Secondo Charles Giancarlo, CEO di Pure Storage, la pandemia ha ulteriormente aumentato l’urgenza di ripensare le infrastrutture IT aziendali introducendo più automazione, più gestione da remoto, e più flessibilità.

“Covid-19 ha insegnato che la business continuity va oltre la sopravvivenza a un evento: l’infrastruttura IT deve permettere di cambiare rapidamente il modo stesso in cui si fa business”, ha detto Giancarlo nel keynote di Pure Accelerate, l’evento annuale del vendor. “Sento dire da anni che lo storage si sta commoditizzando, ma noi continuiamo a investire come un’azienda di alta tecnologia, perché lo storage è un terzo dei costi del data center: se non avanza al passo degli altri componenti diventerà un collo di bottiglia”.

Il principale annuncio dell’evento è stato Purity 6.0 per FlashArray, nuova versione della suite di punta di Pure che grazie a una serie di nuovi data service agili, spiega la società, permette di sfruttare immediatamente due nuove fondamentali funzionalità: il supporto unificato dei protocolli NFS e SMB, e il disaster recovery attivo basato su una nuova tecnologia di replica continua. Il primo unifica blocchi e file su FlashArray risparmiando problemi e costi della gestione di due ambienti incompatibili, per esempio nei casi in cui l’opzione principale è lo storage a blocchi, ma c’è comunque necessità di risorse NAS separate. La seconda, ActiveDR, è pensata per evitare costi e complessità degli add-on software per il disaster recovery realizzati da terze parti.

In occasione del Pure Accelerate abbiamo potuto incontrare Matthieu Brignone, VP Channel Sales EMEA/LATAM di Pure Storage, e Andrea Ricchiuto, COO di TAI Solutions che è uno dei partner Pure in Italia.

Channelworld: quali sono le principali novità annunciate a Pure Partner Digital, la sessione di Accelerate 2020 dedicata al canale, e come si rifletteranno sulla strategia di canale in Italia?

Matthieu Brignone: Pure sta ampliando la formazione a supporto dei partner perché possano fornire soluzioni complete ai clienti, soddisfare le loro crescenti esigenze, in particolare di consumo flessibile, e sfruttare l’intero portfolio. Inoltre Pure sta adattando il suo Partner Program sulla base dei feedback dei partner per supportare al meglio la vendita delle soluzioni, offrire ulteriore formazione e migliorare gli incentivi. A metà luglio renderemo noti maggiori dettagli.

Channelworld: Come sono cambiati i piani di investimento IT delle aziende italiane e la vostra strategia di canale in seguito alla pandemia?

Brignone: Consapevole delle straordinarie sfide di business e sociali dello scenario originato dal COVID-19, Pure Storage ha predisposto una serie di programmi e strumenti per fornire flessibilità ai clienti che necessitano di risorse aggiuntive e variabili e nuovi modi di lavorare in un ambiente in rapido mutamento. Ovunque le aziende hanno registrato una improvvisa necessità di supportare i dipendenti che lavorano da remoto, una situazione che ha messo a dura prova le infrastrutture IT, generando in particolare un aumento della domanda di VDI.

Inoltre vi è una crescente richiesta di funzionalità remote, automazione e modelli di consumo flessibili. Questa è un’opportunità per i partner Pure di offrire Pure as-a-Service, che fornisce funzionalità storage on-premise e cloud in modo dinamico, combinando lo storage a file, blocchi e oggetti per supportare i casi d’uso di cui le aziende hanno bisogno in questo momento, riducendo al contempo rischi e costi a livello storage nell’era del multi-cloud. È disponibile anche on-demand e ha un costo basato su livelli: più si usa, più è conveniente. La flessibilità di Pure as-a-Service è l’opzione adatta nello scenario creato dal COVID-19, in cui è difficile prevedere l’andamento delle varie necessità.

Channelworld: chi è oggi TAI Solutions e quali sono le sue principali aree di specializzazione?

