Dopo averci abituato per anni a crescite trimestrali del 30-40%, nel quarto trimestre 2022 il mercato mondiale dei servizi di cloud infrastructure (IaaS, PaaS e servizi hosted private cloud) ha rallentato la sua crescita, salendo “soltanto” del 21% rispetto a 12 mesi prima, per un totale di 61,6 miliardi di dollari.

Lo sostiene Synergy Research Group, che peraltro sottolinea l’impatto negativo su questo dato della forza del dollaro sulle altre valute in questo momento, e le severe restrizioni sul mercato cinese: negli USA infatti la crescita è stata del 27%, non lontana dal +31% medio dei precedenti quattro trimestri.

A parte i due fattori citati, comunque, un piccolo rallentamento della crescita c’è stato, e Synergy lo attribuisce ad altri due fattori: la dimensione massiva acquisita dal mercato negli anni, e l’attuale scenario economico che spinge molte realtà a ridurre e dilazionare gli investimenti.

cloud infrastructure services

Per quanto riguarda gli operatori, Microsoft è quello che ha registrato la maggiore crescita, cosa che l’ha portato al 23% di quota di mercato, contro il 21% medio dei precedenti quattro trimestri. Amazon Web Services (AWS) ha mantenuto la sua ormai consolidata quota del 33%, mentre Google ha confermato l’11% dello scorso trimestre, e quindi la crescita di un punto rispetto a un anno fa.

Insieme i tre leader rappresentano esattamente due terzi del mercato (66%), tre punti in più di un anno fa. Tenendo conto solo della parte IaaS e PaaS, cioè della gran parte del mercato – come accennato all’inizio, Synergy Research definisce i servizi di cloud infrastructure come l’insieme di IaaS, PaaS e hosted private cloud services – la quota congiunta dei primi tre hyperscaler sale addirittura al 73%.

Seguono al quarto posto Alibaba (market share 5%) e al quinto IBM (3%): entrambe hanno perso un punto nel 2022.

L’outlook della società di analisi per il futuro è comunque positivo. Nonostante lo scenario economico difficile, il mercato cloud infrastructure services nell’intero 2022 è cresciuto di 47 miliardi di dollari (per un totale di 227 miliardi), praticamente la stessa crescita del 2021 (49 miliardi), per cui, con la ripresa economica e la stabilizzazione dei cambi valutari, questo mercato dovrebbe tornare a crescite più alte nei prossimi anni.