Un secondo trimestre positivo. Così si potrebbe riassumere in poche parole l’analisi di GfK TEMAX sull’andamento italiano negli ultimi tre mesi dei cosiddetti Technical Consumer Goods, beni che comprendono prodotti informatici, elettronica di consumo, elettrodomestici e altri settori tecnologici. Il report ha infatti indicato per il secondo trimestre del 2015 un +1,1% su base annua, con un fatturato totale di 4,06 miliardi di euro.

Come era prevedibile, a dare il maggior impulso a questa crescita è il comparto della telefonia, che pur non facendo più segnare le cifre altissime degli anni precedenti, vanta comunque un corposo +12,5% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. A vendere bene, oltre naturalmente agli smartphone, è anche il nascente comparto dei wearable, con in testa smartwatch, smartband e altri device per il fitness.

In territorio positivo rispetto al 2014 sono anche i settori dei piccoli e dei grandi elettrodomestici, che guadagnano rispettivamente il 5,7% e il 3% su base annua con un fatturato di 225 e di 822 milioni di euro. Tutti i rimanete comparti fanno invece segnare il segno meno e nel caso dell’elettronica di consumo si è raggiunto addirittura un -13,1% su base annua.

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Quasi tutta la colpa di un simile tonfo va allo stagnante mercato dei televisori, che nonostante il calo di prezzi dei modelli 4K e OLED (le due principali novità tecnologiche nel settore) sta facendo segnare volumi di vendita piuttosto bassi. Vanno invece meglio le telecamere (soprattutto le action-cam rivolte agli sportivi) e gli impianti audio fissi.

Anche tutto il comparto IT, che spazia dai notebook ai desktop passando per stampanti, Hard Disk, monitor e tablet, fa segnare un brusco calo rispetto al secondo trimestre del 2014. Un -7,9% dovuto in gran parte al calo delle vendite dei PC desktop e soprattutto dei tablet, mentre i notebook, i monitor e i sistemi di archiviazioni mostrano timide percentuali positive.

Segno negativo infine anche per il comparto fotografico, che ormai da diverso tempo è in continuo calo. Questa volta il -3,7% non è grave come in altri trimestri e il motivo del segno meno è sempre il solito, ovvero una strenua resistenza delle reflex più professionali (e dei relativi obiettivi intercambiabili) affossata però dall’erosione del mercato delle altre fotocamere a causa degli smartphone di fascia medio-alta.