Non è possibile dare un giudizio di business, di performance, e non ha senso parlare di numeri. Siamo stati per tutto l’anno una nave in tempesta, guidati solo da noi stessi.

Più in generale abbiamo vissuto 4 anni difficili, pur essendo i rappresentanti di un marchio come Fujitsu. Non immaginavo tutte queste difficoltà: il covid per noi è stato solo negativo perché non avevamo la struttura per generare grandi volumi, e poi abbiamo sempre avuto problemi finanziari.

Quello che è importante è che pur in una situazione cosi difficile siamo riusciti a entrare in contatto con diversi potenziali investitori, e abbiamo persino potuto scegliere quello che ci sembra il più adatto, nonché a mantenere il rapporto con Fujitsu, che per noi è estremamente importante. Ora abbiamo solidità finanziaria, e un piano strategico a cui stiamo lavorando, che ha un orizzonte di 3-4 anni.

Quali sono i principali punti di questo piano?

Uno è la forte partnership con Fujitsu, non solo sull’offerta tradizionale di infrastruttura tecnologica per ambienti cloud, ambienti SAP e data center, ma anche su nuove linee di prodotti di IA. Questo non era scontato: il nostro contratto di distribuzione del 2019 non prevedeva nuove soluzioni che sarebbero poi nate.

Il secondo pilastro riguarda l’IA, e qui abbiamo appena annunciato un accordo con Expert.ai, la più consolidata realtà italiana di IA, per proporre soprattutto nei settori PA e Sanità soluzioni basate sulle loro tecnologie NLP (natural language processing) e sui nostri servizi di consulenza e implementazione.

Più in generale puntiamo a un ruolo da IA Integrator. Non sviluppiamo direttamente codice o algoritmi, ma proponiamo soluzioni di Fujitsu o altri produttori, e insieme ai nostri rivenditori le implementiamo su grandi clienti: un caso l’abbiamo già, un grande cliente italiano, lo annunceremo nelle prossime settimane.

Il terzo filone è quello dei managed services, che è piuttosto tradizionale ma che stiamo cercando di interpretare anche con strumenti innovativi di AI. Si tratta della gestione 24 per 7 dei sistemi di grandi aziende: hardware, reti e applicazioni, controllo del funzionamento e dell’efficienza.

I managed services ci hanno sempre dato soddisfazione, sia in termini di fatturato che di profittabilità. Abbiamo 14 clienti, pochi ma ottimi. Alcuni di loro hanno infrastruttura Fujitsu, ma la maggioranza no.

Quali investimenti sono previsti per supportare questi tre pilastri?

Sicuramente investimenti in infrastrutture e competenze. Questi nuovi azionisti hanno per Finix una visione strategica che comprende anche fusioni e acquisizioni, che accelereranno il posizionamento in tempi molto rapidi, nei settori di cui abbiamo parlato: non ambiti di servizi tradizionali, ma specialisti di infrastruttura tecnologica per ambienti cloud, e IA.

Un altro ambito di investimento è la migrazione dei clienti SAP verso il cloud, anche tramite accordi con partner e reclutamento di partner SAP.

Qui chiaramente non ci mettiamo in concorrenza con i grandi partner tecnologici di SAP, perché non ha senso. Tuttavia i rapporti tra SAP e Fujitsu sono ottimi, e quindi vogliamo sfruttare la conoscenza della migrazione a SAP Hana, aiutando le aziende utenti a scegliere autonomamente il momento del passaggio e le modalità.

C’è una forte connotazione appunto di scelta, di aiutare il cliente a scegliere il miglior approccio per passare il suo sistema SAP in cloud, sia dal punto di vista tecnologico, sia soprattutto da quello dei costi, che se non sono tenuti sotto controllo in casi come questo rischiano di esplodere.

A quale target vi rivolgete con questa offerta?

Alle PMI utenti di SAP, realtà tipicamente da 50-100 milioni. Abbiamo già due casi di successo, sia in termini di di soddisfazione del cliente, sia di fatturato, sia di profitto, e due partner SAP reclutati.

Quante persone impiega Finix oggi?

Siamo 80 persone dirette e 65 indirette. Inoltre abbiamo piani di assunzione, soprattutto in ambito sales e pre-sales. Siamo sempre in fase di trasformazione, di aggiornamento delle competenze. Quando uscite ed entrate saranno coordinate, anche le assunzioni saranno accelerate.

Quali novità avete presentato per i partner all’evento di oggi?

Due nuovi prodotti e servizi di Fujitsu. Uno si chiama COD, una soluzione SaaS per laboratori di analisi per accelerare le analisi cromatografiche grazie a specifici algoritmi di IA. L’altro si chiama PrivateGPT, una soluzione ChatGPT privatizzata sia in termini di modello che di infrastruttura dedicata, che ha già 38 proof of concept attivi.

Poi come ho già accennato c’è l’accordo con Expert.ai che è la più grande azienda di AI italiana, con quasi 400 clienti, nata 30 anni fa con nomi come FBI e Dow Jones come primi clienti.

Infine oggi presentiamo anche Hevolus, una specialista italiana di realtà aumentata. Con loro non abbiamo firmato ancora contratti, ma c’è forte affinità: pensiamo a un accordo per proporla ai nostri partner, specialmente quelli che si occupano di manutenzione.