Il Consorzio Italia Cloud, organismo costituito nel 2021 che raggruppa le aziende italiane Netalia, Seeweb, Sourcesense, Infordata, BabylonCloud, ConsorzioEHT e Insiel SpA, ha emesso un comunicato in cui definisce “discutibile” la nomina di Fiona Scott Morton al ruolo di capo economista di DGCOMP, l’Autorità antitrust europea che tutela la concorrenza nei settori strategici, inclusi quelli digitali e in particolare il cloud.

“La nomina di Fiona Scott Morton a capo economista della Direzione generale della Concorrenza ci appare una scelta inopportuna e dannosa per gli interessi dell’Italia e dell’Europa” dichiara nel comunicato Michele Zunino, presidente del Consorzio Italia Cloud. “Siamo di fronte a una grande professionista che però ha lavorato recentemente come consulente per le grandi aziende tecnologiche americane che sono oggetto di indagini e sanzioni da parte della stessa DGCOMP per le loro pratiche anticoncorrenziali. Questo potrebbe rappresentare un evidente conflitto di interessi e una minaccia alla sovranità e alla competitività dell’industria europea”.

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“Stupisce soprattutto il fatto che sia stata scelta una figura extraeuropea che non ha alcuna esperienza nel contesto normativo e istituzionale in cui dovrà operare”, continua Zunino nel comunicato. “Al contrario, risulta che abbia espresso posizioni favorevoli alle Big Tech e contrarie a una regolamentazione efficace e vincolante del settore digitale. Tutto questo accade proprio nel momento in cui la regolamentazione dei GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft) sta diventando più cogente con l’implementazione del Digital Market Act e del Digital Service Act. Riteniamo che questa sia una questione cruciale per il futuro dell’Europa, che non può permettersi di cedere il controllo della sua politica della concorrenza agli interessi delle grandi lobby americane”.

DGCOMP persegue per mandato l’obiettivo di difendere gli interessi UE rispetto a pratiche di monopolio e concorrenza sleale da parte di organizzazioni private extra-europee, e registra una lunga storia di contenziosi, provvedimenti e sanzioni anche milionarie nei confronti di diversi colossi americani.

“Come rilevato dal presidente francese Macron, anche noi ci chiediamo se davvero in 27 Paesi europei non fosse reperibile una figura professionale almeno altrettanto competente: se così fosse, sarebbe grave. Siccome crediamo nelle nostre competenze, occorre serrare di più le file a difesa dei nostri asset digitali, da quelli tangibili come le infrastrutture a quelli intangibili come le conoscenze”, conclude Zunino.