IDC ha rilasciato nuove stime su quello che sarà il mercato IT nel suo complesso nel 2016 e le aspettative non paiono delle più rosee. Un po’ per la saturazione del mercato cinese, un po’ per la debolezza di altri Paesi emergenti, IDC indica infatti per quest’anno una crescita rispetto al 2015 solo del 2%, mentre negli ultimi sei anni si è viaggiati su tassi di crescita annuali attorno al 5-6%. Nel corso di quest’anno la spesa IT dovrebbe assestarsi sui 2.300 miliardi di dollari, più altri 1.500 miliardi di dollari di spesa derivanti dalle telecomunicazioni.

Secondo lo studio di ricerca il 2015, nonostante la crisi del PC, la crescita IT si è mantenuta piuttosto costante grazie soprattutto al settore mobile (smartphone in testa) e al cloud, la cui diffusione ha fatto crescere non poco i settori server (+16%) e storage (+10%). Eppure, con un dollaro non così forte e con una minor volatilità delle valute, i risultati dello scorso anno sarebbero potuti essere ancora più soddisfacenti.

Nel 2016 invece il calo di crescita si dovrà soprattutto alla saturazione del mercato cinese, che se da un lato nel 2015 è cresciuto del 11%, ora deve affrontare un preoccupante calo di vendite di smartphone e una spesa contenuta per server e storage, tanto che per la Cina IDC prevede (per la prima volta in assoluto) un calo anno su anno, seppur limitato a -0,3%.

Gli Stati Uniti sono invece previsti in crescita del 4% sia quest’anno, sia nel 2017 grazie soprattutto a investimenti in cloud, social e Big Data, mentre il 2016 per l’Europa non sarà un anno altrettanto positivo, visto che IDC stima una crescita sul 2015 di appena l’1% contro il 5% dello scorso anno sul 2014. La vera locomotiva mondiale sarà l’India, con un tasso di crescita stimato in un +8% (ma nel 2015 si era toccato il +13%).

Gli altri due principali mercati emergenti, ovvero Russia e Brasile, devono affrontare una difficile situazione economica interna e IDC prevede uno scenario con luci e ombre. Dopo l’anno orribile del 2015 (-8,5%) la Russia dovrebbe invertire quest’anno la tendenza negativa, mentre il Brasile potrebbe scendere in territorio negativo.