La sostenibilità nel canale IT, dalle offerte commerciali ai processi che costituiscono la stessa attività quotidiana degli operatori IT, è ormai una priorità primaria, con impatti sempre più importanti e profondi anche nei Partner Program dei fornitori IT.

E nonostante il quadro macro-economico non crei certo le condizioni migliori, come dimostra l’ondata di licenziamenti in corso nel settore, questo impegno sulla sostenibilità nel canale IT continuerà ad aumentare. Ci scommette la società di ricerca Canalys in un breve report (“Channel Sustainability in 2023”) scritto dal research analyst Ben Caddy, di cui riprendiamo alcuni concetti, rimandando all’articolo originale per la trattazione completa.

Le norme anti greenwashing dell’Unione Europea

Uno dei possibili rischi in uno scenario in cui praticamente tutti stanno parlando di sostenibilità è che qualcuno esageri i proclami rispetto al reale impegno: si parla in questi casi di “greenwashing”, pratica che l’Unione Europea sta pensando di punire e rendere più difficile con una serie di provvedimenti allo studio.

Tra questi, Caddy cita la “Corporate Sustainability Reporting Directive”, e la “Unfair Commercial Practices Directive”.

La prima, entrata in vigore nel gennaio 2023, stabilisce nuove regole a cui dovranno sottostare circa 50mila aziende europee a partire dall’anno fiscale 2024. Tra queste l’accesso garantito ad azionisti e altri stakeholder alle informazioni necessarie a definire i rischi di investimento legati ai cambiamenti climatici e ad altri temi ambientali, e una maggiore trasparenza sugli impatti ambientali e sociali dell’operato dell’azienda.

Per la seconda, una legge-quadro per i diritti dei consumatori, lo scorso marzo è stato proposto un aggiornamento proprio in chiave di maggior trasparenza sui criteri di progettazione dei prodotti in termini di durabilità e vita utile, scoraggiando dichiarazioni ed etichette di sostenibilità esagerate e non verificabili.

Tutte regolamentazioni che chiaramente presuppongono la capacità di raccogliere e analizzare sistematicamente dati di impatto ambientale, e la visibilità centralizzata di tali analisi. Sono esigenze sempre più diffuse e pressanti, che hanno portato alla nascita di un’offerta di software specializzati di monitoraggio della sostenibilità.

Crisi energetica, l’effetto “collaterale” favorevole all’ambiente

Altro fronte che è diventato vitale in quest’ultimo anno è quello della crisi energetica, che in un settore energivoro come quello IT genera criticità di approvvigionamento, ma soprattutto di costi.

L’ottimizzazione dell’uso dell’energia è in effetti tra le prime priorità degli operatori IT. A dire la verità, sottolinea il report Canalys, la motivazione principale di questa forte attenzione non è ambientale, ma è economica. Ma non è disprezzabile che una delle conseguenze sia la transizione – sia degli operatori IT, sia delle organizzazioni utenti di tutti i settori – verso soluzioni IT più sostenibili.

Partner Program e sostenibilità, i casi di HP e Lenovo

Uno degli strumenti più sistematicamente utilizzati dai vendor IT per promuovere e supportare strategie di sostenibilità nei loro ecosistemi sono i Partner Program.

Tra i primi in ordine di tempo, spiega Caddy, c’è stato il programma Amplify Impact di HP, che prevede formazione, risorse di marketing e accesso ai servizi di riciclo dei prodotti, ma il report cita anche Lenovo per la sua community Lenovo 360 Circle (ne abbiamo parlato qui) – che comprende anche strumenti di supporto a strategie allineate con i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite – e poi anche Cisco, Salesforce, e i cloud hyperscaler.

I servizi take-back

Infine il report evidenzia un altro trend in grande ascesa nelle pratiche di sostenibilità del canale: i servizi di ritiro dei prodotti usati (take-back) da parte dei vendor.

L’opportunità per i vendor è duplice. Da una parte, attraverso riparazioni e ricondizionamenti, i prodotti tornano a essere commercializzabili come merce di seconda mano. Dall’altra i servizi di take-back stimolano la vendita di prodotti nuovi, come dimostra la Environmental Specialization di Cisco, che offre ai partner sconti fino al 7% sul nuovo hardware in cambio del ritiro di vecchi prodotti Cisco usati. Stessa cosa fa Dell, che però ritira prodotti di tutte le marche.

Come molti altri vendor, sottolinea Canalys, Cisco e Dell gestiscono i processi di ritiro e trattamento dei prodotti dismessi (ITAD, IT Asset Disposal) con team interni, cosa che costituisce una garanzia per i partner – e anche per le aziende clienti – sulla responsabilità e sicurezza dei servizi di take-back.

Tutto questo, conclude il report, ha reso questi servizi sempre più popolari negli ecosistemi di canale IT, dove il 57% dei partner al momento vorrebbe includerli nella propria offerta commerciale, o l’ha già fatto.