Andrea Ricchiuto: TAI Software Solutions è un System Integrator che opera nel mercato ICT da oltre 30 anni. La sede centrale è a Firenze, ma abbiamo sedi anche a Pisa, che è il nostro centro di eccellenza dello sviluppo software, a Roma, a Milano, che è la sede commerciale di riferimento dell’azienda, a Monaco di Baviera, e a Madrid.

Copriamo diverse aree tecnologiche, dai Big Data agli analitycs, dal Multi-cloud all’Automation dei data center nelle varie declinazioni, dal networking virtuale alla security, con figure professionali altamente qualificate. Crediamo nella relazione con i nostri vendor di riferimento, tra cui Oracle, VMware, Pure Storage e Red Hat e con loro condividiamo piani di crescita e di formazione/certificazione, e obiettivi di business. Il fatturato di gruppo ammonta a circa 150 milioni di euro e contiamo circa 240 addetti distribuiti sulle sedi italiane ed estere.

Channelworld: dal vostro punto di vista in che modo la pandemia ha cambiato gli investimenti IT delle aziende italiane?

Andrea Ricchiuto: Uno degli effetti immediati del COVID-19 è stato il cambio delle priorità delle aziende: il budget di spesa è stato riveduto e corretto soprattutto per soddisfare le nuove esigenze lavorative e il nuovo modo di fare business. Non parlo solo di collaboration ma anche della necessità di disporre di nuovi data center elastici e capaci di scalare verso l’alto o il basso a seconda del fabbisogno. L’automazione dei processi è ormai un “must have” perché consente maggiore flessibilità, rapidità, e migliora i livelli di sicurezza desiderati.

Channelworld: alla luce di tutto questo, qual è secondo voi il ruolo odierno del system integrator?

Andrea Ricchiuto: il “system integrator post COVID” deve essere in grado più che mai di assistere il cliente in questa rapida metamorfosi. Fino all’anno scorso questi temi erano oggetto di analisi e valutazione, oggi sono da implementare. Per fare un esempio, prima del COVID si parlava di sicurezza soprattutto con persone con background di networking; oggi sei chiamato a prendere in mano la sicurezza già dal momento in cui inizi a scrivere il codice, e devi coprire tutto l’End-to-End per garantire la sicurezza a prescindere da dove si trovano l’applicazione e i dati.

Channelworld: come sono cambiate le vostre priorità strategiche dopo Covid-19 e quali sono secondo voi le aree più promettenti su cui investire in questo momento?

Andrea Ricchiuto: per noi non è cambiato molto in termini di priorità: sono anni che parliamo di automazione, e della necessità di sistemi storage performanti, sicuri, scalabili e soprattutto molto facili da usare proprio con l’obiettivo di rendere più sicura e semplice la vita alle aziende.

Channelworld: come è nata la partnership con Pure Storage, e qual è la sua importanza nell’ecosistema dei vostri partner?

Andrea Ricchiuto: Abbiamo scoperto Pure Storage perché da un lato ci piace studiare il mercato analizzando novità, trend e opportunità (la “I” di TAI sta per Innovation), dall’altro si è presentata un’opportunità su un nostro cliente che aveva fabbisogni molto calzanti con la proposta Pure. Da lì abbiamo capito che Pure poteva essere un pezzo del nostro puzzle tecnologico; la matrice dei nostri partner deve essere quanto più armonizzata e coerente possibile. Molto spesso veniamo ingaggiati in progetti multidisciplinari con una componente storage. Disporre di soluzioni aperte anche ad altre tecnologie aiuta tantissimo e Pure in questo si presta visto il numero di alleanze che ha.

Channelworld: può citare un recente progetto presso un cliente italiano basato su tecnologie Pure Storage che l’ha colpita per la sua innovatività?

Andrea Ricchiuto: Mi ha colpito un progetto di realizzazione di un metrocluster in un campus. La semplicità nel disegnare e realizzare questa infrastruttura è stata determinante. Il cliente è rimasto molto soddisfatto delle performance e della solidità della soluzione Pure. Cito testualmente: “Si fa tutto a caldo ed è facile”.