È un periodo di grandi cambiamenti per NFON, che l’anno scorso ha varato un nuovo piano industriale di riposizionamento strategico – dalla sola telefonia in cloud all’Unified Communication (UcaaS) e Contact Center (CCaaS) – e proprio in questi giorni ha presentato un nuovo brand. Anche NFON Italia lo scorso gennaio ha registrato un’importante novità: Paolo Fortuna è subentrato come Managing Director a Marco Pasculli, passato a un incarico europeo.

Proprio con Fortuna abbiamo approfondito i risultati di una recente indagine commissionata da NFON a NetConsulting Cube per monitorare la propensione delle aziende italiane a investire in soluzioni di comunicazione in Cloud. “Ne emerge una conferma dei nostri orientamenti strategici”, sottolinea Fortuna: “Oggi chi investe in un nuovo centralino in quasi 2 casi su 3 sceglie soluzioni cloud, e più in generale è sempre più sentito l’interesse per sistemi di comunicazione e collaborazione cloud integrati con gli altri sistemi di business”.

Il campione dell’indagine comprende 160 imprese italiane private, equamente divise nelle fasce 50-99, 100-200, e più di 200 postazioni. Il settore più rappresentato è il manifatturiero, seguito da servizi, commercio, utility, trasporti, “i più adatti a una veloce migrazione alla telefonia cloud”.

Il 26% ha un centralino cloud, il 46% un VoIP e il 31% uno tradizionale

Un primo elemento interessante è l’aumento di incidenza del cloud nel “parco centralini” italiano: negli ultimi 12 mesi la percentuale di aziende con un centralino in cloud è salita dal 22% al 26%, mentre i centralini VoIP sono aumentati dal 44% al 46%, e quelli tradizionali sono in forte calo (dal 41% al 31%). “La tendenza è chiara: come dicevo prima, tra le aziende che hanno adottato un centralino nuovo nell’ultimo anno il 63% ne ha scelto uno in cloud, il 30% uno VoIP e solo il 7% uno tradizionale. Più in generale, negli ultimi 5 anni gli acquisti si sono concentrati sui centralini VoIP e nell’ultimo anno sui centralini in Cloud”.

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Esaminando questa tendenza più in dettaglio, continua Fortuna, non c’è una dimensione aziendale che rifiuta o adotta il cloud in modo particolare (“le più grandi hanno tassi d’adozione più alti perché hanno iniziato prima la fase di valutazione”), mentre i settori più propensi ad adottare centralini cloud nell’ultimo anno sono manifatturiero, servizi, logistica e retail, “con importanti segnali dal settore finance, che è in ritardo anche per motivi di regolamentazione, ma sta cominciando a valutare e investire”.

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Meno del 10% esclude il cloud

Passando alle criticità dei centralini in uso, la percentuale di chi non ha problemi è doppia (90% contro 47%) tra le aziende che hanno un centralino cloud rispetto a quelle che ne hanno uno non cloud. Tra queste ultime le criticità più sentite sono alti costi del traffico telefonico (39%), alti costi di gestione (20%) e insufficiente numero di servizi disponibili (20%).

“Queste sono le principali motivazioni di chi pensa di cambiare tecnologia, e in effetti il 40% sta valutando di sostituire il centralino o ha già deciso di farlo, e il 36,5% lo sta facendo o l’ha fatto da poco: è un mercato in grande fermento, pronto alla trasformazione”.

Tra quelli pronti a cambiare, poi, meno del 10% non è interessato al cloud, mentre tutti gli altri sono attirati dai classici benefici del cloud in qualsiasi campo applicativo: maggior convenienza economica (64%), eliminazione dei problemi di obsolescenza e aggiornamenti (46%), non necessità di investimenti infrastrutturali (33%). Un concetto confermato anche dalle caratteristiche più conosciute del cloud: il servizio si paga in base al reale consumo (80%), non è necessario contratto di manutenzione (57%), l’azienda può gestire il centralino in autonomia (55%).

L’interesse per l’integrazione con Teams

“In effetti i benefici più noti del cloud riguardano ancora la sfera IT, ma con percentuali più basse emergono anche gli elementi su cui NFON sta puntando e che secondo noi diventeranno più rilevanti man mano che il cloud si diffonderà: integrazione con il business, integrazione con strumenti di unified communication e collaboration, miglioramento della user experience di utenti finali, partner e clienti”.

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Sono esigenze ancora in parte latenti, sottolinea Fortuna, ma che possono emergere anche subito se la richiesta è più mirata, “e infatti quando è stato chiesto il livello di apprezzamento per un centralino integrato con Microsoft Teams, che permetta cioè di fare chiamate telefoniche dalla stessa piattaforma di collaborazione, l’86,5% si è detto interessato”.

Infine gli ostacoli all’adozione del centralino in cloud: i più sentiti sono il fatto che queste decisioni di investimento sono in capo alla casa madre (24%), le condizioni contrattuali e commerciali non abbastanza favorevoli (19%), la connettività non adeguata (8%). “Ma spicca ancora di più l’assenza totale delle motivazioni che per tanto tempo hanno frenato l’adozione del cloud: la necessità o volontà di mantenere dati e centralino all’interno dell’azienda, la diffidenza verso il cloud, la non conoscenza della tecnologia”.

In conclusione, osserva il managing director di NFON Italia, “questa indagine ci fa pensare che ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Nelle valutazioni di investimento ormai il cloud entra praticamente sempre, ed emerge l’esigenza di una piattaforma di comunicazione organica con il resto dei sistemi informativi aziendali, e in cui la telefonia sia integrata con molti altri elementi: la video-collaborazione, il CRM, il contact center.