La specialista di software di information management canadese OpenText ha annunciato un’offerta da circa 6 miliardi di dollari per acquisire lo storico fornitore software inglese Micro Focus. L’offerta per azione è circa doppia (premio del 99%) rispetto alla quotazione di Micro Focus di martedì scorso, l’ultima prima dell’annuncio.

Sia OpenText che Micro Focus hanno una consolidata presenza in Italia, Micro Focus addirittura da decenni.

L’acquisizione, spiega un comunicato OpenText, darà origine a uno dei più grandi operatori mondiali nell’information management e nella IT security, con un fatturato pro-forma annuale di oltre 6 miliardi e un “addressable market” di 170 miliardi. OpenText si aspetta di realizzare sinergie di costo per circa 400 milioni.

“I client di OpenText e di Micro Focus benefìcieranno di un partner che le aiuterà ancora più efficacemente ad accelerare la loro trasformazione digitale valorizzando appieno i loro asset informativi e i loro sistemi core”, ha dichiarato il CEO e CTO di OpenText, Mark Barrenechea.

OpenText ha intrapreso da qualche tempo una strategia di crescita per acquisizioni, tra cui Zix (software di crittografia email) e Carbonite (cloud data protection), ma quella di Micro Focus è di gran lunga la più grande in termini di esborso, e verrà finanziata attraverso nuovo debito (4,6 miliardi), cash (1,3 miliardi) e linee di credito già esistenti (600 milioni).

Sia OpenText che Micro Focus, riporta CRN, hanno nel Nord America il principale mercato, e sono specialiste di information management, ma con significative differenze che riducono le sovrapposizioni.

OpenText nel fiscal year 2022 ha registrato un fatturato di 3,5 miliardi di dollari, di cui 1,5 in ambito cloud, 1,3 in ambito customer support, 350 milioni di licenze software e 270 milioni di servizi professionali. OpenText ha quattro principali aree di specializzazione: digital experience (28% del fatturato), content services (26%), business networks (24%), e sicurezza (22%).

Micro Focus è nata nel 1976 nell’ambito dello sviluppo Cobol, e poi ha avuto una storia molto articolata – segnata tra l’altro dal cambio di nome in Merant tra il 1998 e il 2001, e dalle acquisizioni di Borland, Attachmate, Serena Software, e soprattutto della divisione business software di HPE nel 2016.

I suoi risultati però, sottolinea Bloomberg, sono calati tutti gli anni dal 2018 in poi. Nel più recente bilancio annuale ha annunciato un fatturato di 2,7 miliardi di dollari, provenienti da sette aree di specializzazione: IT Operations accounting (36%), app development (18%), storage e content (16%), security (14%), app infrastructure (7%), analytic platform (6%), e portfolio management (6%).