La definizione dei profili professionali dell’ICT e delle relative competenze (skill) è fondamentale per far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro, e per organizzare le attività di formazione e certificazione. Ma l’ICT è un settore in rapida evoluzione, e questo nel tempo produce dei disallineamenti tra i profili ICT richiesti e quelli disponibili sul mercato del lavoro. Su questo problema si è tenuto un recente webinar di Aica, con un’analisi dell’Osservatorio delle Competenze Digitali sui cambiamenti tra il 2016 e il 2020 in alcuni dei principali profili ICT, tra cui il Developer (sviluppatore) e il Project Manager.

“Nell’ambito delle competenze ICT lo standard europeo e-CF è ormai un punto di riferimento importante in Italia, dove è stato introdotto da qualche anno”, ha spiegato Roberto Bellini di Aica, introducendo il webinar. “L’e-CF definisce le 41 competenze principali dell’ICT, su cui sono stati costruiti circa 30 profili e relativi percorsi formativi: è noto nelle imprese, nella PA e a livello individuale, ed è il riferimento per i requisiti degli specialisti ICT in un numero crescente di nuovi progetti e gare della PA italiana”.

Il problema del “mismatch” tra skill richieste e skill disponibili

Negli anni però, ha sottolineato Bellini, il mix di competenze che compone ciascun profilo cambia, per varie ragioni: la naturale evoluzione nel tempo della domanda di specialisti ICT, il disallineamento nel tempo tra il profilo percepito dal singolo specialista e il suo profilo standard di riferimento, e quello tra il profilo percepito e il profilo reale.

Questo “mismatch” come accennato all’inizio crea vari problemi: è più complicato trovare gli specialisti da assumere per determinati ruoli, o i componenti dei team più adatti per un progetto, e anche definire i migliori contenuti per i corsi di formazione e gli esami di certificazione dei vari profili.

“Per dare una dimensione a questo problema, attraverso l’Osservatorio delle Competenze Digitali abbiamo analizzato i cambiamenti dal 2016 al 2020 dei Developer, Project Manager, Digital Consultant, Cyber Security Specialist”, continua Bellini, “e oggi parliamo in particolare dei primi due: il Developer o sviluppatore, e il Project Manager”.

L’Osservatorio delle Competenze Digitali, ha precisato Alessandro Vaccarino dell’Università Milano Bicocca, è stato creato da Aica insieme alle altre tre principali associazioni di settore italiane dell’ICT – Anitec-Assinform, Assintel e Assinter – e con il patrocinio di AgID, Confindustria Digitale e Confcommercio.

Il suo obiettivo è monitorare l’evoluzione della domanda di profili ICT in Italia e anche a livello europeo analizzando quotidianamente gli annunci di offerte di lavoro sul web e processandoli con tecniche di big data analytics e AI: la banca dati per la sola Italia comprende 5 milioni di annunci. Qui abbiamo parlato dei responsi dell’Osservatorio sulle professioni ICT più richieste nel dopo-lockdown, e delle retribuzioni medie per le varie figure ICT in Italia.

“Per questa verifica sui profili del Developer e del Project Manager abbiamo analizzato i cambiamenti negli ultimi anni della distribuzione della domanda di specialisti ICT in Italia, geografica e per settori, del mix di skill nei profili, e le competenze più richieste ed emergenti”.

Per quanto riguarda le zone geografiche, come prevedibile c’è una concentrazione del mercato del lavoro ICT nel Nord Italia (oltre il 67% delle offerte di lavoro totali): la regione più rilevante è la Lombardia. Il mercato è apparentemente stabile, dal 2016 al 2020 c’è solo un leggero calo del Nord (-4%) e del Centro (-2%) a vantaggio del Sud.

Anche la domanda di professionisti ICT per settori è stabile: ovviamente predomina il settore ICT, poi c’è una distribuzione abbastanza uniforme tra industria e servizi di consulenza, con crescita nel 2020 del settore dei servizi di amministrazione e supporto.

Project Manager, in forte crescita le richieste di skill Agile, Jira, e di certificazione

Venendo all’analisi specifica dei due profili, e distinguendo tre macro-aree di competenza – soft, digitali e non digitali -, per il Project Manager si nota nel tempo una sostanziale stabilità, con preponderanza delle soft skill (47-48%) di relazione interpersonale, rispetto alle skill digitali (calate dal 30% del 2016 al 27% del 2020) e alle skill non digitali (salite dal 23% al 25%)”.

Anche per il Developer si nota una forte stabilità: ovviamente gli skill digitali, cioè tecnici, predominano (ma calano dal 64% del 2016 al 60% del 2020), seguiti dalle soft skill (da 24% a 27%) e dalle skill non digitali, sempre intorno al 13%.

“Apparentemente quindi le due figure sulle macro-competenze generali sono stabili nel tempo, ma esaminando le skill complementari emerge che stanno cambiando e che non sono più quelle del 2016”, sottolinea Vaccarino.

Fonte: Osservatorio Competenze Digitali

Fonte: Osservatorio Competenze Digitali

Per il Project Manager infatti si evidenzia un boom delle richieste di competenze di pianificazione agile, di gestione di tool di monitoraggio di attività e livelli di servizio (JIRA), e di certificazioni di Project Management. “Alla figura del Project Manager sono quindi richieste nuove competenze sia metodologiche (Agile), sia tecniche molto specifiche (JIRA), e poi le certificazioni, cioè attestazioni che le competenze dichiarate siano reali e validate da un ente terzo”.

Inoltre c’è una rilevante crescita anche delle richieste di skill di software-as-a-service, analisi dei dati, e Cloud Computing. “Tutto questo crea un disallineamento rispetto alla figura “standard” del Project Manager. Analizzando gli annunci di lavoro, infatti, è in crescita la domanda di nuove tipologie di PM, come per esempio Agile&Scrum Manager, e Solution Development Project Manager”.

Sviluppatori, boom delle richieste di skill cloud, DevOps, NoSQL

Fonte: Osservatorio Competenze Digitali

Fonte: Osservatorio Competenze Digitali

Per quanto riguarda invece lo sviluppatore (Developer), si conferma la forte richiesta di competenze Java degli ultimi anni, ma stanno cambiando le skill complementari, spiega Vaccarino. “Rispetto soltanto a due anni fa stanno crescendo esponenzialmente le richieste di competenze su piattaforme cloud e DevOps, e anche NoSQL, mentre restano più stabili quelle in altre aree come per esempio la progettazione di UX Design (User Experience Design, ndr)”.

Anche la figura del developer quindi è apparentemente stabile, ma sta mutando: le competenze richieste sono diverse anche rispetto a solo 2 anni fa. “Occorre essere in grado di intercettare questi cambiamenti, in modo da poterli assecondare e seguire, migliorando sia la proposta di formazione, sia la crescita professionale”, conclude Vaccarino, “perché per uno specialista ICT capire come sta cambiando la propria professione aiuta a rimanere continuamente sintonizzati sulle richieste del mercato”.