Come altro si può definire, se non crollo, quello che sta vivendo in queste settimane Toshiba? I dati parlano chiaro. Azioni alla Borsa di Tokyo in caduta libera (-9,8%) e una previsione di bilancio fino a marzo 2016 in perdita di ben 550 miliardi di yen (4,2 miliardi di euro).

Cifre che hanno costretto la società giapponese a intraprendere un action plan di rivitalizzazione, rivedendo l’assetto organizzativo e licenziando 6.800 dipendenti (un terzo dell’intera forza lavoro). Il maggiore comparto in perdita è quello dedicato alla produzione TV che subirà il taglio più drastico tra tutti i settori, circa l’80%.

Non meno drastici saranno, da qui a fine marzo, i licenziamenti nel reparto personal computer, per il quale Toshiba ha intenzione di concentrarsi da oggi in poi unicamente sulla fascia professionale. È infatti in quest’ambito che la società prevede un aumento della domanda e la creazione di profitti più solidi. Per quanto riguarda invece il reparto consumer, Toshiba si concentrerà di fatto solo sul mercato giapponese e statunitense, perché qui il business dovrebbe essere stabile.

Dove invece Toshiba vede qualche spiraglio di luce è nel comparto storage e in quello energetico

Alla fine di questo doloroso piano di ristrutturazione il business dei PC vedrà una forte riduzione del numero di prodotti offerti, anche perché oggi Toshiba vende ormai solo 3 milioni di PC all’anno e nel 2016 si stima che i PC marchiati Toshiba arriveranno sugli scaffali dei negozi in quantità molto limitata (un terzo rispetto a quelli attualmente in commercio). Nel futuro però la società nipponica potrebbe considerare alleanze e partnership con altri grandi nomi del settore tecnologico come nel caso di Sharp e Vaio, almeno secondo alcune anticipazioni emerse in rete nelle scorse settimane.

Tutto ciò avviene dopo un periodo a dir poco disastroso per Toshiba iniziato a luglio con le dimissioni del presidente del gruppo, Hisao Tanaka, e sette top manager, accusati di aver gonfiato negli ultimi sei anni gli utili di 1,2 miliardi complessivi. Inoltre la società di appresta a vendere una sua fabbrica di TV in Indonesia e a chiudere il centro di ricerca di Tokyo.

Dove invece Toshiba vede qualche spiraglio di luce è nel comparto storage e in quello energetico. Basteranno queste due risorse a far risollevare un produttore così importante per il Giappone?